Nuovo disco per i romani Jetmarket, uscito in Italia per i tipi di No reason e pubblicato all’estero da unacordata di indie labels. I Jet market sono attivi dal 1998 e in questi annihanno tenuto alta la bandiera dell’hardcore melodico in Italia con passione estraordinaria dedizione. Quindi ancora di hardcore melodico si parla e lecoordinate sono Belvedere e Much the same, a volte più cattivi, tipo a Wilhelmscream o No trigger, sempre ultrapuliti.
“Sparks against darkness” suona piùtecnico che mai, con certi elementi esaltanti (tipo l’assolo di “Wayfarers”) ealtri che io trovo un po’ ridondanti (gli urli in “Don’t say you are sorry,because you are not” sotto la bella voce melodica di Giacomo o l’intro strumentale,bello ma un po’ inutile). La straordinaria tecnica è comunque un elemento piùche positivo, distingue i Jet market da quasi ogni altro gruppo italiano epermette loro di trovare soluzioni molto interessanti. A volte la formacanzone classica non è rispettata e questo spiazza un po’ ai primi ascolti mapoi le canzoni riescono a risultare comunque fluide e a dare una grandecompattezza al disco, cosa che la band aveva già conquistato con il precedente“Perdition”.
Personalmente preferisco le canzoni più classiche: le miepreferite sono “Sparks against darkness” nel cui finale sale in cattedra Stevedei This is a standoff per duettare con Alex e “15 hundred miles for a 15people show”, con il suo ritmo alla Pulley e il testo che parla delle pazzetrasferte a cui si prestano ancora i Jet market (chi li conosce sa che è tuttovero!). Il disco contiene due canzoni “strane”: la prima, bella, è “You canalways make my day” con la chitarra che lascia gli accordi e la batteria chesuona solo il rullante; la seconda è “Hate is a baggage”, una canzone in perfettostile hardcore melodico con batteria veloce, cori a manetta, basso, ma in cuimancano del tutto le chitarre. Sinceramente quest’ultima mi lascia un po’perplesso, mi piacerebbe sapere se è stata concepita così o è stata una sceltain fase di registrazione. La canzone è comunque bella, ma mi chiedo se avrebbepotuto esserlo di più con le chitarre. Personalmente preferisco le canzoniveloci rispetto alle mid tempo.
Un’ottima registrazione curata dallo stessoAlex (cantante e batterista) e un bell’artwork completano questo disco chespicca decisamente nel (non esaltante purtroppo) panorama hardcore melodicoitaliano e che ha buone possibilità di essere apprezzato in tutto il mondo. IJet market hanno il pregio di incidere un disco sempre migliore del precedentee questo non fa eccezione