1) Ciao ragazzi, per chi stesse sulla luna e non conoscesse la Skaletta e lo Shake , parlateci della storia di questi gloriosi rock Club.
Federica: nel 2019 abbiamo festeggiato i 25 anni di attività della Skaletta. È stata una bella festa. Non eravamo consapevoli del terremoto che di lì a poco si sarebbe abbattuto sulle vite di tutti noi e del mondo intero. Il segreto della nostra longevità è nel non prenderci troppo sul serio, nell’adattarci ai cambiamenti gradualmente. Nel 94 eravamo un nucleo di ragazzi ingenui e al tempo stesso arroganti, ora siamo adulti riflessivi. Sappiamo che gli anni d’oro dei live 2/3 volte a settimana sono passati. Ci rendiamo conto del poco ricambio generazionale. Ma non per questo desistiamo, lavoriamo alla programmazione in modo più realistico e maturo, senza scordare la nostra attitudine.
Hervé: Siamo nati nel 2002 pensando che saremmo durati un paio d’anni e invece ne sono passati quasi 20! Nei primi 5 anni lo Shake è stato la prima sala prove in città. Avevamo due sale dalle quali sono passate praticamente tutte le band spezzine, cosa che ha favorito il proliferare di molti gruppi. Poi, nel 2005 hanno incominciato ad esserci a Spezia più sale prove che gruppi e quindi ci siamo reinventati come live club. Da li ci siamo focalizzati sulla programmazione dei concerti togliendoci un po’ soddisfazioni invitando tantissime band da tutto il mondo. Ma a parte tutto questo lo Shake, per molti, è casa. Un posto dove sai che troverai sempre qualcuno con cui passare la serata.
2) Quale è il concerto più memorabile che avete ospitato?
Federica: Dirne uno è difficilissimo. Poi lo stai chiedendo a me, quindi mi sento di citare il festival dei primi 10 anni della Skaletta, per quello che si è respirato in quei giorni. “It’s Alive” qualche Natale fa, talmente forte e coinvolgente che i ragazzi han dovuto fare due set! E direi la prima volta dei Diaframma, essendo una fan ero emozionatissima. Ma se me lo chiedi tra dieci minuti risponderò diversamente!
Hervé: Difficile sceglierne uno. Ce ne sono veramente troppi. Così su due piedi ho un bel ricordo del concerto di Natale di una decina di anni fa coi Fuzztones con Shake imballato, tanta gente da fuori, atmosfera stupenda e tanto divertimento anche dopo il concerto. Anche la prima volta che sono venuti i Fleshtones è stata memorabile. Poi vabbè, i primi tre Shake Fest sono stati secondo me l’apice dell’entusiasmo. La verità è che il concerto memorabile, soprattutto nei piccoli club, si crea con la band giusta e il pubblico giusto .. e li c’era tutto.
3) La Spezia non è una metropoli al pari di Milano, Bologna o Roma: quanto la presenza del tuo locale ha secondo te influenzato l’importanza della tua città nello sviluppo della scena punk e rock?
Federica: Bologna metropoli? Naaaa (effettivamente… n.d.r.)
Hervé: Ha sicuramente avuto un’importanza fondamentale per tutto quello che è il circuito musicale della città. Quando abbiamo iniziato a fare concerti la nostra programmazione era focalizzata soprattutto su garage, rock’n ‘oll, punk e hardcore. C’era un bello zoccolo duro di gente che seguiva i concerti e questo ci permetteva di avere una programmazione interessante con molte band da tutta Italia e dall’estero. Il 99% dei concerti era gratuito e questo ha fatto si che lo Shake diventasse un buon punto di aggregazione per chi era interessato a questi generi. Penso comunque che al di là della scena rock, sia Shake che Skaletta siano stati fondamentali per aver in qualche modo trasmesso alle generazioni che ci hanno frequentato un certo tipo di sottocultura, cosa non scontata nelle piccole provincie.
4) Come è nata l’idea di metter su la Skaletta?
Federica: È nata per gioco. Io, un paio di amiche e mia sorella Daria pensammo che sarebbe stato bello avere un posto dove lavorare insieme e perché no, organizzare eventi. Ancora frequentavo l’accademia di belle arti, e la mia idea di “posto” era quello del centro sociale occupato. Anno dopo anno, la Skaletta sopravvive a mode, problemi, a se stessa. Questo è quanto.
Hervé: Come dicevo, l’idea iniziale era quella di creare un ambiente che ruotasse intorno alle sale prova, qualcosa che in città non c’era e che andasse oltre alla classica sala dove vai, suoni e torni a casa. All’epoca c’erano tantissimi gruppi, ma le uniche sale erano fuori città. Mi piaceva l’idea di un punto di ritrovo dove le band, dopo aver suonato, potessero fermarsi, beccare altra gente, bere qualcosa, ascoltare buona musica e sentirsi a casa… e così è stato. Poi, come dicevo prima, scemando pian piano il discorso delle sale prova ci siamo dovuti reinventare: tra le varie idee c’era anche quella di diventare studio di registrazione ma poi decidemmo di optare per i concerti e di puntare su una programmazione live continuativa. Oggi lo Shake ha 3 palchi, uno esterno e due interni.
