JOEY CAPE – Bridge

Copertina color cammello, ritratto grossolano, grafica minimalista, ecco come si presenta dall’esterno “Bridge”, l’album solista di Joey Cape, frontman dei Lagwagon, giunto a questo traguardo dopo lo split con Tony Sly del 2004.
La povertà di dettagli, i colori accecanti, le scritte cubitali sono solo alcuni degli indizi che esprimono da subito l’essenzialità di questo disco, un lavoro profondo, riflessivo e personale.

Il cd si apre con la solare e spensierata “The Ramones are dead”, canzone scritta da Joey sotto il marchio The Playing Favourite, che per chi non li ha mai sentiti nominare, non sono altro che un nuovo progetto di Mr Caper con amici di vecchia data.
Tra le successive 11 tracce compaiono, forse in veste migliore rispetto all’originale, anche Errands”, “B-side”, “Memoirs and Landmines”, “No Little Pill” e “Mission Unaccomplished”, brani tratti dall’ultima e poco convincente uscita della band di Santa Barbara , “I think my older brother used to listen to Lagwagon”.

Musicalmente nulla è stato azzardato e rispetto a quanto fatto da altri colleghi (penso agli album quasi folk di Nikola Sarcevic dei Millencolin) solo una chitarra acustica accompagna Joey in questo viaggio introspettivo della durata di 36 minuti.
Così la sua voce diventa protagonista indiscussa, emozionandoci ancora una volta (“Everyone finds someone / Maybe I found you / Everyone finds someone / Baby I found two”) e trasformando questi brani in veri e propri racconti, quasi delle confidenze (penso alle dolci ballate “Canoe” e “Who we’ve become). I testi sono profondi, sinceri, e malinconici, sottolineando ulteriormente la delicatezza di questo disco e rinverdendo un aspetto che già in passato ha caratterizzato le produzioni targate Bad Astronaut.

Probabilmente molti di voi, dopo questa breve parentesi acustica, torneranno senza troppe esitazioni ad ascoltare gli intramontabili “Trashed” e “Hoss”. L’importante è però ammettere che “Bridge” (prodotto in Europa da BadTaste Records e distribuito in Italia da Rude Records), è un lavoro maturo, frutto di un artista che nel corso degli anni è sempre stato in grado di mettersi in discussione e di mostrarsi apertamente. Ed è proprio questo uno dei maggiori insegnamenti trasmessi da Joey: saper sconfiggere la timidezza, la vergogna, il timore ed esternare la parte più intima di se, senza snaturarsi ma cercando il modo più congeniale per farlo. E non ci sono dubbi, che il suo preferito, sia la musica.

Voto: 7/10

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