Colpevole. Ancora una volta mi son perso il gruppo di apertura (SMNTCS), però giuro che stavolta gran parte della colpa è del casello autostradale…
Lasciandomi alle spalle i problemi logistici, arrivo al Lo Fi contemporaneamente al van degli Ignite (tra ritardatari ci si intende). Un rapido soundcheck e subito pronti via: Let It Burn e Fear Is Our Tradition sono le prime due canzoni suonate dai californiani, entrambe estratte dall’ultimo album (datato 2006). Durante lo show veniamo però a sapere che un nuovo lavoro è in fase di elaborazione (“Siamo molto meticolosi” cit. Zoli) e a quanto pare dovrebbe uscire prima della fine dell’anno. Di quest’album riusciamo ad ascoltare l’inedita Oh No, Not Again, incentrata sul tema della seconda guerra mondiale.
Ritornando alla serata di mercoledì, l’inizio è abbastanza lento, pubblico fermo e band ancora fredda. Arriva poi il momento di Poverty For All e il pit si scatena. Zoli ingrana e inizia a dedicare canzoni a destra e a manca: andando a memoria ha citato Social Distortion, Rise Against, 7 Seconds e Agnostic Front.
La voce è in salute, gli acuti ci sono eccome e anche gli altri componenti della band rispondono suonando alla perfezione. Si passa per Veteran, Embrace e Fill In The Blanks (suonata più lenta rispetto al cd).
La fine è un dolce/amaro segnato dalla cover degli U2 Sunday Bloody Sunday (a mio modo di vedere fuori luogo in una serata del genere) e da un recupero in extremis con Better Days e Bleeding.
Così come 5 mesi fa (li avevo visti al Persistence Tour), sono risultati quasi impeccabili, soprattutto dal punto di vista dell’intensità. I pochi momenti morti sono stati riempiti dagli interessanti discorsi di Zoli, mentre per il resto dubito che qualcuno dei presenti si sia annoiato!