LAGWAGON: I Think my older brother used to listen to Lagwagon

Questa è la recensione che non avrei mai voluto dover scrivere in vita mia. Sono anni ormai che critica e pubblico sparano a zero su tutte le band negli anni novanta che hanno cavalcato il successo del Hc melodico. I Lagwagon sono stati tra le band più influenti di tutta la scena, forse la band che era riuscita nel migliore dei modi a fondere l’energia e la potenza del’Hc con catchy melodie pop senza però mai risultare banali. Non si può non riconoscere questo, sarebbe ingiusto nei loro confronti.

Da quando sono ritornati sulla scena nel 2002 con “Blaze” il pubblico si è letteralmente diviso in due. Indubbiamente “Blaze” fu un lavoro interlocutorio (poco più che sufficiente), alcuni pezzi buoni alternati a molti altri che sembravano la brutta copia delle b-sides presenti in “Let’s talk about leftovers”. Poi venne il “Live in a dive”, tecnicamente perfetto quanto scialbo e piatto. Infine fu l’ora di “Resolve”, moltissima gente in quel momento gettò la spugna e li definì una band cronicamente morta. Confesso di non essere stato tra quelli, anzi lo trovai finalmente un valido album, non ai livelli di quelli degli anni ’90, ma sicuramente un disco che aveva un perché e anche le sonorità leggermente più dark e introspettive non mi erano dispiaciute.

Arriviamo ora a questo Ep che anticipa il loro nuovo album. Penso che mai titolo fu azzeccato, anche se sinceramente penso manchi la parte finale: “I think my older brother used to listen to Lagwagon” … “but not anymore”. Questo è veramente il canto del cigno della band, qualche buona melodia la si può ancora ritrovare ma sinceramente è un album che nel complesso non riesce mai a graffiare e non offre nemmeno un pezzo che possa essere degno di portare il nome “Lagwagon”.
Se vogliamo essere buoni possiamo tirare fuori qualcosa di buono da “Errands” e “Memoirs and Landmines” ma per il resto è il piattume più assoluto. Purtroppo non posso che constatare la caduta in disgrazia di una grandissima band che, senza paura di essere retorico, ha letteralmente fatto la storia del punk anni’90.

Nonostante questo sono sicuro che la prossima volta che avrò la possibilità andrò sicuramente a vederli, dal vivo ho avuto modo di vederli pochi mesi fa e sono gli stessi “cazzoni” animali da palco ed è un vero divertimento vederli. Album come “Duh” o “Trashed” rimarranno per sempre un esempio di come fare del sano “Hc Melodico” e per questo motivo, proprio per aver ancora rispetto per Joey Cape e soci, preferisco terminare ogni futuro ascolto di nuove canzoni.

Voto: 4 + (A presto on the road…ma mai più su cd!)
Tracklist:
1- B side 2- No little pill3- Errando4- Memoirs and landmines5- Fallen6- Live it down7- Mission Unaccomplished

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