Ci sono dischi che non bastano settimane per riuscire a trovare le parole per una buona recensioni e ci sono dischi che invece li ascolti e sai già cosa scrivere..
Questi sono i dischi più genuini, quelli che nascono dall’arte di una o più persone e non da uno studio a “tavolino” di ogni singolo passaggio.
In questa categoria, ormai sempre più merce rara nel panorama underground italiano, mi sento di inserire senza problemi il disco d’esordio degli INDIGO. Molto probabilmente il nome di questa band non vi dice niente ma appena scoprirete che la voce e la chitarra di questo trio livornese appartengono a Lorenzo Dinelli, leader dei Seed’n Feed, allora tutto inizierà a risultarvi più chiaro e delineato.
Si perché in questo nuovo progetto emerge in chiave più “jawbreakeriana” quello che i SEED’N FEED, band a avviso mai sufficientemente esaltata ed apprezzata, avevano mostrato a tutta la penisola con il loro “Modulo 25”.Melodia allo stato puro, piccole poesie che trasudano emozioni da ogni nota e parola.
Chitarre delicate fanno eco alla voce sempre impeccabile di Lorenzo in questi dieci brani, di cui 3 in italiano, territorio dove gli INDIGO sembrano poter dare il meglio di sé.
Certo non stiamo parlando di un album facile da assimilare, ma proprio per questo risulta facile appassionarsi appena trovata la giusta chiave di lettura.
I 3 brani in italiano si contengono con la bellissima “Loveless Lolita“ la palma di “single track” di questo ottimo disco d’esordio, che mostra una band motivata e con l’obbiettivo unico di comporre ottima musica.
Voto: 7+/10