LE IENE: l’intervista esclusiva per Punkadeka!

Di seguito l’intervista con Le Iene a cura di Gab De La Vega, Epidemic Records.

Le Iene, formazion ska-punk di Ferrara ha appena pubblicato un nuovo EP, intitolato “MiseraMente” e sta affrontando un tour di concerti tra Italia e Germania. Li abbiamo intervistati in esclusiva per Punkadeka.

Avete appena pubblicato un nuovo EP, intitolato “MiseraMente”. Partiamo dal titolo. Come mai questa scelta? Cosa deve aspettarsi chi non vi conosce e si avvicina a Le Iene partendo proprio da questo lavoro?

Il titolo MiseraMente vuole racchiudere in sé un po’ tutte quelle persone che nella vita hanno dei “macigni” da portarsi dietro, rimanendo intrappolati in quella che è la routine noiosa, ripetitiva e, alle volte, nociva per molti.

Abbiamo scelto “MiseraMente”, perché poi, alla fine, è quello che rimane a tutti: una situazione misera, dove forse nessuno di noi è davvero a proprio agio o contento di stare, applicando tutto questo alla nostra mente, perché è lì che si annidano i pensieri, i sentimenti e le nostre sensazioni, sia belli che brutti.

Per chi si avvicina alla nostra band partendo da qui, ci teniamo a dire che abbiamo voluto strutturare questo EP in maniera molto pensata.

Ci piace pensare che sia non solo un viaggio musicale, ma anche un viaggio introspettivo dentro noi stessi, un qualcosa che possa aiutare a sorridere ed esaminarsi più a fondo.

Insomma, vuole essere un “viaggio dentro noi stessi” per magari conoscerci un po’ meglio!

Avete annunciato l’uscita dell’EP pubblicando il singolo “Cicatrici”, che vede Dema dei Talco come ospite alla voce. Si tratta di un brano dal testo molto personale, che indaga il rapporto di ognuno di noi con le varie “cicatrici” che la vita ci lascia. Da dove è nata la spinta per scrivere questo pezzo? E come mai avete pensato fosse il brano adatto per coinvolgere “Dema”?

Vogliamo innanzitutto partire col ringraziare il buon Dema, amico, professionista e musicista fenomenale, una presenza piacevole e di grandissimo aiuto.

La spinta per scrivere questo pezzo l’abbiamo avuta durante il lockdown, un periodo che per noi è stato molto utile dal punto di vista di “produzione”, ma anche molto difficile (come per tutti) dal punto di vista della vita in generale.

Questo pezzo, come avete detto voi, parla del rapporto che ognuno di noi ha con le proprie “cicatrici” e quindi, il procedimento per arrivare a questo concetto è stato farci un esame introspettivo, per capire le nostre paure, i nostri traumi o, più semplicemente, le nostre “faccende irrisolte”, che ci trasciniamo dietro da anni, per poi metterle per iscritte, spezzando così il “taboo” e affrontandole in compagnia, così da dissolverle lasciandoci dietro soltanto qualche “cicatrice”.

Pensiamo che sia stato il brano più adatto da condividere con Dema perché, basandoci su quello che abbiamo sempre sentito dai suoi testi e dalle sue “sonorità” usate coi TALCO, ci è sembrato subito la scelta più immediata.

Volevamo qualcuno che credesse davvero nel “potere della musica” e nel beneficio che ne puoi trarre da essa, quindi, avendo parlato, ascoltato e condiviso palchi con Dema, siamo arrivati alla conclusione che aveva tutte le carte in regola per essere chiamato.

Lo ska-punk è un genere molto apprezzato all’estero (Germania su tutti) e band italiane come Talco, NH3 e voi stessi sono la dimostrazione che c’è terreno fertile per questo genere in quei luoghi. Come mai secondo voi in Italia fa fatica a fare presa allo stesso modo? Credete che sia penalizzante per voi oppure pensate che in qualche modo possa aiutarvi a creare un seguito quasi dal nulla in un Paese come il nostro?

Secondo noi è una questione di come le persone si approcciano alla musica dal vivo, sia dal punto di vista dell’ascoltatore che dal punto di vista dell’organizzatore/promoter.

In Germania vige un’estrema professionalità alle volte “spiazzante”, una professionalità che puoi trovare dal microscopico “buco” sottoterra dove ti fanno suonare a capienza “20 persone”, fino ad arrivare al gigantesco open air che magari in una giornata vanta migliaia di persone.

Questa professionalità è data sia dall’organizzazione, un meccanismo perfettamente funzionante dove ognuno sa esattamente cosa fare, sia dalle persone che partecipano, le quali supportano in tutti i modi a loro possibili sia il festival che le bands (comprando il merch, dando offerte libere e/o facendoci anche solo due chiacchiere).

