Io di Pescara so poco purtroppo e me ne rammarico, la cosa certa che so è che lì, in via delle Caserme, suggestiva e animata zona pedonale a ridosso del fiume Pescara, incastrato in mura di grande spessore, non solo storico, spicca lo Summ; locale di una potenza morale e qualità alcolica senza eguali.
Io ci sono arrivato grazie a Malcolm (uno dei punk più conosciuti dell’universo che rivaleggia solo con Max di Milano in quanto a notorietà) per una suonata di ormai alcuni anni fa. L’accoglienza di Luca fu da vero locandiere di quello che fin da subito appare come un locale degno dell’isola di Tortuga. Le mura, le luci, il bancone e lo scheletro di un qualche errante pirata ficcato nel pavimento, confermavano a pieno l’atmosfera che lo Scumm fin da subito voleva comunicare. Ai tempi il club era… aspettate! Chi meglio di Luca può raccontarci tutta la verità e nient’altro che la verità sullo Scumm?
Luca partiamo dal principio, come è nato lo Scumm, si tratta di un sogno di uno o più cervelli?
Lo Scumm nasce nel gennaio 2015, dopo che siamo stati costretti ad abbandonare la piccola cicchetteria chiamata La Stanzetta che abbiamo avuto in gestione per 3 anni io e e i miei due soci dell’epoca, Freddy e Raffaele, mentre eravamo comunque impegnati nell’organizzazione di concerti in altri locali più grandi. Riuscire poi a prendere uno spazio come lo Scumm, in cui potevamo coltivare sia una sana passione per l’alcol che per la musica underground, è stato un grosso passo avanti ma non un totale salto nel vuoto, proprio grazie all’esperienza fatta negli anni precedenti. In questi 9 anni abbiamo provveduto a modellare lo Scumm sempre più a nostra immagine e somiglianza, e nel novembre 2017 abbiamo fatto un salto di qualità aprendo la Cave Room, una piccola sala concerti da 100 posti che si trova proprio accanto allo Scumm. Nel frattempo i soci con cui avevo iniziato il percorso hanno preso altre strade e durante il periodo pandemico, dovendo giocoforza interrompere l’organizzazione dei concerti, abbiamo approfittato per alzare il livello della proposta del bar anche grazie all’ingresso di Serena, mia moglie, nella gestione del bancone.
Il nome del locale a molti dice tanto, ad altrettante persone però va spiegato. Ti va di racontarci da cosa nasce e come ha influito nell’estetica del locale?
Questa è una cosa che ci porta ogni tanto dei visitatori entusiasti che vengono a chiederci “ma questo locale si chiama così per Monkey Island?” ed infatti è proprio così: lo Scumm Bar è il bar dei pirati che si trova su Melee Island, una delle isole che visiti nel videogame di culto anni ’90 Monkey Island, avventura grafica punta-e-clicca ad opera della Lucasarts di George Lucas. Abbiamo cercato di connotare il locale con un’estetica piratesca (ve lo dicevo!! ndS), inserendo anche qualche riferimento alle avventure del videogioco, e dobbiamo dire che la bellezza delle mura storiche in cui ci troviamo (sono le mura originali della fortezza borbonica, quindi parliamo del XVI secolo) ha reso particolarmente semplice questo compito.
PS per completezza, va detto che la parola SCUMM è un acronimo, Script Creation Utility for Maniac Mansion, e sta a indicare il motore grafico che sta dietro a molte di queste avventure grafiche della Lucasarts, ma forse qui andiamo un po’ troppo nello specifico nerd 😀 . “Scum”, poi, in inglese vuol dire “feccia” e questo pure ci piace, anche se con accezione esclusivamente negativa e spesso avventori di lingua inglese ce l’hanno fatto notare.
La percezione che ho da quando vi ho conosciuto anni fa è che lo Scumm sia sempre di più una realtà solida nel tessuto cittadino, un punto fermo per molti. Questo per chiedervi se avete una missione nel cuore oppure “sticazzi si beve fino notte”
Diciamo che il concetto di bere fine a sè stesso l’abbiamo abbandonato molto presto nel corso della nostra esperienza al bancone, e ci teniamo particolarmente che il bere bene, magari anche tanto ma bene, sia funzionale alla socialità. Questo ci ha permesso di non essere un locale come tanti, e ci teniamo che tutto ciò sia chiaro fin dal primo momento in cui ci si affaccia sulla porta del locale: la scritta “IF YOU ARE RACIST, SEXIST, HOMOPHOBIC OR AN ASSHOLE DON’T COME IN” che campeggia sulla porta ci ha aiutato, fin dal primo giorno, a mettere subito in chiaro le cose. Attirandoci anche un bel po’ di problemi nel corso degli anni, ma non facciamo un solo passo indietro. Tra l’altro, per sopraggiunti limiti anagrafici, il concetto di “sticazzi si beve fino a notte” lo abbiamo praticamente abbandonato e adesso siamo probabilmente i primi a chiudere, nella zona di Pescara Vecchia famosa per la vita notturna
Questa è una domanda che mi piace fare a tutti i gestori. Quali sono stati gli ospiti illustri dello Scumm, siano essi musicisti, attori, poeti o eroi personali?
