Intervista con Alex di Hub Music Factory: tutto quello che vorreste sapere, anche se potrebbe non piacervi

Tutti vi sarete accorti che il primo (e ci auguriamo ultimo) compleanno questa situazione schifosa se lo è appena fatto. Una di quelle ricorrenze che non festeggeremmo nemmeno se il party fosse gratis, con l’open bar e la nostra band preferita sul palco. Eh già perché il problema sta là, nonostante sia il compleanno del protagonista di questo scempio, non ci sarebbe alcuna band preferita né tantomeno un party. Tutti noi nel proprio intimo abbiamo immaginato vari modi in cui l’uomo sarebbe finito nella merda: meteoriti, alieni, zombi, salti temporali o una più pratica invasione vecchio stile da parte di qualche dittatore pazzo. Certo tutti scenari estremi, forse troppo. Ma la situazione in cui ci troviamo ora a suo modo non è forse già troppo estrema?  Fermo restando che nessuno di noi vuole mancare di rispetto a chi ha sofferto e soffre ancora oggi, gente che ha perso ben più del piacere di ascoltare musica, la domanda che ci facciamo tutti è “torneremo a vivere la musica come la intendiamo noi ossia sotto un palco, sudati, carichi come molle senza che l’idea di sedersi sia contemplata?”  Bella domanda eh?  Noi qualcosa di simile (e non solo) l’abbiamo chiesta ad Alessandro Fabbro, colui che ha creato e gestisce una delle più importanti agenzie italiane di eventi live (Rock in Idro e Bay Fest vi dicono qualcosa?). Cominciamo!

Ciao Alex è un grande piacere averti con noi sulle pagine di Punkadeka. Sabato 5 ottobre 2019 ho avuto la fortuna di fare due chiacchiere con voi. Eravamo ancora freschi di Bay Fest e Punkadeka Festival, al Carroponte c’era una serata in corso, eravamo al concerto dei Selecter e la stagione concerti si prospettava davvero interessante, insomma un’assoluta normalità che oggi tutti sogniamo e per cui daremmo un anno di vita per riaverla indietro (in effetti). Alex questa più che una domanda è una richiesta di rassicurazioni, che ci dite per tranquillizzarci?

La speranza é l’ultima a morire, ce la stiamo mettendo tutta per ripartire prima possibile, ma bisogna anche guardare alla realtà e purtroppo i numeri della pandemia che per tutto il mondo sono ancora molto preoccupanti. Come tutti attendiamo i risultati dei vaccini e appena avremo una certezza che si potrà lavorare in sicurezza noi saremo pronti. Credo sia necessario attendere ancora un mese per capire se ci sono i presupposti per ripartire. Vedere ancora tanti grandi festival europei che ci credono e resistono mi fa essere ottimista sulla prossima estate.

Alex in uno dei numerosi eventi di HUB che spesso segue personalmente



La musica ha risollevato gli umori dopo eventi storici negativi, ha fatto politica e a volte ha battuto il tempo di importanti rivoluzioni sociali (per esempio qua in Italia ad ottobre abbiamo assistito alla manifestazione “Bauli in piazza”, da cui è nata un’associazione “Bauli In Piazza – We Make Events Italia” che è stata perfino inclusa nella gestione della campagna vaccinale). Nonostante tutto ciò dall’opinione pubblica e dalle istituzioni è declassata a mero intrattenimento a differenza delle altre forme d’arte che sono definite cultura. Potrebbe essere questo uno dei motivi per cui in questo periodo già nero sta vivendo questo ulteriore stato di sofferenza?

Purtroppo hai perfettamente ragione. L’Italia in particolare vive sempre del suo passato, al massimo considera come cultura solo la musica classica e lirica snobbando completamente quella contemporanea. La nostra speranza è che ora che tutti sanno che davvero tanta gente lavora nell’ambito musicale (se volete una vaga idea andate a vedervi i video della manifestazione di Bauli in Piazza a Milano NdS) e l’importanza che ricopre nella società tale ambiente a livello culturale ed economico (oltre essere traino di tante attività turistiche) le cose possano cambiare in futuro. È necessario che considerino tutti noi, dal musicista al tecnico del suono, dei lavoratori a tutti gli effetti. Personalmente nutro anche la speranza che ci sia un ritorno della musica di protesta. Di questo periodo abbiamo estremo bisogno di personaggi come Joe Strummer o Bob Marley.

Ammorbidiamo e parliamo un po’ di passato. La scena Punk e più in generale rock degli anni 90 sembrava potesse arrivare più lontano dei confini nazionali (cosa in cui ad esempio le band scandinave del periodo sono riuscite notevolmente), cosa che avrebbe garantito loro una maggiore possibilità di longevità: cosa lo ha impedito secondo voi?

Il punk è stato oggetto di una grande rivoluzione culturale, musicale e sociale. Ancora oggi dopo tanti anni è molto presente con tutte le evoluzioni avute negli anni. Purtroppo, in particolare in Italia, ai tempi sono state create delle gabbie mentali. Se non ti comportavi in una certa maniera eri criticato o escluso dalla scena. Molte band che erano arrivate a livelli piuttosto elevati hanno subito varie accuse tra cui quella di essersi vendute, ciò di fatto ha bloccato la loro carriera al di fuori di certi circuiti. Un esempio per tutti sono stati i Negazione che ritengo siano quelli che potevano avere maggiore fortuna e longevità  se solo non avessero dovuto affrontare questo genere di problematiche.