Tutto questo purtroppo non è presente in Italia, cioè, in qualche realtà ormai sempre più rara, sì, ma purtroppo questo è un paese che va “per la maggiore”, ed essedo il nostro genere, un genere che per la persona media non ascoltatrice si ferma agli “Ska-P”, probabilmente viene messo tutto nel dimenticatoio.

O forse, più semplicemente, perché l’Italia non vanta di tutti i “supporters” presenti in Germania, persone che sono al concerto PER il concerto, per ballare, cantare e passarsi una bella serata. Persone disposte a supportare la musica a tuttotondo, lasciando un’offerta per il disco o per la maglia, senza doversi sentir dire sempre: “Ma con 10 euro ci prendo due birre…”.

Non sappiamo come esprimerci sul seguito italiano, ci speriamo sempre, questo è sicuro (a tutti piace giocare “in casa”), ma purtroppo dopo anni di concerti, ci siamo resi conto che è un paese “dormiente”, quindi le nostre aspettative qui sono sempre molto limitate.

Noi comunque non manchiamo mai nel provarci, nel cercare realtà “simil-tedesche” e nel fare massimo supporto e solidarietà a tutti coloro che ci mettono anima e corpo in Italia riuscendo ad avere un risultato, a parer nostro, eccellente.

Vogliamo precisare che non facciamo assolutissimamente “di tutta l’erba un fascio”, anzi, siamo nati tutti dalla scena underground (da tanti generi diversi) e quindi dove si può andare a supportare ed aiutare noi siamo sempre presenti, quindi, massima solidarietà per tutti coloro che ci provano in un paese “ostile”!

State collaborando per il booking del tour di “MiseraMente” con KOB Records, l’etichetta dei Los Fastidios. Come è nata questa collaborazione?

Anche qui vogliamo prenderci un momento per salutare Enrico ed Elisa di KOB Records e ringraziarli per il lavoro che stanno facendo!

Diciamo che è nato tutto anni fa da una mail dove ci veniva detto che c’era dell’interesse per il nostro progetto, lasciandoci così una grossa pulce nell’orecchio! Noi eravamo semplicemente “quattro scappati di casa” che cercavano di imbastire qualche tour fra Italia e Germania, alle volte invano. Chiaramente eravamo alla ricerca di qualcuno che potesse

indirizzarci in un percorso più professionale, così, col passare del tempo, abbiamo approfondito questa cosa e abbiamo deciso di intraprendere una “strada” assieme, che ci ha portati (ed anche per questo, vogliamo ringraziarli di nuovo) dove siamo adesso.

Per l’uscita del nuovo EP abbiamo deciso di cambiare la nostra collaborazione, dandoci, noi, all’autoproduzione e loro alla totale gestione del “booking”.

“MiseraMente” è un EP concentratissimo, carico di suoni e significati in una breve durata. Non c’era modo per voi di pubblicare un album e aggiungere capitoli a questo discorso? Quali sono secondo voi gli elementi più importanti di questo EP, sia dal punto di vista compositivo che lirico?

La scelta di pubblicare un EP invece che un Album vero e proprio è stata una scelta difficile, azzardata ma, allo stesso tempo, ben ponderata.

Abbiamo scelto questa “via” sia per un discorso di “incisività” (lo metti sù, lo ascolti in poco tempo e, se ti piace, lo fai ripartire), sia per un discorso di futura continuità (su questo non vogliamo fare spoiler!).

Abbiamo tanto da dire con questo progetto e abbiamo pensato che spezzando il “concept” in due parti, sarebbe stato ascoltato in modo più attento e meno noioso, considerando che di questi tempi la nostra attenzione svanisce dopo pochissimo tempo, perché tutto dev’essere rapido ed incisivo, senza troppi fronzoli, altrimenti le persone girano la testa dall’altra parte e si interessano a qualcosa di nuovo.

Gli elementi più importanti secondo noi sono, dal punto di vista compositivo, quella che è un’evoluzione del nostro suono, avendo noi deciso di fare “un passo avanti” ed abbandonando la composizione “frettolosa”, sviluppando così un timbro (a parer nostro) più deciso, grintoso e quadrato.

Mentre, dal punto di vista lirico, un’altrettanta evoluzione che cominciavamo però già a pregustare dal nostro precedente album “Immaginazione”.

Siamo voluti crescere per poter lasciare un messaggio ancora più chiaro, un messaggio che potesse essere d’aiuto a chi ci ascolta, dandoti però una bella scarica musicale di grinta ed adrenalina.

