Olbia, città di cultura, bellezze artistiche e paesaggi incontaminati. In Sardegna tutto ciò non certamente raro certo. Va detto però che la città fa parte di quel gruppo, nella testa della memoria collettiva è quasi usurata, di località sarde imperdibili. Infatti io, che sono stato sull’isola delle meraviglie svariate volte, me la sono persa. Cosa mi sono perso anche, ma non per molto ancora? Ma il Rinomato Devil Kiss, club che ho avuto modo di ammirare e godere attraverso i racconti di tanti musicisti che proprio al Devil si sono sentiti a casa loro. Un luogo, a detta di molti, raro da trovare in Italia.
E io che ci sto a fare qui con la mia rubrichetta che fi fa conoscere il locali fichi del nostro stivale, che se non fosse per codesti luoghi, ci farebbe morire di sbadiglite?
Con me oggi ho Simone. Gestore per diritto, innovatore per passione, musicista per la vita. Personaggio impegnatissimo dallo spirito un po’ malinconico ma che non sa cosa voglia dire darsi per vinti. Simo raccontaci la storia del Devil Kiss, come è nato, quali sono le sue origini?
Il Devil kiss nasce tra la fine dei novanta e primi 2000 come bar che proponeva musica live di tutti i tipi ma a quei tempi facevamo pochissime serate e non avevamo ancora una vera e propria identità. Il posto esisteva già come sala giochi da molti anni ed era gestito da mio padre, successivamente subentrai io e il bar effettuò il suo primo grande cambiamento diventando un live club, ai tempi suonavo la batteria in una band punk. Abbiamo apportato fin da subito molti cambiamenti interni ed esterni, utili a perseguire la nostra causa legata allo stile musicale, lavorando sempre di più alla cura della gestione dei musicisti che come prerogativa hanno un proprio repertorio originale. Nel 2017 il bar affronta gli ennesimi lavori per cambiare ulteriormente, abbiamo praticamente rifatto quasi tutto da capo per farlo diventare il locale attuale.
Come hai scelto il nome del locale, c’è dietro un motivo preciso?
Il nome nasce da una birra alla spina che servivamo i primi anni, la Devil’s Kiss, ottima birra rossa che credo non esista neanche più. Ricordo che avevamo il logo all’esterno, ciò ha fatto sì che tutti ci identificassero con quel nome e dato che non mi dispiaceva, decidemmo di tenerlo togliendo la “s” per questioni di copyright (ride) anche se risulta grammaticamente sbagliato.
Si sa, è ovvio che gestire un luogo come il Devil sia una “missione”, cosa ti spinge a perseverare?
Quello che che mi ha spinto a gestire il Devil e continuare a farlo negli anni è sempre stata la passione per la musica. Il bar già dai primi anni è sempre stato un posto frequentato da giovani musicisti, e visto che veniva data loro la possibilità di suonare, si è creato un vero e proprio punto in cui ritrovarsi e confrontarsi, anche tra persone che ascoltavano musica completamente diversa; naque una competizione che creava quella sana voglia di mettersi in gioco e al Devil Kiss avevi la possibilità di farlo, era tutto bellissimo si suonava per il gusto di farlo e per divertirsi davvero, cose rare da ritrovare adesso.
Quali band ha ospitato il Devil negli anni? Facci qualche nome!
Ci sarebbe da dilungarsi troppo, dal 2004/2004 fino al 2012 circa, oltre alle band locali e di tutta l’isola, sono passati veramente una marea gruppi. Posso nominarti varie band punk e HC degne di nota: Nabat, To Kill, Sottopressione, Concret Block, Jet Market, Straight Opposition, Embrace Distruction, Face your enemy, Deecracks, Nettezza Umana, To ed Gein ovviamente (HC da Olbia), Pay back, We Ride, Strength Approach, Andead, Svetlanas, La Crisi, Bull brigade, gli spagnoli Social combat, i colombiani Billy the kid, Extrema, Tough, Crummy Stuff, Gold Kids, Slander, Cattive Abitudini, Gods of Gamble, Watch your step, Locked in, Disco Mostro, Second Youth. Questi sono solo alcuni che ricordo ma sicuramente ne sto dimenticando parecchi, ci vorrebbe un libro per raccontare tutto quello che è successo in quegli splendidi anni
Nel 2008 abbiamo fondato una associazione no profit, la “Brotherhood” con la quale abbiamo avuto la possibilità di organizzare festival in location più grandi con nomi più grossi come Ignite nel 2009, Youth Of Today nel 2011, H2O e No Turning Back nel 2013 e Marky Ramone che nel 2012 che fece un incontro al Devil con i fan per poi suonare la notte con gli Andead in una diversa location con una maggiore capienza di il pubblico. Tutto molto emozionante.
Ultima cosa che voglio citare è il tributo ai Ramones che teniamo tutti gli anni, dal lontano 2001, dove tante band locali omaggiano la band punk rock per eccellenza.
Hai avuto contrasti nell’area da parte della gente o delle istituzioni o al contrario hai ricevuto supporto per la creazione e lo sviluppo del locale?
Per i nostri eventi, sia quelli svolti al Devil che quelli organizzati in location esterne con l’associazione, non abbiamo avuto alcun aiuto. è capitato che ottenessimo le autorizzazioni necessarie anche il giorno stesso dell’evento (solite storie ndS). Abbiamo sempre finanziato tutto di tasca nostra, pur avendo non pochi problemi nel realizzarli. L’unica fortuna è che il locale si trova in una zona priva di abitazioni quindi non abbiamo avuto grandi lamentele per volumi alti o problemi legati ai concerti in generale
Quali sono i propositi futuri per il Devil Kiss?
Il Devil Kiss è in continua crescita, ma chiaramente non ha più l’anima di quei tempi andati. Purtroppo le serate live in questi ultimi anni sono cambiate e diminuite parecchio, penso siano le generazioni a essere cambiate soprattutto per quanto riguarda nuove band con proprie idee musicali. Già dagli anni prima del Covid la situazione era parecchio cambiata, successivamente alla pandemia sembrava ci fosse stata una ripresa ma si trattava di un fuoco di paglia. Noi comunque rimaniamo sempre fiduciosi e in ogni caso cerchiamo sempre di proporre buona musica per far trascorrere belle serate al pubblico.
Colgo l’occasione per ringraziare tutte le persone che in questi anni mi hanno aiutato, è grazie a tutti loro che il Devil è ciò che è oggi. Grazie a Toreddu e Mauri miei fratelli di lavoro e grandi amici, il mio staff. Sandro, super socio nella ricerca dei gruppi e, soprattutto mio padre, che è stato un vero maestro di vita per me è sempre mio grande sostenitore.