Dopo un anno sabbatico è finalmente tornato il grande festival di fine estate che da anni caratterizza il rientro di molti alla normale vita quotidiana…ma prima?
INDIPENDENT DAY FESTIVAL – Bologna Parco Nord 02 Settembre 07
Grande musica e quest’anno non sono mancati all’Indipendent day i nomi che hanno imperversato nei piu’ grandi festival europei, chi ha avuto modo di fare vacanze festivaliere sarà anche riuscito a mettere a confronto le varie esibizioni .. non tutti hanno avuto questa fortuna e si sono goduti il lungo pomeriggio seguito dalla esplosiva serata terminala con TOOL e NIN immensi.
Personalmente sono molto fuori da questi generi, solitamente piu’ propenso al casino del PUNK che di Band denominate Indie, METAL, Progressive etc etc…ma che sinceramente catalogherei in altri ambiti musicali, meno male che ho trovato qualche buon anima che mi ha delucidato e mi ha fatto trovare la retta via per evitare di sparar cazzate, ne leggerete molte qui e correggetemi pure, non abbiate timore.
Innanzitutto c’è da lodare l’organizzazione che anche questo anno è stata impeccabile, forse si dovrebbe trovare la soluzione per far riuscire e rientrare i ragazzi nell’area ma sono comprensibili i problemi che ne derivano.
Detto questo mi addentro nella materia che tutti state attendendo di leggere, ovvero il report della giornata che è iniziata verso le 14 sotto un caldo intenso ma con quel filino di aria che allontanava odori malsani e ascellari rinfrescando le teste ma per fortuna a questo ci pensavano i pompieri elargendo acqua (meno male che ci son loro) ad aprire sono stati i PETROL, con un set corto ma efficace, ottima la presenza scenica sul palco e soprattutto il bassista davvero un gran figo a quanto ho sentito dire da qualche ragazza/fans che mi era vicino, ma io preferisco le Bassiste e mi concentro sulla musica potente che lanciano al pubblico presente che comincia a scaldarsi, non facile aprire un festival alle 14 sotto il sole cocente ma loro c’è l’hanno fatta ed il set è stato accolto bene, io ho arricchito il mio bagaglio conoscitivo apprezzando molto il batterista, minimale, preciso, potente, come piacciono a me…ottimi PETROL.
Pause brevissime tra una band e l’altra, i roadie non perdon tempo e meno male che ci sono loro di cui sono in pochi a ricordarsi ma è una categoria che va elogiata, ricordata e anche pagata ma questa è un’altra storia di altri festival…W i Roadie.
Arrivano sul palco BILLY TALENT, gia’ li conosco meglio e mi sono piu’ affini a quello che mi ronza solitamente tra le orecchie che povere mi mandano molti accidenti ma con i BILLY TALENT
Si rinfrancano e quasi le sento pogare, il set è lungo e hano la possibilita’ di sfoderare i loro classici e l’energia che li contraddistingue, molto bella la maglietta del Batterista che la sfodera con orgoglio, parliamo dei Bad Brains, e chi non apprezza i Bad Brains? (Magari è una idea alla Indipendente per portarli in Italia) 30 minuti surfando sulle note di This Is How It Goes, Devil In A, Midnight Mass, This Suffering, Line & Sinker, The Ex, Surrender,Perfect World, Try Honesty, Fallen Leaves, Red Flag (Grazie alle scalette fornita dall’ufficio stampa) magari non hanno suonato tutte queste song ma il popolo dell’Indipendent ha goduto molto ed io insieme a loro, immancabili le solite orde di ragazzine urlanti ma loro non sono proprio una Boy Band e non si attegiano a tale, io mi sono affezionato a loro anche perché il Benjamin (il cantante) si è offerto a qualche posa d’avanti alla mia macchina fotografica avida di scatti.
Comunque grande concerto per i Canadesi che io mi auguro di rivedere presto per un set tutto loro, consiglio al popolo del PUNK di dargli un occhiata se non li conoscete, ovvio.
Altro giro di giostra ma non su quello della Carra’ ma bensì dell’Indipendent con i gli “Statunitensi” TRAIL OF DEAD, il sole è cocente e punta diritto sul palco ma loro imperterriti non si risparmiano, Band insolita, ben due batterie sul palco, una fronte all’altra…cose gia’ viste ma non me ne ricordavo piu’ e ho subito dedotto che avrebbero spaccato, così è stato, l’alternanza tra i compiti di tastierista, chitarrista, batterista di Conrad Keely e Jason Reece fanno da soli lo spettacolo, l’indie rock dei Trail of Dead vola e affascina tutti, personalmente non li conoscevo e ne sono particolarmente colpito, come vedete non fa male andare ad un Festival dove non si conoscono le band che ci suoneranno, potrebbe succedere quello che è successo a me…chicca finale molto Punkrock, il bassista che suona con la corda rotta e la fa roteare nel mentre suona, ho visto Band stoppare il live, anche questa è attitudine.
