Attivi dal lontanissimo 1995 e dopo innumerevoli tour che li hanno portati in giro per mezza Europa (sono praticamente di casa in quella dell’est e in Polonia gli hanno addirittura dedicato un sito http://inerdzia.w.interia.pl) gli Inerdzia, ovvero Elenerd basso e voce, Lippo alla chitarra e Corvo alla batteria giungono al sospirato terzo album, licenziato dalla Derotten Records.
Il gruppo mi era entrato nel cuore con il bellissimo “Tu Puoi”, uscito nel 1999 e ristampato nel 2003 dalla P.O.T.A. ed ero quindi estremamente curioso di metter le mani su questo lavoro.
Il primo ascolto mi ha lasciato leggermente spiazzato, il disco suona meno street e più punk rock, più maturo (o meno istintivo a seconda dei punti di visti) e soprattutto è cambiato il modo di cambiare di Elenerd, la cui voce stridula nel corso degli anni ha subito un fisiologica cambiamento. L’evoluzione comunque non è così radicale e superata la fase iniziale il disco inizia a farsi apprezzare grazie a riff semplici ma originali e melodie quanto mai convincenti.
Troviamo alcuni nuovi elementi come la chitarra seventies de “Il punto di domanda” o i ritmi più lenti di “strade storte”, punk rock ballad spruzzata di Oi britannico. In “riordino l’armadio” (http://www.inerdzia.com/Riordino%20L%27Armadio.mp3) e “storia di tutti i giorni” si ritrovano i ritmi senza respiro dei vecchi brani ed anche per questo sono tra i miei preferiti.
Ottimi i testi, soprattutto quando trattano tematiche personali in cui Elenerd esprime una rabbia amara che rivendica un sentimento di rivalsa ed il desiderio di voltare pagina. I ventitrè minuti di durata possono sembrare pochi ma il gruppo ha preferito puntare sulla qualità e nessuno dei brani presenti è messo lì giusto per far numero; rimane qualche rimpianto per i suoni grezzi a cui mi avevano abituato ma in fin dei conti queste diversità rendono più stimolante l’ascolto alternato dei due cd, consapevole che in fondo l’attitudine e l’impegno sono sempre gli stessi.