Gli Attrito, sono certamente una delle band più attive ed apprezzate nel panorama hardcore-punk italiano. Nascono nel 2008 a Trento, dopo il promo registrano: “indotto a camminare” nel 2010,”triste opera itinerante” nel 2011 e “l’attimo del dubbio” nel 2014, oltre ad un paio di split (Congegno e Lyon-Estates). Hanno collezionato un numero impressionante di concerti, in Italia e all’estero.
Ciao ragazzi! Raccontateci un po di voi, di come è nato e si è evoluto il progetto.
Andrea: incontro, scintilla, detonazione, esplosione. Ci siamo conosciuti quasi per caso io e Bilo e nel 2008 ci siamo rintanati in sala a comporre, solite cose sai, “ho questo riff”, “provo a metterci questa rullata”. Rupert era un ragazzotto di buone speranze, ai tempi così sbarbatello, abbiamo scoperto che sapeva scrivere e pure incollare le sue parole di vetro sulla nostra tela a trama fitta, Luca stuccò le fughe al basso e il mosaico fu pronto, lo portammo in giro per anni in tutta europa, evolvendolo ad ogni singolo colpo di tosse o corda spezzata, gli abbiamo fatto varie istantanee che abbiamo inciso su caldo vinile e impresso su freddo cd. Da un paio d’anni le fughe le facciamo fare a Vittorio, un tarantino trapiantato in trentino che con le sue scale arriva molto in alto, dove mai ci eravamo spinti in passato. Tutto è in continuo movimento, tempi, parole, riflessi.
Qualcuno di voi suona in altre band?
Andrea: è sempre uno stare sull’attenti, i rumori, le parole, le pagine di un libro, tutto ciò che ci sta attorno ci nutre e ci modifica, sempre se siamo bravi a cogliere, per questo mi piace immergermi nuovi gruppi, fare, disfare, cambiare strumenti, provare la voce, cambiare la lingua. Non essendo uno studioso della musica è l’unico modo che ho per crescere e portare sempre cose nuove in quello che faccio. Molti progetti durano lo spazio di un respiro, altri persistono nel tempo. Oltre agli Attrito ti cito Incline, Thee Loyal Wankers e Blackowl.
Bilo: no, io personalmente non suono in altre band, ho questa concezione che sia giusto dare il 100% in un unico progetto. Poi del resto suono già con gli Attrito quello che davvero ho sempre voluto suonare quindi…
Vittorio: Io suono negli st1ven s1gal, un progetto da manicomio, ci hanno paragonato a decine di gruppi semplicemente perché in ogni pezzo potresti trovare almeno 2/3 generi diversi. Ci si diverte duro, date un ascolto alla demo, a presto il nuovo album! http://st1vens1gal.bandcamp.com/
Nel vostro ultimo disco l’attimo del dubbio possiamo sentire la voce di Fede dei Ludd nella canzone (stupenda) “l’incubo della quiete”. Da cosa nasce questa collaborazione?
Bilo: ho sempre apprezzato la Fede per il suo stile vocale e per la serietà e coerenza con cui si approcia a scrivere un testo e a cantarlo ed inoltre ho sempre apprezzato le collaborazioni all’interno di un album, per cui per l’attimo del dubbio mi è venuta molto immediata la cosa di proporre agli altri e a lei questo.
Come sono i concerti fuori dall’Italia? Il pubblico come risponde?
Bilo: i concerti fuori dall’Italia hanno sicuramente quel pizzico di qualcosa in più, è sempre un grande stimolo per me suonare il più lontano possibile. Per il resto non vedo grosse differenze, gran posti e gran gente ovunque, a partecipazione nel bene o nel male siamo li.
Andrea: all’estero il pubblico solitamente risponde in un altro idioma, i concerti sono organizzati con la stessa passione che si trova qui nella penisola, l’unica differenza che ho colto qualche volta è che all’estero tendenzialmente capiscono che “essere il gruppo” è fatto di grandi sbatti (ovvero: lunghi viaggi in condizioni precarie), quindi ti trattano bene (letto decente, colazione, rimborso garantito).
Non sono cose necessarie quando si va a suonare, ma sono sempre apprezzatissime.
Vittorio: Le differenze sono poche a mio avviso, portare però la propria musica in posti dove nessuno ti conosce o pochi è sempre una bella sfida e in certi concerti dove la risposta è stata interessante la soddisfazione è stata enorme. Ho ancora in mente un tipo a brno in repubblica ceca che cantava “triste opera itinerante” semplicemente grandioso!