A causa di quell’iconoclastia che mi ha dato il punk ho difficoltà a definirli eroi personali tant’è che non ho praticamente mai fatto foto con gli ospiti illustri che sono venuti allo Scumm, ma ho avuto la fortuna di conoscere diversi artisti che stimo tantissimo. Se devo farti qualche nome, penso a Nick Oliveri, Fiumani coi suoi Diaframma, Giorgio Canali, Max Collini, Pierpaolo Capovilla, Nicola Manzan, e perchè no mettiamoci anche Carlame (facendolo sentire vecchio), in rappresentanza di tutti quelli che ascoltavo da ragazzo e che poi abbiamo avuto ospiti. Ad aprile ad esempio vengono gli Shandon! Ma in generale la cosa che mi piace di più è aver conosciuto migliaia di musicisti e artisti vari provenienti davvero da tutto il Pianeta, più o meno famosi, e praticamente tutti hanno conservato un bel ricordo dello Scumm e non vedono l’ora di tornarci anche se molte volte è un palco molto più piccolo di quelli a cui sono abituati e questo mi rende molto fiero. Sono altresì fiero di poterne chiamare amici molti.
Avete avuto contrasti nella zona in cui vi trovate da parte della gente o delle istituzioni o al contrario c’è stato supporto per la creazione e lo sviluppo del locale?
Nel corso degli anni abbiamo avuto diversi contrasti con esponenti fascisti, ma insomma non me la sentirei di definirli “gente”, sarebbe fin troppo lusinghiero. Con le istituzioni i rapporti tendono ad essere tesi perchè nel corso degli anni non abbiamo mai rinunciato a far sentire la nostra voce o a esporci su temi controversi, una scelta di sicuro poco saggia e sconsigliabile dal punto di vista commerciale ma anche l’unica possibile, dal nostro punto di vista. Ancora oggi ne paghiamo le conseguenze, in termini di attenzioni indesiderate da parte di istituzioni e forze dell’ordine e fascisteria locale varia. Detto ciò, resistiamo ed andiamo avanti 😉
Gestite attività extra oltre alle serate live? Collaborate on altre realtà di settori differenti?
Oltre ai concerti che organizziamo noi direttamente, qualche volta organizziamo anche presentazioni di libri, ci è capitato di ospitare mostre e mercatini, e diamo con piacere i nostri spazi a disposizione di altre realtà come ad esempio compagnie di improvvisazione teatrale, stand up comedians, in linea di massima consideriamo lo Scumm come a disposizione di chiunque abbia necessità di uno spazio, compatibilmente con le nostre dimensioni ridotte!
Oltre a ciò, fuori dalle mura dello Scumm ci teniamo impegnati collaborando con alcuni dei festival più fighi d’Itlaia: penso al Frantic con cui collaboriamo fin dalla primissima edizione, o all’Indie Rocket con cui da poco abbiamo iniziato a collaborare. Abbiamo difficoltà a stare con le mani in mano!
Hai voglia di raccontarci di te e del tuo staff e di darci qualche novità per il futuro?
Lo staff dello Scumm è composto da persone eccezionali, ognuna con le sue peculiarità e con il suo vissuto in grado di arricchire il capitale umano che mettiamo a disposizione dei nostri affezionati Scummers: molti di noi (me compreso) suonano, c’è Nicolaccio che suona la chitarra negli Straight Opposition, Viviana che suona il basso con me sia negli Inerdzia che negli Hobbit Motherfuckerz, Dave che è il frontman degli Shores of Null oltre ad essere la mente dietro a Spikerot Records, Tube Cult Fest e Frantic Fest, la parte tecnica è gestita da Mammuth (bassista dei 217 e backliner per alcuni grandi della canzone italiana, da Angelo Branduardi ad Elettra Lamborghini), Malcolm (batterista degli Inerdzia e dei Kusameze) e Nick (leader dei Fiftyniners). Ci sono Barbara con le sue creazioni artigianali e naturali e la tostissima Kerry, roccia dell’Abruzzo punk rock. Dulcis in fundo, Serena che oltre ad essere la mia dolce metà è l’effettiva proprietaria dello Scumm, che si occupa principalmente del costante sviluppo e perfezionamento della proposta di drink che vengono fuori dal nostro bancone, costantemente rinnovata e migliorata, con una passione che, sinceramente, difficilmente capita di trovare al bancone dei vari live club.
Novità per il futuro? Tra pochi giorni festeggiamo il compleanno numero 9 dello Scumm ed entriamo quindi nel decimo anno che non sono proprio uno scherzo. Questa primavera abbiamo fatto una programmazione particolarmente ricca, la gente ci premia e il fatto che ricomincino ad esserci dei volti giovani sia tra il pubblico che tra le band proposte ci lascia ben sperare per il futuro e devo dire che qualche anno fa non sarei stato affatto ottimista al riguardo. L’obbiettivo quindi per il futuro è, ancora una volta, Resistere.
Grazie per lo spazio Sal! E grazie a tutti i lettori di Punkadeka, vi aspetto presto allo Scumm!