5) Veniamo, ahinoi, alla stretta attualità : il covid ha messo in crisi (e purtroppo continuerà a farlo) il mondo della musica in generale e quello dei locali in particolare, come ve la state passando? Avete in mente qualcosa per ripartire appena tutto questo schifo finirà?
Federica: Eh…è un momento assurdo. Noi abbiamo aderito pure al format #ultimoconcerto, del quale fanno parte 120 locali storici sparsi per lo stivale, che rischiano di non riaprire. Noi cerchiamo di avere pazienza, autofinanziarci e pensare in modo positivo. Non vedo molta altra scelta purtroppo, se non lo sperare che tutto questo infinito periodo covid finalmente arrivi al termine!
Hervé: Ovviamente ce la stiamo passando maluccio come tutti coloro che hanno a che fare col mondo della musica ma se proprio dobbiamo essere onesti, il live era già in crisi prima che arrivasse il covid. Mi chiedo se tutto questo casino favorirà almeno un’inversione di rotta generando un po’ di interesse per i concerti. Potrebbe anche essere che il post covid ci dia delle belle sorprese.. vedremo!
6) A proposito di questo, parlateci del progetto di fundrising a sostegno di Shake Club e Skaletta Rock Club messo in piedi con il fondamentale ausilio di Striped Music
Federica: Con Hervé abbiamo pensato di unire le forze. Siamo cresciuti insieme, collaborando in mille occasioni e adesso abbiamo gli stessi problemi con i rispettivi club. Dallo stato non è arrivato nessun aiuto, il terzo settore e il mondo della cultura sono stati considerati superflui e rinunciabili. Ci siamo detti, facciamo qualcosa noi senza aspettare aiuti che non arrivano. Andrea, durante il nostro direttivo si è offerto di mettere a disposizione Striped per la distribuzione. Hervé ha ripreso il logo “Las*Pezia Rockers” e l’ha svecchiato per fare un bellissimo merch nuovo di zecca e contenente al tempo stesso la nostra storia. Tutto ciò si sta rivelando una fortuna, ci stanno in tantissimi mostrando un affetto che fa bene al morale e ci aiuta a pagare le bollette!
Hervé: Più volte con Federica e Daria ci siamo confrontati riguardo alla situazione dei nostri club. Non ci piaceva l’idea di un fundraising fine a se stesso senza dare nulla in cambio e da qui si è deciso di ristampare la storica maglietta “Las*Pezia Rockers” che unisce concettualmente un po’ tutti. Questa maglia venne stampata per la prima volta 25 anni fa in rappresentanza di quella che era la nostra scena locale. Andrea, che non ringrazieremo mai abbastanza, si è offerto poi di gestire tutta la parte logistica del fundraising con Striped e per ora la risposta è stata grandiosa e inaspettata.
7) Tornando alla scena della vostra città, noi tutti sappiamo della strettissima amicizia che lega indissolubilmente Shake e Skaletta (e, per forza di cose, Manges e Peawees): quali sono nel particolare i vostri rapporti quotidiani?
Federica: I miei rapporti con i Manges sono talmente stretti che potrei senza ipocrisia definirli “familiari”, Manuel è una colonna portante della Skaletta da sempre, Andrea è sempre stato presente, ma ora che è tornato a vivere a Spezia, in più i Manges hanno girato il loro ultimo video in una Skaletta deserta, nel bel mezzo del covid. Che dire? Sono fratelli. I Peawees lì frequento meno, ma l’affetto è fuori discussione!
Hervé: In verità siamo tutti sparpagliati qua e là per l’italia, persi nelle nostre vite e ci vediamo ben poco. Io ho iniziato la mia esperienza musicale nei Manges quando avevo 18 anni e poco dopo, verso la fine degli anni 90, ho iniziato a lavorare in Skaletta con Daria e Federica, dove ho organizzato i miei primi concerti, fatto le mie prime locandine.. etc.. Poi ho fondato i Peawees e successivamente aperto lo Shake ma nel corso degli anni abbiamo continuato a collaborare in più occasioni: coi i Manges, prima con il progetto “Its Alive” e poi con la produzione di “All Is Well”. Mass ha contribuito alla realizzazione di alcune copertine dei Peawees. Skaletta e Shake invece hanno collaborato in varie occasioni come concerti fuori sede ed hanno preso parte, insieme ad altri due locali, al progetto Spazio Boss, durato 4 anni intensi. In qualche modo ci siamo sempre intrecciati.
8) Se domani vi dicessero che la settimana prossima potreste ricominciare con gli eventi live, quale sarebbe il concerto che decidereste di organizzare?
Federica: Mm…intanto facci riaprire poi vediamo. Voi Chromosomes come siete messi a date?
Hervé: Sicuramente organizzeremmo un festival includendo più band possibili. 20 minuti a testa! dalle 9 di sera alle 6 del mattino!
Supportiamo il fundraising qui, è fino al 2 Marzo!
Las Pezia Rockers Fundraising – StripedMusicCom