KARTOONS: Undelivered

Doppia recensione

KARTOONS : UNDELIVERED ( 2005-Mania R./ Now Sound)
THE PREACHERS : VOODOO YOU LOVE? ( 2005 / Teen Sound Records)

   La  passione viscerale per un suono che affonda tenacemente le radici nei Sixties accomuna queste nuove produzioni di due bands che provengono dai due estremi dello stivale : KARTOONS da Cosenza e THE PREACHERS da Omegna (Vb) .  Ancora una volta è l’indispensabile MASSIMO DEL POZZO a far da ‘padrino’ : è la sua NOW SOUND a distribuire i primi, mentre The Preachers escono per la sua TEEN SOUND RECORDS

 ‘  UNDELIVERED ‘ e ‘ VOODOO YOU LOVE’  sono due dischi importanti per motivazioni estetiche esattamente opposte, ma ugualmente fondamentali per l’ attualità di un modo di concepire il rock che ormai ha abbattuto le barriere del tempo.  Dopo aver ascoltato questi due dischi l’eterno tormentone su che senso abbia a nuovo millennio iniziato suonare garage neo-sixties si dissolve senza colpo ferire, ed il fatto che siano due bands italiane con la loro grinta, competenza e passionalità a dissiparlo ci riempie di gioia . 

Il lavoro precedente dei Kartoons guidati da Francesco Ficco, ‘Introducing…’, risaliva al 1998 e che il loro suono nel frattempo sia cambiato, in alcuni episodi clamorosamente, è una novità estremamente piacevole : UNDELIVERED  (perché… mi dice Francesco…avrebbero voluto realizzarlo su vinile ) è stato autoprodotto  con la Mania Rds di Cosenza ed è una raccolta di otto blande ballate ‘garage’ pregne di una malinconia autunnale assolutamente intrigante. 
La continuità d’ispirazione in questi solchi è assicurata da una suadente vena nostalgica di  un’innocenza tipica di ‘ quella ‘ fatale decade : l’uso armonico delle voci è valorizzato al massimo e questo mi pare la novità e la qualità maggiori ed inconfutabili di Undelivered :  in HOME LITTLE JOY, TURNING GRAY, SMILE FOR YOUR LIFE raggiunge risultati, lasciatemelo dire, eccelsi ; Francesco canta sempre su registri molto rilassati ed intimistici,  Johnny appronta preziose tessiture acustiche ed elettriche, mentre particolarmente indovinata l’introduzione di delicate sonorità quali quelle di glockenspiel, harpsichord, braguesa e cabala.   

Sembrerebbe, a giudicare da una ‘fatata’ filastrocca come ALICE COME BACK HOME,che i nostri calabresi in questi ultimi anni abbiano ascoltato molto i primissimi Pink Floyd, quelli del lunatico e lisergico Syd Barrett, ma anche le partiture strumentali dei Beach Boys del periodo più creativo: HOME LITTLE JOY parte come un brano di Pet Sounds per poi dipanarsi attraverso una sorprendente  zuccherina alchimia compositiva di stampo prettamente anglosassone, molto vicina agli ineffabili XTC ma anche ai Beatles del Sergente Pepper ; a prendere il sopravvento nel finale voci ‘trascendentali’ ed un mellotron ( sembrerebbe..!!! ) decisamente progressive. Quando il brano termina si rimane trasognati e si fa quasi fatica a tornare alla realtà.  Ispiratissimo !!! 

  Home Little Joy, piccolo-grande capolavoro di Undelivered ( ma anche Alice Come Back Home e Smile For Your Life)  sintetizza a parer mio alla perfezione la nuova dilatata filosofia musicale dei Kartoons proiettandoli decisamente al di là dell’ottica neo-mod / garage che li ha caratterizzati sino all’altro ieri.  Decisamente dovrebbero continuare in questa direzione. 

Se i Kartoons di Undelivered si addentrano nell’aspetto più etereo ed angelicato del garage made in 2000, THE PREACHERS con  VOODOO YOU LOVE? ne incarnano e vivificano il lato più selvaggio e criptico. Questo loro primo lavoro per la Teen Sound è  già un piccolo capolavoro di maturità sonica e si dichiara subito, a partire da malefici brani di sapore decisamente B.F.T.G.  quali ANTS ROOM, SHAKE YOUR BONES, HELL-O figlio diretto del garage-revival degli anni ’80, i gloriosi Fuzztones innanzitutto, in virtù di un uso perverso e malato di organo/tastiere ( Scaio ) e Phantom Guitars ( Bax edEdy ) . Ma non si pensi ad un pedissequo e sterile rifacimento di quel suono storico, perché The Preachers vi iniettano una dose letale di personale malvagità ed un impatto esecutivo devastante ed attualissimo. E poi possono contare su un lead-singer, Bela Filosi che riesce a filtrare mirabilmente le sue influenze producendo un ‘mood’ dark mirabile. 

Quando pensi di averli inquadrati , dopo la palpitante cover di THE BAG I’M IN ( Fred Neil) e la perversa SEX RULES,  arriva un piccolo gioiello power-pop come  CHILD,  fiero di un refrain urgente ed emotivo, a testimoniare di un’ecletticità  compositiva che ritroveremo, dopo l’ottima cover di LITTLE RED BOOK, decisamente messa a fuoco  in TRY TO JOKE, amara e strascicata pantomima esistenziale : anche qui un refrain che ti si inchioda subito nelle sinapsi ( The Preachers hanno davvero un talento particolare in merito !). 

Voodoo you love? chiude alla grande con i sei minuti di THE PREACHER,  sorta di manifesto estetico nonché stupefacente tour de force strumental-recitato, con  chitarre e tastiere ‘effettate’ perse in bui corridoi serpentini ad intrecciarsi senza sosta e Bela che sfacciatamente rincorre pericolosi ed enfatici spettri Morrisoniani.  L’espressionismo garage dei Preachers raggiunge qui i suoi massimi vertici straripando in un immaginario rock senza tempo.  
Un debutto davvero straordinario per una band italiana dalla caratura internazionale ..

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