10 anni 10 ragazzi, è tempo di tirare le somme e vedere cosa sè riusciti a combinare in questo decennio. Certo manca ancora qualche mese, ma oramai il più è fatto. Musicalmente parlando (per tutto il resto meglio lasciar perdere…), abbiamo ascoltato centinaia di dischi, visto concerti, scritto cose buone e meno buone…qualcuno direbbe “insomma la solita”, invece devo dire che ci sono state tante novità: il Carlame che sta raccogliendo consensi ovunque con i suoi Discomostro, Ivan che gli risponde con Gli Inutili, l’enfant prodige Edoardo dei secoli morti, I Kina che si riuniscono e per fortuna ho avuto modo rivederli dal vivo e ancora e ancora e ancora…!!!Ora, 10 dischi sono veramente poca cosa rispetto a tutte le pubblicazioni giornaliere fatte in dieci anni, quindi insieme ai miei amici/colleghi abbiamo cercato di essere coerenti innanzitutto con noi stessi ma soprattutto con voi tutti che ci seguite, ci supportate e sopportate alle volte. Ognuno ha dato del proprio meglio anche mescolando generi, il che ha reso il tutto non semplice e forse anche un pò rischioso, ma l’importante era chiudere il cerchio facendo una panoramica a 360° di un decennio di musica italiana indipendente. Tutto il resto ne è il risultato.
10 – 3 ALLEGRI RAGAZZI MORTI “Nel giardino dei fantasmi” La Tempesta Dischi, 2012
“Inumani” è un album più ganzo ma ho voluto inserire “Nel giardino dei fantasmi” perchè mi ha portato a ricordi retrò, infatti mentre scrivo lo ascolto…! Direzione Bologna per una serata goliardica tra amici, tra una birretta e un hamburger si decide di andare a vedere sti 3 all’Estragon; vi dico la verità, mi giravano alquanto i coglioni perchè avrei preferito annegare nell’alcol quella sera e invece mi son dovuto ricredere. Salgono sul palco con le loro consuete maschere da halloween…insomma sono stati grandiosi. Alla fine nell’alcol ci si è affogati ugualmente, il disco l’ho portato a casa e…vissero tutti felici e contenti!!
9 – THE CHROMOSOMES “Yes Trespassing” Out on Waterslide records, ottobre 2013
Si ci infilo anche loro; diciamo che hanno dei tempi di produzione un pò lunghini ma gli se ne dà atto perchè poi sfornano cosine niente male. Ho inserito codesto album perchè ho avuto modo di ascoltarlo per benino in questi anni (ottimo album anche “Losing eleven”, devo ancora amalgamarlo per bene, ma credo di avere tempo) e poi ci metto anche la componente affettiva, so che al Morandi gli garba molto suonare in Abruzzo…stima!
8 – GERSON “Il fondo del barile” Indiebox Records, 2011
Il mitico Paolino, un altro che di cantautoriale non ha da invidiare nulla a nessuno, infatti sono stato indeciso fino all’ultimo su quale album inserire per questa speciale classifica. Alla fine ho scelto “Il fondo del barile”, ma sinceramente a me garban tutti, poi ragazzi oh….scegliete voi!!
7 – DISCOMOSTRO “Mostrofonia” Professional Punkers, aprile 2016
Ricordo di aver contattato il Carlame chiedendogli la disponibilità per organizzare un live incentrato sulla reunion degli Skruigners (o almeno provai a fare questo miracolo)…”impossibile” fu la risposta. A distanza di poco tempo, sottoforma di collaboratore della PP, compresi la riposta e capii il perchè…!! Il buon Carlo, mio idolo.
6 – LATTE+ “Asociale” Album autoprodotto, 2012
Disco che entra di diritto in questa mia personalissima classifica, perchè? Perchè per un breve periodo feci parte della band come rodie. Entrai nel periodo in cui i 3 ragazzacci toscani stavano producendo “No more than three chords”, quindi diciamo di aver vissuto in pieno il periodo tra risate, live e duro lavoro. Ovviamente per non farmi trovare impreparato riascoltai tutta la loro discografia, beh “Asociale” credo sia stato l’ anno della loro maturità musicale, non più i 3/4 punkers che andavano in giro in pandino, ma una punk rock band con la B maiuscola.
5 – SENZABENZA “Pop from Hell” Rocketman Records, 2017
A distanza di 15 anni riascoltare quel flower punk che gli ha dato notorietà negli “anni belli”, beh…è tanta roba. Nessuna sorpresa o rivoluzione copernicana da questo album, solo tanta tanta gratitudine per questa band che mi/ci ha fatto tornare indietro di 20 anni. Grazie.
4 – MINNIE’S – “L’esercizio delle distanze” AC Europerecords/Universal, 2010
Adoro letteralmente questa band sin dai tempi dei Minnie’s Rape, conosco Luca (frontman del gruppo) da quando si era ragazzi. Ci faceva ascoltare di tutto, era lui il nostro spacciatore ufficiale di dischi, Decrew, Stuntplasticpark, Inzirli, Kina, No Reason For e via dicendo, poi un giorno si presentò con un album ancora incelofanato, MINNIE’S RAPE – “The Hard Corazon”, era il 1996. A distanza di 23 anni si sono evoluti musicalmente, hanno abbandonato quel punk/hc degli anni ’90 passando a quell’ emocore stile The Get Up Kids, Hot Water Music, Embrace, Jawbreaker, ma la cosa che mi colpisce sempre, ancora oggi, in ogni loro cazzo di album, sono i testi, fottutamente magici. Ti prego Pancì non smettere mai di di scrivere.
3 – PEAWEES – “Leave it behind” Wild Honey Records/Railways Recordings, 2011
Un amico mi fà: “Pà ascolta quest’album, poi mi dirai..”. Glie l’ho reso dopo un anno e solo perché presi la mia copia personale in un live a La Spezia, erano in apertura ai mitici Sonics. È ancora lì, in macchina, sempre pronto all’uso quando capitano quelle giornate di astinenza da punk’n’roll.
2 – MANGES “Bad Juju” Monster Zero, 2010
Se non avessi messo un qualcosa dei Manges bèh…potevate tranquillamente mandarmi a cagare e invece vi ho inculati e per straincularvi lo metto pure al secondo posto come migliore produzione dal 2010 ad oggi. Album fantastico, in pure stile ramonesiano e se non siete d’accordo la vedete la x rossa in alto a destra…?
P.S. credo che nel 2010 sia stato eletto miglior album dell’anno, ma se mi sbaglio…sapete cosa fare!
1 – GIUDA “Racey Roller” White Zoo, giugno 2010
Prima si chiamavano Taxi, nel 2007 venne a mancare un componente della band, decisero quindi di abbandonare definitivamente il progetto e risorgere nel 2010 come GIUDA producendo dunque “Racey Roller” che c’è poco da dire, ma ha spaccato il culo vendendo al debutto più di 10000 copie oltre ad aver dato possibilità alla band di farsi conoscere in tutta Europa e negli States portando a casa i complimenti di band del calibro di Buzzcocks, Turbonegro, giusto per citarne alcuni. Ora vi do un consiglio, se non avete questo album direi che è il caso di acquistarlo con tutti gli effetti collaterali del caso, dice porti felicità e quella perfetta atmosfera per una limonata notturna, non per niente credo di aver smagnetizzato il disco a forza di ascoltarlo…”let’s do it again”.
The Manges, Senzabenza, MINNIE’S, Tre allegri ragazzi morti, LATTE+, The Peawees, DiscoMostro, Gerson, The Chromosomes, Giuda