La nuova frontiera dell’hardcore: intervista ai FELDSPAR

Abbiamo avuto l’occasione di scambiare quattro chiacchiere con Riccardo dei Feldspar, hardcore band di sede a Roma, in occasione dell’uscita di “Old City, New Ruins”, disco uscito per Time To Kill Records.
I Feldspar annoverano membri dei Growin Concern e rappresentano una boccata d’aria nuova per la scena hardcore italiana.

 Ciao ragazzi. Presentate il progetto Feldspar ai lettori di punkadeka.

Ciao a voi e grazie per l’intervista. Feldspar è un progetto nuovo di zecca fatto da veterani e nuove leve provenienti da molte scene musicali radicali. Ci sono Andrew dei Growing Concern, nome storico dell’Hardcore SXE nazionale, Stefano già chitarrista di Undertakers e produttore del disco rap di culto “Non Dormire” di Noyz Narcos. Poi Io, Luca e Manlio nei Crude, band Metal-core e così via. Feldspar nasce con dei messaggi chiari in testa e un progetto musicale con uno scopo ampio, tutt’altro che dogmatico o derivativo. Siamo ancora agli inizi ma siamo contenti che il primo tassello – LP “Old city, New Ruins” sia un passo nella direzione che ci siamo prefissati. Concetti efficaci, espressi con una coralità da collettivo e composizione aperta a diverse influenze.

Il vostro è un sound moderno, curatissimo in ogni dettaglio: quale è il vostro approccio compositivo e quali sono i vostri punti di riferimento?

I Feldspar sono un progetto che non guarda con nostalgia al passato del genere, anzi usa l’HC come spirito guida per esplorare territori e ambientazioni musicali diverse. Il processo compositivo è guidato da una idea musicale precisa, fatta di momenti volutamente emotivi affiancati da episodi di lotta e furore, passando per fasi di gioia e catarsi. Poi per ogni canzone, che inizialmente parte da Stefano, le succede una revisione fatta da Riccardo, l’altro autore. Poi si scrive il testo e lo sviluppo delle altre linee vocali. tanto della lead, quanto per la voce dell’altra solista Anna, fino alle gang vocals. Quando lo scheletro è pronto inizia il lavoro di affinamento in studio. Se vogliamo cercare dei riferimenti dobbiamo distinguere un primo circolo di assoluti miti a cui ci ispiriamo : Nirvana e Slayer. Poi volendo entrare nel merito di ‘come suonano’ i Feldspar diciamo che siamo stati accostati dagli addetti ai lavori – inglesi e statunitensi sopratutto –  a band come Turnstile per l’innovazione nella struttura dei pezzi. Comeback Kid per l’energia e l’utilizzo dei cori, Scowl per la voce femminile, Drain per alcune virate metal, Turbonegro per i richiami Rock&Roll, Refused per la composizione, One Step Closer quando i pezzi sono più emotivi e Madballquando la matrice Hardcore esce fuori in stile NY. Ma questo ci è stato detto e ne siamo lusingati visto che siamo totalmente fan di ognuna delle band citate.

Pur non essendo propriamente romani possiamo affermare che fate parte della scena della Roma Hardcore, una scena molto attiva, anche nel sociale: cosa ne pensate del movimento punk e hardcore della Capitale?

Roma è una piazza storica, ha ormai oltre 50 anni di storia punk e 30 di HC. Siamo parte del movimento e supportiamo per quanto possibile i collettivi che la animano. Roma non è diversa da molte altre città italiane, i sistemi DIY esistono e sono realtà a-economiche, tutti sanno che si parla soltanto di reciproco supporto, mettere a fattor comune le risorse e in ultima analisi costruire un senso di comunità capace di attrarre anche le generazioni successive di Hardcore kids. Non esiste nessuno che è guidato dal danaro, perché semplicemente non ne circola e questo permette di tenere l’ambiente non corruttibile. In questo senso ‘La scena’ è importante, anzi vitale. Ne approfitto per ringraziare apertamente i ragazzi di Till’ Death, Short fuse, Rain Swept, MindKnot, Causeffect.

Parlando strettamente dell’ aspetto musicale: i Turnstile sono considerati i pionieri di un hardcore che ha saputo evolversi verso una modernità che non ha mai perso di vista le proprie origini (anche se, in passato, band come Snapcase o Refused hanno segnato la strada): che ne pensate dell’ evoluzione musicale? Vi sentite parte di questo movimento “new school”? 

Qualcuno parla di nuova scuola, qualcuno di 2.0, 3.0, 4.0, qualcuno di wave o di decadi, altri di generazioni che si susseguono. Feldspar è un progetto figlio di questo tempo con uno sguardo fisso in avanti. Riconosciamo le influenze di chi sta sperimentando proposte meno dogmatiche. In questo senso Turnstile, checche se ne dica, hanno prodotto dei classici contemporanei, così come Militaire Gun, Drug Church, Scowl, Drain, Angel Dust. Ma allo stesso tempo anche progetti più ‘ortodossi’ che rappresentano un certo modo di intendere l’Hardcore, come per esempio gli Speed da Sidney, o gli End It Tutti cercano di innovare e fanno dischi importanti e interessanti, pur rimanendo maggiormente nel solco della tradizione.

Quali sono i vostri progetti legati al futuro?

Stiamo già al lavoro per il secondo disco e a progetti laterali collegati ( video, fotografia, pubblicazioni ) mentre ancora il primo è appena uscito. Quindi diciamo che siamo molto carichi e entusiasti dell’affetto che sta ricevendo ovunque il progetto. Questo ci sprona a fare. Suoneremo in Italia e all’estero e stiamo mettendo a punto una formula Live che vuole portare la forza del rapporto tra band e pubblico, che è unica dei concerti ‘hardcore, riprodotta già sul palco, magari in contesti non abituati alla magia di quei momenti :

One band, One crowd, One show.

La band presenterà ufficialmente “Old City, New Ruins” il 23 ottobre prossimo al Largo Venue di Roma.

Qui tutte le info: FELDSPAR – Godless folk two blocks from the pope

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