Nel mentre che si attendono i BIG della serata ed il sole comincia a calare cerco di andare verso il banco bar per una birra ma aimèè devo rinunciare, coda immensa, colpa del fatto che non si possa uscire e rientrare o delle poche casse e spillatici? Vedete voi dell’organizzazione come fare, io sono rimasto a secco, lo show attendeva me per procedere.
Sono gli HOT HOT HEAT, la band meno apprezzata da me ma non dal pubblico che li segue attentamente, Steve Bays (il cantante) dal look sembra un piccolo potenziale Freddie Mercuri, anche vocalmente non male come del resto la Band intera ma non mi prende molto, scelgo di fare la coda per una birra e lascio che chi li apprezza si goda lo spettacolo, saluto Steve e mi dirigo al banco dei pegni.
Finalmente arrivano, sono curiosissimo di ascoltarli live, ne ho sentito parlare molto bene, ho ascoltato un loro live da Parigi su raistereodue sono Originari di Newcastle, Composti da: Paul Smith (voce), Duncan Lloyd (chitarra), Archis Tiku (basso), Lukas Wooller (tastiere) e Tom English (batteria)
Ovvero i MAXIMO PARK, il suono è davvero indecente ma non a causa loro, purtroppo quelli della usl con i fonometri sono ad ogni angolo, gli inquisitori della musica libera sono in azione e non ci possono fare nulla i MAXIMO PARK che comunque regalano uno splendido show che nasconde anche qualcuno che urla di voler vedere i TOOL che sarebbero saliti dopo loro ma Paul stempera gli animi e regala la sua esibizione da Charlott anglosassone con la sua eleganza anche se la voce non è al massimo ma scaletta scorre con Girls, Shop,Fortnights,Coast, velocità, Parisian, Stay, Urge, Limassol, Monument,Missing, Books,Sandblasted, etc etc…a nota vi riporto che mentre si esibivano i NIN sono venuti tra il pubblico, semplici, tranquilli, appassionati come la loro musica, davvero Grandi MAXIMO PARK.
Ed eccoci al Clou della serata, quelli per cui si son radunati 12.000 anime nell’arena parco nord che a mio parere era anche molto piu’ piena, qualcuno di “strafuso” che riesce ad entrare scavalcando c’è sempre ed ecco che le stime ufficiali lasciano il tempo che trovano ma va bene tutto, l’importante è divertirsi.
Migliaia di magliette che li inneggiano e chissa’ quante se ne venderanno questa sera dopo il loro live, eccoli sul palco Maynard James Keenan e i suoi TOOL con il loro Progressive di sapore molto contaminato ed attualizzato, scenografia impeccabile e ricca di colori, immagini, luci, laser e poi loro davvero immensi, nulla lasciato al caso, tutto in tema e con la musica e in perfetto interscambio multimediale.
Credevo mi potessero annoiare ed invece no, resto molto attento al live che nella sua durata piu’ lunga degli altri non mi annoia e mi appassiona a guardare ed ascoltare, sono una band abbastanza restia all’apparire e a donarsi a giornalisti e fotografi preservando così la loro privacy, questa la scaletta delle song eseguite: Jambi, Stinkfist, 46+2, Schism, Rosetta, Vicarious Jam, Flood,Lateralus, Vicarious…lo show termina anche per loro ed intanto qui i suoni sono davvero enormi, nel frattempo forse i tecnici della Usl erano andati a farsi una piada con la salsiccia…potevan dargliela prima no?
Ma il Clou Clou della serata che trasporta verso la notte sono i NIN di Trent Reznor, che cosa c’entrino con il popolo che ama i TOOL mi è stato difficile comprenderlo a prima vista ma meno male che il mio amico Paolo Bianco “The Punisher” mi delucida sul merito ed io resto davvero sbalordito perché non lo avrei mai detto.
I NIN sono ormai il progetto di Reznor portato avanti da anni, molte collaborazioni, musicisti che poi hanno preso strade onorevoli, nonché produttore eccellente attento e maniaco del suono, lo show condensa che suoni e immagini, la Band è eccellente ed apprendo molto felice che tra i suoi c’è un Italiano che non smentisce la regola che gli Italiani sono dappertutto.
I NIN non lasciano nessuno con la gola secca, c’è n’è per tutti con: Hyperpower, The Beginning Of The End, Heresy, Terrible Lie, March Of The Pigs, Closet,Survivalism, Burn, Gave Up, Me, I’m Not, The Great, Destroyer, Eraser, Only, Wish, The Good Soldier, No, You Don’t, Dead Souls, The Hand That Feeds, Head Like A Hole, la scaletta comprende anche la bellissima ed attesissima HURT che eseguono sulla via del tramonto di uno show da UFO che lascia attoniti tutti e sulla via del tramonto anche di questo ennesima edizione del piu’ bel festival di fine estate italiana, Lunga vita all’INDIPENDENT e speriamo in una edizione 2008 davvero esplosiva.
Grazie a Nora dell’Ufficio Stampa, a Giampietro, ai Vigili del Fuoco di Bologna e ai Miei Amici che incontro sempre volentieri per concerti perché senza Musica ci è molto difficile vivere a sto mondo.
…a proposito, dimenticavo, Buon Compleanno!