Izzy Day 2019 con Watertower, Viboras e tanti altri (Monza, 22/6/19)

Foto e report di Paolo Bianco.

L’Izzy Day è una tradizione del punk rock brianzolo da diciassette anni: ogni Giugno alcune delle band più note della zona si riuniscono, tendenzialmente al FOA Boccaccio di Monza, per una serata in ricordo di Marco Invernizzi – trombonista dei Watertower, scomparso l’11 Giugno 2002.
Quest’anno la lineup è piuttosto inedita (in passato sul palco sono stati ospiti di frequente Punkreas e De Crew, ad esempio), ma ovviamente i Watertower sono i padroni di casa per un festival ad ingresso piacevolmente gratuito.

A causa di casini vari, arrivo al centro sociale di Monza solo alle 22: temo di essermi perso quasi tutte le band, ma in realtà riesco a sentire gli ultimi due pezzi di Amos & The Ruers, fra le quali spicca l’ottima Amsterdam blue jeans: comprendo quindi che la scaletta è in ritardo di circa 90 minuti, e che il termine del mini-festival, fissato per mezzanotte, sarà un lontano miraggio. Faccio uno spoiler subito: le danze sono terminate alle due e mezza – e comunque tutti erano ancora abbastanza in forze per pogare.
Terminato Amos, è il turno di Lester Greenowski, una moderna leggenda del rock and roll italiano. La sua fama è tutta meritata, grazie al carisma del frontman (Lester stesso), e alle canzoni che prendono a grandi mani dal meglio dei Ramones e degli Hellacopters. Lo spazio interno del Boccaccio si riempie, si balla e si passano birre sul palco, la festa è nel pieno dello svolgimento.
Gli Smokers, che arrivano subito dopo, dimostrano come sia aperta mentalmente la scena punk odierna: il duo di musicisti propone un assalto musicale in stile industrial – ascoltandoli sembra di sentire gli Atari Teenage Riot, ma ricevono la giusta dose di applausi e apprezzamenti, grazie anche al fatto che i due erano amici di Izzy, al quale dedicano parecchie canzoni che lui avrebbe apprezzato. Indubbiamente in un contesto di musica urban riscuoterebbero un successo enorme, ma qui la gente sceglie il loro set per bersi qualche birra (rendiamoci conto che le birre in lattina sono vendute a 1 euro!) e chiacchierare con amici che magari vede solo una volta all’anno in questa occasione.

La sala-concerti torna a riempirsi quando sul palco salgono i Viboras, e sarebbe facile fare battute sul fatto che una donna dietro al microfono attira sempre una gran folla. La realtà è molto più complessa, e merita una riflessione: lo spazio sotto al palco si riempie di ragazze molto giovani, evidentemente venute al Boccaccio solo per l’esibizione del gruppo di Irene. Si può supporre, quindi, che quando una ragazza riesce ad imporsi in una scena maschile, diventa un modello da seguire per ragazze più giovani, nella dura lotta verso la parità di genere – una parità nella quale non si facciano più battute su quanto tiri una donna dietro al microfono.
Al netto di questo, i Viboras dimostrano che il loro successo è più che meritato, e che se in giro si definisce Irene “la Brody Dalle italiana” di certo non ci si sbaglia. Anzi, nel 2019 a livello di forma fisica e vocale, Brody può benissimo venir messa in secondo piano dalla cantante italiana. Il gruppo si esibisce in formato “power trio”, vista l’assenza di Sal alla chitarra, ma fanno abbastanza casino per sopperire alla mancanza, presentando dal vivo il nuovo EP Bleed.
Una nota anche alla pulizia dei suoni, ascoltata per tutta la serata: cosa rara, sul palco di un centro sociale.

Infine, arrivano i Watertower, che alla pulizia tecnica preferiscono la potenza dei volumi: suoni sparati a mille ed un concerto che parte subito col botto. Il gruppo di Arcore ha un nuovo EP dal quale estrarre nuovi pezzi, ma naturalmente tutti aspettano i brani di Saloon (ultimo disco su cui suonò Izzy, nel 2001), e le atmosfere western di Billy o Sudore ricordano a tutti perché ascoltare i WT è sempre qualcosa da presa bene. Si balla ska, ma si poga anche – con Parenti Serpenti è difficile stare fermi, e ovviamente con la doppietta finale dedicata alle forze dell’ordine (La Disoccupazione / Arriva Arriva) è il delirio completo, al Boccaccio. Da far notare l’idea di un sobrio amico dei Watertower, che porta nel pogo (e poi sul palco) una scala con la quale favorire lo stagediving: un divertimento per grandi e piccini.

Parlando di persone più giovani, fa impressione pensare che per motivi anagrafici almeno la metà delle persone presenti al concerto non abbia mai avuto la fortuna di conoscere Izzy, e che forse alcune non erano nemmeno nate, quando lui se n’è andato. Eppure, il suo spirito riunisce tutti nella musica della sua band, ed è ammirevole che dopo tanti anni il suo ricordo sia abbastanza forte da riempire, ancora una volta, il Boccaccio. Siamo sicuri che tutti, vecchi o nuovi amici, si porteranno a casa un gran ricordo della serata e dei Watertower.

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