KEEP THE FAITH: See your tears

Dalla sempre attenta Vacation House ecco tre nuove band italiane pronte a emergere con le loro proposte sonore: i palermitani Keep The Faith, i perugini Downpetersons e Ouzo. Partiamo col parlare dei Keep The Faith e del loro “.See your tears.”.
Il genere proposto da questo giovane quartetto è un hardcore melodico suonato scolasticamente e fatto di velocità e frequenti cambi di tempo. Nove canzoni (forse troppe per un simile esordio) che risentono di una registrazione non certo professionale, capace in diverse circostanze di sminuire trame sonore interessanti e rendere piatte le liriche.
La band, seppur ancorata a una proposta musicale che per il futuro deve essere studiata e ampliata stilisticamente, riesce a strappare una sufficienza meritata grazie a voglia di fare e spontaneità, caratteristiche ormai introvabili oggigiorno.

Molto più devoto al punk rock melodico sembra essere invece il disco omonimo dei perugini Downpetersons, cresciuti a pane, Misfits e Social Distortion.
Un gruppo solare, che non si prende più di tanto sul serio, suonando (bene) quello che più amano, ossia canzoni allegre e piene di vitalità. Un mix di coretti semplici semplici di derivazione pop punk che ti catturano immediatamente grazie alle buoni doti vocali del cantante e suoni tipici del rock più abrasivo, questo in poche parole il contenuto di “Downpetersons”. Cosa manca allora a questa band per emergere? Proprio nulla, in quanto la bravura c’è tutta, ora tocca alla fortuna essere dalla loro parte.

Sempre da Perugia ecco gli Ouzo, decisamente più incazzati e tecnici rispetto ai due precedenti gruppi. “Support your local hardcorers” è un disco di puro hardcore melodico di stampo californiano, reso interessante da continui stop’n’go e fraseggi chitarristici dai suoni quasi metal. La velocità anche nel loro caso è vitale, con un batterista dal buon tiro e decisamente abile nel proporre tempi serrati.
Seppur monocorde la voce del cantante sembra adatta alla foga espressa dalla band, furiosa e devastante soprattutto quando si esprime in lingua italiana. Proprio dai brani cantati in italiano vengono allo scoperto influenze stilistiche derivanti dal nostro scenario hardcore, difatti “Il tuo stupido odio”, “Il vero veleno” e “La tua verità” sembrano usciti da un disco degli Skruigners talmente sono incazzosi. In conclusione tre dischi per tre tipi di palati, tutti ben riusciti e da supportare in quanto frutto del sottosuolo nazionale.

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