I locali punk da conoscere in Italia Joshua Blues Club, il santuario del rock’n’roll

Avete presente quelle volte in cui dite: “Ma ca**o, è possibile che non esista più un locale dove ascoltare buona musica, quella vera, con l’ambiente giusto, in cui si respiri il sudore sulle corde degli strumenti e dove non ti chiedi sempre chi stia suonando, dove la cosa importante è che si faccia del sano e potente rock’n’roll?” Beh questo posto esiste, si trova in un anfratto molto caratteristico di una zona industriale, protetto da una grossa cancellata, davanti ai binari di Albate, ridente frazione di Como, e si chiama Joshua Blues Club, uno di quei club che avevate chiaro nella vostra immaginazione e chi farà davvero stare bene.
La città e la sua provincia negli anni passati hanno dato i natali a molte band che sono riuscite là dove molte altre non sono arrivate nemmeno con il pensiero. Vi dice nulla Temporal Sluts e Succo Marcio?
Non sono esempi fatti a caso, perché neanche a dirlo Alessio dei “Succo” fa parte della cricca del JBC e, dato che lo conosco e come sempre me ne bullo, chiedo a lui di raccontarci le origini del Joshua Blues Club, come è nato e con quale proposito sia venuta loro un’idea tanto bella e folle. Vai Ale, raccontaci!
Il Joshua Blues Club nasce nel febbraio del 2017, dalla passione per la musica di tre amici, Alessio, Luciano e Gigi.
L’idea era quella di creare un locale live, dove dare ai musicisti con repertorio proprio una possibilità nelle aride terre culturali del Comasco.
Inizialmente nasce come locale Blues, per poi cambiare direzione grazie all’entrata a piedi pari di Tommaso Donghi, detto “Il Tato”, che in poco tempo riconosce le reali potenzialità del club.
Tommaso si metterà subito in contatto con agenzie di booking, quali Corner Soul e Otis Tour e tante altre; da quel momento il Joshua diventerà il club che tutti conoscete (e il resto è storia ndS).

Il nome del locale e la realizzazione dell’ambiente così rock’n’roll del club seguono un’ispirazione precisa?
Il nome del Club arriva dal Disco degli U2 The Joshua Tree (Questa non me l’aspettavo ndS), una sera mi trovavo in macchina e mentre ascoltavo l’album dei quattro Irlandesi mi si è accesa una lampadina, ho spento la radio e ho chiamato subito quelli che sarebbero diventati i futuri soci, spiegando loro che era il momento di aprire un locale.
L’ambientazione del club è assolutamente casuale, senza una logica precisa, abbiamo praticamente traslocato i nostri quadri e aggeggi che avevamo a casa.

Quale motivo, giorno per giorno, vi motiva a gestire un locale che ha un atteggiamento differente da molti altri luoghi di aggregazione?
I motivi che ci spingono ad andare avanti sono molti, in primis la passione e, come già detto in precedenza, la missione di non far morire la scena underground, soprattutto per le nuove generazioni.

Questa è la mia domanda di rito; quali sono stati gli ospiti illustri del Joshua Blues Club, siano essi musicisti, attori, poeti o eroi personali?
Abbiamo avuto parecchie band, tutte valide e professionali. Spiccano tra i nomi i The Cynics, Morlocks, Fleshstones e nomi nazionali come Enrico Brizzi (scrittore di molti successi, primo dei quali Jack Frusciante è uscito dal gruppo), Luca Ferrari batterista dei Verdena e tanti altri che ci hanno supportato come Enrico Ruggeri, Bugo, per fare qualche nome.

Avete avuto contrasti nella zona in cui vi trovate da parte della gente o delle istituzioni o, al contrario, c’è stato supporto per la creazione e lo sviluppo del locale?
Fortunatamente non abbiamo mai avuto contrasti, men che meno con le istituzioni per fortuna. Possiamo dire di essere molto supportati, i nostri soci (il Joshua è un circolo Arci) che si dimostrano sempre disponibili, per esempio durante la pandemia ci hanno aiutato economicamente lungo tutti e due gli anni senza abbandonarci mai.

Il Joshua Blues Club svolge attività extra oltre alle serate live?
Oltre alla musica da vivo il JBC propone anche due sale prova attrezzate con amplificatori valvolari e strumentazione vintage, corsi di musica, teatro, cineforum e attività per e con i soci come per esempio le feste di compleanno e tutto quello che possa rientrare in un discorso di aggregazione culturale.

Hai voglia di raccontarci di te e del tuo staff e di darci qualche novità per il futuro?
Il JBC è costituito principalmente da amici, gente che ha una forte passione per la musica e che vuole mettere il musicista a proprio agio per permettere che possa tirare fuori il meglio da se stesso durante l’esibizione live.
Essendoci passati prima come musicisti sappiamo che tante volte i gestori dei live club sono incompatibili con chi suona, personaggi che cercano solo la serata lucrativa, creando un ambiente freddo e poco familiare.
I nostri volontari sono quasi tutti musicisti, Rob Slut e Stefano Marzorati dei Temporal Sluts, Ilaria Senesi frontwoman dei Just Kids, Luciano e Sergio entrambi musicisti dìesperienza, Elda, Barbara, Laura, Samuela e Luca, tutte persone con una grande passione e cultura musicale.
Per quanto riguarda le novità ne abbiamo in pentola molte, proporremo molti musicisti stranieri e Italiani, tra cui King Salami, The Fuzzstones, The Devil, Elli DeMon, Pat Todd da Los Angeles e molti altri che vi sveleremo con il tempo.

1 comment
  1. Confermiamo tutto quanto, il Joshua è un posto magnifico, atmosfera unica e persone fantastiche!

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