The hives 2011


Domanda di pura curiosità. Durante tutta la vostra carriera siete riusciti a lavorare con i musicisti dei vostri sogni, quelli di cui siete o eravate fans della prima ora?

A noi piace considerarci promoter a 360 gradi, è innegabile però che la nostra specializzazione è nel mondo punk e alternative. Il motivo principale di tale specializzazione è che siamo cresciuti con questi generi, ciò ci ha dato la possibilità di lavorare con gran parte dei gruppi di cui eravamo fan prima di iniziare la nostra attività nel mondo della musica. Quando hai la fortuna di promuovere una delle tue band preferite diventa un doppio piacere, situazione verificatasi ad esempio con Mike Ness e i Social Distortion e Mike Muir con i suoi Suicidal Tendencies.

La situazione attuale ha permesso (obbligato forse é meglio) molti musicisti a scervellarsi per poter trovare metodi alternativi per proseguire la loro attività. Da questa voglia/necessità di non fermarsi ne è nata un’intensa attività online: suonate sul divano, palinsesti quotidiani sui social, podcast e perfino concerti quasi in piena regola con tanto di biglietto. Secondo voi tutto ciò ha senso? Nella situazione in cui ci troviamo queste attività “salvano” la musica e se sì per chi?

Lo streaming é l’antitesi della musica live, quindi mi reputo contrario a questo tipo di soluzione come forma sostitutiva a quella tradizionale. In questo periodo però trovo normale che si utilizzino queste modalità di “fare live” come fase transitoria. Facendo un parallelo è come il caso della competizioni sportive senza pubblico, non è né bello né tantomeno coinvolgente come lo era prima che arrivasse il virus. Tuttavia non trovo intelligente sospendere gli eventi sportivi, la vita comunque deve andare avanti nei limiti che il momento in cui viviamo ci impone, in attesa di superare questo incubo.

Volendo rimanere in argomento, secondo te le istituzioni quanto avrebbero potuto fare e possono ancora fare ancora oggi per evitare il peggio?

Sicuramente possono fare molto ma vedo tanta confusione, punti di vista opposti e giochi di potere che sono al di sopra delle esigenze delle persone. Va detto che ciò che è accaduto è di portata enorme ed inaspettata e che si è abbattuta a livello globale con una velocita inaudita. Prima di tutto ciò erano tutti concentrati solo sull’aspetto economico, ora é necessario che si abbia come priorità l’ambiente ed il rispetto del pianeta.

Se vi dico Sanremo 2021 cosa mi rispondi?

Domanda di riserva?  

I retroscena ci piacciono sempre e sicuramente voi ne conoscete a bizzeffe. Quale è stato l’artista che vi ha più fatto impazzire? E quello con cui vi siete trovati tanto bene che ci fareste una vacanza?

Quello che ci ha fatto impazzire di piè è sicuramente Pete Doherty dei Babyshambles. Gli artisti con cui abbiamo un ottimo rapporto sono molti, ma preferisco pensare alle vacanze con miei familiari e amici, persone che frequento costantemente da molto tempo.

Il Bay Fest 19 a detta di molti è stato il migliore dal punto di vista della line up ma come tutti i grandi eventi non è stato esente da critiche. Cosa ci aspetta nella prossima edizione? Quali saranno le novità e le conferme?

Il Bay Fest ha avuto una crescita molto graduale ma veloce. Crescita dovuta molto alla location credo unica in Italia e all‘idea che hanno avuto i nostri soci e amici della Lp Rock events con cui abbiamo collaborato in maniera propositiva fin dalla prima edizione del 2015 con delle line up sempre più importanti. Il 2019 é stato l’anno della consacrazione con il primo sold out. Anche le due edizioni precedenti sono state molto interessanti con esibizioni che rimarranno nella storia. Per fare un esempio memorabile fu quella dei Face to Face avvenuta durante l’edizione 2017. Non so a quali critiche tu faccia riferimento, ma presumo siano tutte nostrane. Io preferisco far fede ai commenti che arrivano dall’estero, quasi completamente positivi e in alcuni casi imbarazzanti da quanto entusiasmo trasmettono. Se ti riferisci ai casi di vile violenza contro persone inermi durante l’esibizione degli Agnostic Front bisogna notare che si è trattato di un evento negativo unico nella storia della manifestazione, purtroppo  premeditato e molto ben organizzato da un gruppo di stupidi violenti che si professavano fans della band in questione. Gentaglia che ha preso di mira un festival dove i principi sono completamente l’opposto rispetto i loro e da cui abbiamo preso le distanze immediatamente. Se poi vogliamo prendere come pretesto ciò per criticare il Bay Fest nella sua totalità senza vedere quanto di positivo ha prodotto in questi anni ce ne faremo una ragione. Per la prossima edizione del Bay Fest abbiamo un paio di novità  molto interessanti ma ve le sveleremo non appena avremo totale certezza di come andranno le cosa, speriamo già da quest‘anno.

Il Flyer del prossimo Bay Fest

Prima di salutarci che ne pensate di chiudere con qualcosa che ci lascerà a bocca aperta? Una novità, un progetto particolare…grazie

Rimarrei a bocca aperta se riuscissimo a ripartire con i concerti annunciati quest’anno.

Nella speranza di provare tale stupore e anche di più chiudiamo ringraziandoti tanto per aver dedicato il tuo tempo a Punkadeka. Alex ci vediamo sotto i palchi!!

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