Qual’è lo stato di salute della scena punk-hc oltre confine?
Vittorio: Non è una risposta facile da darti, in certi posti a volte neanche te lo aspetti ma un sacco di gente segue questa musica, ti porto l’esempio di alsasua nei paesi baschi, paesino da 5000 anime, all’incirca una sessantina di persone al concerto, record di vendita merch di quel tour a parte l’ospitalità grandiosa.
Così come può capitarti di suonare in capitali europee davanti a 10 persone con altrettante che si fanno i cazzi loro. Uno stato di salute altalenante 😉
Bilo: sicuramente molto buono a mio parere… lo stato del punk-hc in tutto il mondo secondo me è stato, è, e sarà sempre molto buono.
Andrea: non saprei, troppo vaga come domanda
Parlateci invece di Trento.
Vittorio: Trento, bella domanda. Ti evito un pippone sul trentino medio, per il resto ho trovato un sacco di gente in gamba negli anni, io vengo da Taranto e per fortuna adesso conosco un pò di persone con cui condividere un certo tipo di pensiero e modi di intendere ciò che ci circonda altrimenti ero già scappato.
Una delle scene punk-hc più frequentate d’Italia.
Andrea: Trento è strana, o meglio, ha parecchi contrasti interessanti dal punto di vista sociologico/topologico. Come tutta la relativa provincia è storicamente e orgogliosamente cattolica (basti pensare che ha dato i natali ad Alcide Degasperi, fondatore della Democrazia Cristiana), è terra di confine e ciò fa si che i dialetti siano molto variegati (qualcuno è pure riconosciuto come lingua tipo il cimbro o il mocheno) e di conseguenza le comunità parecchio chiuse tra loro.
Il paesaggio che ne deriva è costellato da baccani (leggi: proprietari terrieri, ma in senso lato anche contadini generici) con i loro trattori chiusi nelle loro valli e preti che spesso e volentieri occupano lo stesso posto dei politici locali.
In questo ambiente per così dire “ostile” allo sviluppo di controculture è naturale che venissero innalzate delle barricate sociali/culturali da individui politicamente svegli e moralmente aperti. La repressione è tanta ma la carica pure, gli assalti all’arma bianca sono regolari, seguiti e partecipati da tutta la gente “che non ci sta”: anarchici, disadattati, incazzati, ex-chierichetti stanchi dell’ostia, disoccupati, figli di contadini ai ferri corti con le mele, ecc…
Per citare un volantino dell’Assillo (posto recentemente ri-liberato in città): “siamo una bella ciurma”.
Quest’anno si farà Rumori dal lago #8?
Bilo: credo proprio di si… che estate sarebbe senza i rumori…
Andrea: il giorno che non ci saranno più i rumori significherà che è tempo di rinnovamento. Ad ogni modo quel giorno non è ancora sorto.
Vittorio: eccerto!
Ricordi delle edizioni passate?
Vittorio: Delirio puro, uno degli eventi hardcore più memorabili di sempre, tutti presi bene in un posto della madonna. Ricordi vaghi.
Andrea: quante pagine posso scrivere?
Bilo: troppi..certe scene bisogna vederle per caprile, ahahaha e forse neanche guardarndole si capirebbero.
Nella vita cosa fate oltre alla musica?
Andrea: faccio tutte quelle cose che fanno gli altri esseri umani per stare bene.
Bilo: io gestisco insieme ad altre due persone una palestra di arti marziali, functional training, ecc ecc, oltre che un team di kick boxing-boxe… Let’s go team chango!!! E poi ho un bellissimo studio di registrazione di cui sono molto soddisfatto. Musica e sport all day!!!
Avete in programma qualcosa nel prossimo futuro?
Bilo: super disco nuovo e un sacco di concerti.
Vittorio: Nuovo disco sotto i ferri.
Bene ragazzi, grazie. Vi lascio uno spazio per salutare i lettori di punkadeka.it e per dirgli ciò che volete.
Andrea: non sapevo esistesse ancora punkadeka, la leggevo a cavallo tra il primo e il secondo millennio. Ai lettori posso solo dire una cosa: mettete su un gruppo e suonate.
Bilo: Credere seriamente in quello che si fa, coerenza del proprio pensiero e gran rispetto verso tutto e tutti… Non prendete in giro chi vi sta attorno con false promesse e false chiacchiere, la sincerità fa di una persona una persona, chi è falso e mente prima o poi se ne pentirà, chi è reale è una persona con le palle nella vita… Punk-hc pride!!!
Vittorio: Ci si vede sotto e sopra il palco!