Quali sono i tre momenti del vostro percorso musicale che più vi hanno segnato e vi hanno fatto capire di essere su una buona strada?

Difficilissimo racchiuderli in soltanto tre punti, perché ovviamente abbiamo avuto un’infinità di attimi incisivi sulla nostra strada, ma, sicuramente ci sono stati 3 momenti che ricorderemo come quelli che ci hanno fatto dire: “Ok ragazzi, sicuramente qualcosa si sta muovendo.”.

Come primo in assoluto metterei il nostro primo open air in Germania, avevamo già suonato qualche volta lì da loro, ma niente a che vedere con quel momento. Ricordiamo perfettamente quanta gente ci fosse sotto il palco (che di certo non ci aspettavamo), gente alla quale non eravamo assolutamente abituati, MA, la cosa più importante fu il discorso di Frank, nostro amico e promoter, che disse: “Oggi il palco è vostro, per me è stato un onore portarvi qui, quindi non deludetemi!”, lacrime, si apre il sipario e si parte!

Come secondo punto ricordiamo Colonia, sempre Germania, dove il fonico, uomo “rude” e di pochissime parole, alla fine del concerto ci disse: “Ho fatto da fonico ai Misfits, a Ronnie James Dio e a tantissime altre band che nemmeno vi immaginate, quindi so riconoscere chi

può fare qualcosa nella musica, e voi, ragazzi, siete una band da sold out, basta solo dar tempo al tempo e non demordere!”, ovviamente anche qui, lacrime e sipario.

Come terzo punto, vogliamo mettere un momento freschissimo e recentissimo, dove un promoter, il buon Ralf, finito il nostro show al suo open air ci è corso incontro urlandoci “What the fuck are you doing guys??”, spiegandoci poi, che se avesse saputo che suonavamo così, ci avrebbe messo a chiusura di serata, invitandoci poi a bere e far festa con lui per tutta la sera e, soprattutto, chiamando immediatamente il giorno dopo il nostro booking per fermarci per l’anno prossimo.

Possono sembrare situazioni “stupide” o risposte per farci “notare”, ma in realtà noi abbiamo voluto cogliere da queste piccole perle il fatto che il nostro sudore e la nostra fatica siano state ricompensate a dovere.

Perché la musica è connessione, amicizia ed un enorme impegno continuo ed è quello che cerchiamo sempre di portare avanti.

Invece, per quanto riguarda le prime date affrontate in questo tour estivo di “MiseraMente”, quali sono stati i concerti che più vi hanno dato soddisfazione? E perchè? Cosa deve avere un concerto per rientrare tra i vostri preferiti?

Sembrerà una frase fatta ma essendo estremamente contenti di come stanno andando i nostri concerti non riusciamo, al momento, a fare una classifica.

Non ci aspettavamo così tanta partecipazione e carica da parte del pubblico, ma a quanto pare sta funzionando tutto alla grande.

Per rispondere alle vostre domande direi che la soddisfazione totale che si può avere da un concerto è quando tutto va “liscio” e “secondo i piani”, quindi si può partire dal punto di vista tecnico, palco, strumentazione, organizzazione e, ovviamente, performance (a carico nostro), fino ad arrivare al pubblico, partecipativo, energico, carico e, soprattutto, coinvolto.

Senza tralasciare anche la postazione “merchandising”, nella quale c’è il cuore pulsante della sponsorizzazione della band!

Tanti di questi fattori dipendono da noi e da come ci “muoviamo” durante la serata, chiaro è il fatto che non abbiamo bisogno di tutta questa perfezione per poter essere soddisfatti di un concerto, perché guardiamoci in faccia, la vita ha sempre delle simpatiche combinazioni di sfighe/fortune.

A noi basta davvero poco per essere contenti, ci basta semplicemente che le persone ballino, sorridano e ci trasmettano qualcosa, non ci importa la “quantità” ma ci importa sicuramente la “qualità”, non siamo quella band che vuole 4000 persone sotto il palco per poter fare la “foto figa” da usare come vanto, siamo più quella band che vuole divertirsi, vuole trasmettere qualcosa e vuole fare conoscenza di tutto e tutti, magari, andando a bere una birra con chi ha lavorato tutto il giorno per noi e facendo una reale conoscenza, non fermandosi ad una superficiale stretta di mano e ad un freddo “Grazie per il cachet, noi adesso andiamo in albergo.”.

Quindi un concerto, per rispondervi, dev’essere un luogo dove poter espandere la nostra “famiglia musicale”, sia con chi lavora/organizza che con chi viene a ballare con noi, questo fa si che la serata sia “perfetta” per noi.

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