IL COMPLESSO: D.I.Y. or Die

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Quando ho pigiato per la prima volta “play” per ascoltare questo disco già sapevo, ancora prima che la puntina si abbassasse, che avrei sentito qualcosa che mi sarebbe rimasto subito in testa, ma soprattutto nell’anima, Il Complesso ritornano con un nuovo disco a pochi anni di distanza da “ogni tua domanda” ed a qualche mese dallo split coi maestri Klasse Kriminale realizzato per il compianto Samuele, e siccome sanno che possono essere taglienti come rasoi ed emotivamente devastanti, hanno pensato bene di calcare la mano.
Questi ragazzi sono fatti così, seguo questo gruppo da tempo e so che ciò che cantano lo hanno vissuto, fa tutto parte del loro enorme bagaglio culturale, le loro canzoni sono la voce di chi ogni santo giorno ha qualcosa da affrontare a muso duro, l’analfabeta funzionale, casa-diritti-lavoro, la privatizzazione dell’aria che respiriamo, affrontano temi delicati e scomodi con semplicità e grande fermezza, facendo capire che la soluzione c’è sempre, basta rimboccarsi le maniche e darsi da fare.
C’è poi tanto spazio dedicato ad uno dei capisaldi della loro crew: l’amicizia, quella che ti fa entrare in famiglia, e quella che ti fa stare male quando un Fratello decide di andarsene per sempre, vorrei soffermarmi un momento sulla bellezza e sull’amore che trasuda da “tutto il peso del mondo”, un pezzo che mi ha davvero commosso, come mi ha fatto letteralmente sciogliere “di padre in figlio”, una canzone che per noi padri punkrockers, ma non solo, è una bellissima poesia; figlio dell’amicizia e del supporto recirpoco, della magistrale arte di arrangiarsi, del diventare grandi cercando di non perdere l’innocenza attraversando un percorso che fa di tutto per renderti cattivo, questo bellissimo “D.I.Y. or die” è lontano anni luce dalla banalità, punk stradaiolo per come lo intendo io, sincero, spontaneo, che non vuole fare male ma che non si tira indietro se deve dire qualcosa, come farebbe un vero amico; suonato ed arrangiato minuziosamente, con un grandissimo lavoro per chi imbraccia gli strumenti, il “77” in copertina è un chiarissimo segnale, ma il suono non si ferma a quel magico periodo, prende un goccio di rabbia da tante bottiglie diverse tirando fuori un rock ‘n roll piacevole e decisamente trascinante, confezionato per bene perché il lato estetico quando fai un lavoro del genere è molto importante, davvero bello il vinile marmoreo ed il lavoro grafico…di strada finora ne hanno fatta tanta, e tanta ancora li aspetta, e non sarà di certo una stretta lingua d’asfalto sbeccata di provincia a fermarli.
Prodotto da Last One To Die, T.A.C. Records e Serial Bowl, distribuito da Anfibio Records, registrato e mixato da Danny Giordana presso il One Voice Studio, fotografie di Omar Lanzetti, grafiche di Ponch SMC.

tracklist:
01. rumore
02. D.I.Y. or die
03. l’italiano
04. vizio
05. 4 bastardi
06. friends not fans
07. il peso del mondo
08. di padre in figlio (feat. Vasco)
09. privato
10. Blackpool
11. Last One To Die
12. sempre in trasferta

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