Alcatraz. Milano. Suonano i miei due gruppi preferiti, Lagwagon e Flatliners. Serata ovviamente dalle alte aspettative. Enormi direi.
E’ giovedì sera, quindi si inizia presto. Alle 8.30 attaccano i Western Addiction, al loro primo tour europeo. I presenti sono pochi, troppo pochi per i quattro ragazzi che comunque non si fanno scoraggiare e attaccano da subito con un sound cattivo. Sfoderano God Says No, tratta da Pines, e pezzi dell’ultimo album I’m Not The Man That I Tought I’d Be.
Chicca finale: il cantante scavalca le barriere e inizia a cantare tra il pubblico, sale sul tavolo del bar per poi accasciarsi sul pavimento stremato. Ci hanno messo veramente l’anima e fa sempre piacere vedere band così, indipendentemente dall’apprezzamento musicale.
E’ il turno poi dei Flatliners. Per la prima volta li vedo in apertura a un altro gruppo e questo sicuramente incide sulla scelta delle canzoni in scaletta. Molti pezzi recenti come Resuscitation of The Year, Tail Feathers, Caskets Full e pochi estratti da album vecchi (Mother Teresa Chokeslams The World, Eulogy). La scelta ricade soprattutto sulle melodie più orecchiabili al primo ascolto tra quelle della band canadese. Intanto tra il pubblico si scatenano i fan, con un pogo che tutto sommato coinvolge ancora poche persone. Nonostante il chitarrista suoni con la mano ingessata, la loro esibizione risulta molto pulita e riscaldano la folla al punto giusto in attesa degli headliner.
Sono più o meno le 10.15 quando Joey Cape e soci si fanno vedere sul palco dell’Alcatraz, introdotti dalla sigla dell’A-Team. Il boato è pazzesco e si respira aria di gran serata. Iniziano con classiconi come After You My Friend, Falling Apart e Island Of Shame, per presentare più avanti i pezzi dell’ultimo album Hang. Di questi ne suonano otto in totale tra cui Obsolete Absolute e Drag.
La voce del Caper sembra ottima (o quantomeno ha fatto passi da gigante rispetto all’anno scorso) e riesce a tenere anche nei punti più violenti. Sotto al palco il degenero totale, il circle pit è veramente enorme e il numero dei crowdsurfers non si conta su 20 mani. Dopo May 16th (“Tony Hawk wrote this song!”) arriva l’encore di 4 pezzi per poi chiudere con Razor Burn.
Gli stessi Lagwagon hanno definito questo come il loro miglior concerto a Milano…
Nonostante io non sia stato presente a tutti non faccio fatica a crederci!
[Foto by Arianna Carotta - Rollingstone.it]
Dopo May 16th (“Tony Hawk wrote this song!”) ???????????????????? CHE FOSSE IN TONY HAWK PRO SKATER 2 OK MA CHE L’ ABBIA SCRITTA TONY HAWK POI NON MI RISULTA!
E’ una cosa che ha detto Joey prima di suonarla! 😀
Ho imparato 1 cosa nuova… li ho visti 9 volte e non l avevo mai sentita questa! 🙂
Ovviamente scherzava! Hai ragione, forse si poteva metter giù meglio..
Aaaah no perché joey é una sorta di dio x me e non sapere sta cosa mi aveva destabilizzato!!
Lagwagon veramente in forma, intensi e piacevolissimi. Gran show, oltre le più rosee aspettative. Flatliners, mi spiace dirlo visto che sono un loro grande fan, ma concerto orrendo. Senza voce, senza tiro, senza coesione. E’ stato uno spettacolo umilante, mi sono sentito incazzato e a disagio per loro, sapendo quanto valgono come musicisti e come band. Devono tornare presto per rifarsi.