A pochissime centinaia di metri dal confine italiano, più in curve che in linea d’aria, sorge un luogo appoggiato alla ferrovia, in coincidenza di quella che è la fermata di Chiasso. Proprio li, a pochi istanti dalla striscia di demarcazione che separa i due stati, troverete ad attendervi il pub più alternativo di tutta la confederazione elvetica. Certo alcuni di voi diranno: “Ma non è in Italia”. A questi signori risponderò con una sana e unica risposta. Ma chi se ne fotte, fateci una salto e mi direte voi se non vi sentirete a casa tra le mura di questo rumorosissimo pub. Io ho avuto la fortuna di passarci un paio di volte e una di queste era per fare due note. Beh vi assicuro che a Tom, indefesso portatore del verbo fin dal 1993 (!), e Omar, personaggio davvero folle, dei musicisti gli interessa da impazzire. I due la musica se la bevono, se la pogano e se la curano in tutti i particolari. Se non mi credete andatevi a vedere la programmazione, rimarrete stupiti. Ma perché non sia solo io darvi l’idea di tanta potenza e impegno, ho qui con me Tom a rappresentare vostri prossimi due gestori preferiti di oltre confine. Tom raccontarci tutto quello che riguarda il Murrayfield pub, dai che si vola!!
Per quanto la mia presenza dietro al bancone risalga al giorno dell’apertura (nel lontano luglio del 1993), l’idea nacque nella testa di 2 loschi figuri che, venuti a sapere che ero in procinto di ottenere la licenza necessaria a portare a termine il loro scopo (birra a fiumi e musica a palla) e sapendo che le mie abitudini erano molto simili alle loro, si convinsero che potessi essere la persona giusta!
Il nome del locale e la scelta dell’ambiente hanno una motivazione precisa?
La loro passione per tutto quello che proveniva da oltre manica li ha guidati nella scelta del nome, in origine avrebbe dovuto essere the “Auld Triangle” ma, vista l’esistenza di una legge che impone che tutti i nomi traducibili in italiano vadano scritti in italiano (per cui sarebbe diventato il Vecchio Triangolo), la scelta cadde su Murrayfield, lo stadio di Edimburgo, luogo in cui coraggiosi energumeni si prendono a spallate, proprio come accade durante il pogo, ma senza una palla ovale da portare alla meta.
Sin dall’inizio l’idea fu quella di portare vita là dove non ce n’era, la vita come la intendevamo noi: tanta birra, tanta musica e divertimento per tutti!!!!
Ovviamente questo fece storcere il naso a molti perché, 30 anni fa, la visione del mondo era molto differente e quadrata, soprattutto dalle nostre parti dove non s’era mai assistito a niente del genere! Nonostante le difficoltà iniziali, nel 2016 il locale ha finalmente giovato di alcuni lavori di “refresh” a livello stilistico e l’ambiente si è rinnovato a livello fisico permettendo a grandi icone della musica di comparsare sulle nostre pareti in formato quadretto Ikea, per citarne alcuni (dato che stiamo parlando con Punkadeka): Fat Mike, Glenn Danzig, Iggy PoP, Jello Biafra, GG Allin (con i vestiti addosso), Joey Ramone e così via. Possiamo dire di essere dei grandi appassionati di musica e di aver tentato di sfondare a nostro modo, ma con uno scarsissimo successo, scegliendo quindi, per il bene dell’umanità, di “smettere di suonare” e concentrarci sul “far suonare” e far respirare musica a chiunque varchi la soglia del pub.
Cosa vi motiva giorno per giorno a gestire un locale che ha una “missione” differente da molti altri luoghi di aggregazione?
Crediamo che la prima cosa sia il piacere di farlo, per noi e per chi ci ha scelti; facendo scelte diverse, proponendo novità che ci intrigano e cercando di dare un’alternativa alla normalità che ci attornia.
Non é sempre stato facile, soprattutto perché all’inizio i mezzi erano quelli che erano e il mondo, prima dell’avvento di internet, era un luogo più misterioso e, senza punti d’appiglio, bisognava arrangiarsi coi propri mezzi e le proprie idee. Ovviamente, vista la posizione geografica che ci tiene un po’ fuori dai giri (Zurigo/Milano), ci é toccato arrabattarci per un po’ di tempo ma, alla fine, tutto ha cubato ed eccoci ancora qui!
Quali sono stati gli ospiti illustri, siano essi musicisti, attori, sportivi o i vostri eroi personali?
Negli anni qualche bel personaggio siamo riusciti ad ospitarlo. Potremmo citare i grandi Hatesphere nel loro momento più fulgido, i Ministri dei primi album, La Vela Puerca con la loro energia e i loro ritmi in levare, Ghosta Berlings Saga una perla prog nord europea, Ian Siegal, Ike Willis con gli Ossi Duri, E- Force, Exivious e, magari qualcuno che non ricordiamo più. Inoltre di qua è passato tanto punk italiano, blues da tutto il mondo e un sacco di altra musica!
Per quanto riguarda gli eroi, l’unica persona degna di nota è indubbiamente Ornello, cantautore veneziano al quale siamo molto affezionati ed al quale abbiamo recentemente dedicato una gigantografia scala 1:1 piazzata nella toilette delle signore ?
Avete avuto contrasti nell’area da parte della gente o delle istituzioni o al contrario avete ricevuto supporto per la creazione e lo sviluppo del locale?
Beh, di aiuti sì, tanti…nel senso che “aiutati che dio ti aiuta”, insomma, c’é toccato cavarcela da soli!
Grazie a dio ci troviamo in una zona poco abitata e questo é stato di grande aiuto visto che, soprattutto all’inizio (in quei tempi la popolazione civile non era ancora pronta ad avere a che fare con della genoria della nostra specie) la polizia interveniva ogni tre per due per il disturbo alla quiete pubblica.
Ma poi, dopo una serie di interventi voluti per diminuire il fastidio causato dalla nostra attività live, e dopo il numero di anni necessario a renderci più civili (sia noi come individui che ai loro occhi) le cose hanno iniziato a migliorare e, ad oggi, potremmo dire che sia quasi amore (quasi!)
Il Locale volge attività differenti oltre alle serate live?
Diciamo che la formula “birra, cibo & musica” é quello che ci contraddistingue principalmente.
Proponiamo regolarmente birre, whiskie e burger nuovi, oltre a tanta musica live con la quale ci piace spaziare tra i vari generi musicali: dal blues al metal, dal new wave allo ska e dal reggae a (ovviamente) il punk. Diciamo che ci piace essere un po’ una vetrina per tutto quello che può esser suonato con chitarra, basso e batteria, e poi ammettiamo che qualche party selvaggio qua e la ci può anche scappare.