Seconda prova per i Keet’em Murt, interessante quartetto Pescarese in giro per locali e centri sociali dal 2008. A parte la genialità del nome della band, che sembrerebbe proprio richiamare l’insulto rivolto agli antenati deceduti di qualcuno, questo “Filosofia del binario morto” è un lavoro forse non completamente maturo, ma comunque interessante.
A loro detta un “megasingolo” dell’omonima track, tra l’altro probabilmente la song più riuscita, che suona come un bel pezzo del 98 in stile Moravagine. A parte la buona traccia introduttiva “Essi Vivono” (probabilmente il pezzo più duro del disco) i 6 brani scorrono senza troppi scossoni, esplorando un pò tutte le sfumature del punkrock anni 90, senza innovare più di tanto ma risultando comunque tutto sommato convincenti.
Complice una buona registrazione, i riff di chitarra funzionano, le melodie di voce di Ivano e Luca non sono troppo complesse o strutturate eppure suonano tutto sommato bene, ricordandomi un pò le sovrapposizioni vocali delle Pornoriviste di qualche anno fa. A parte qualche sporadico caso (ad esempio la forzatissima ed evitabile “siamo fatti della stessa materia delle stelle” cantata in “Romeo e Giulietta”) anche i testi in italiano suonano bene, ed è quindi senza dubbio da premiare la scelta di cantare nella propria lingua.
La compattezza della sezione ritmica di Viviana al basso e Dario alla batteria, assieme alle capacità tecniche dei ragazzi alle chitarre, fanno del disco un prodotto interessante per gli amanti del punkrock italiano anni 90, forse con le voci che in alcuni punti suonano un pò più ruvide e decise, in odore di Rancid e affini. Del resto, ormai sono talmente poche le band in italia a suonare questo genere e a crederci, che penso questi ragazzi vadano assolutamente supportati. Comprate i loro dischi, andate ai loro concerti e cresceranno, perchè per essere solo al secondo disco suonano già come un’ottima band.
TRACKLIST
1. Essi Vivono 2. Filosofia del binario morto 3. Mai più 4. Romeo & Giulietta 5. Stretto 6. Tutto ciò che so
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