Arcore, cosa vi dice? Beh l’Italia è il paesino dei luoghi comuni, dei paesi nei paesi e delle macchiette. Ma tranquilli, Kikko del Blob lo sa bene e se ne fotte al punto che vi spalanca le porte del Blob, luogo Punkissimo della provincia monzese, dove non esistono pregiudizi, ordine e, molto spesso, raziocinio così come lo conosciamo quotidianamente. Volete buttarvi in questa caotica realtà, ancora una volta lontana dai grandi mostri fumosi chiamati città? Non vi resta che respirare l’aria attraverso questa romantica e caotica intervista, non potrete poi evitare di prendere parte ad una delle pazze serate dell’Arci Blob però, sappiatelo. Kikko ci sei? Dai facci incasinare il cervello!
Raccontaci tutto del Blob; storia, staff, evoluzione e come viene portato avanti oggi un luogo così caratteristico in un paese che a molti suggerisce altro piuttosto che la presenza di un locale sopra le righe come il vostro.
Il bar del circolino sorge in centro paese, anche se più che sorgere, come farebbe il sole all’alba che scaccia la notte, potremmo dire che si fa largo a fatica come provano a fare i più coraggiosi raggi di sole nei tipici giorni di nebbia fitta della nostra amata pianura padana.
Il centro cittadino è costellato di insegne luminose, luci e vetrine curate fin nei minimi particolari: l’ottico con gli espositori per le nuove collezioni, il fruttivendolo con i suoi prodotti sempre freschi, il panettiere che sforna focacce ben unte e ben calde nel negozio accanto alla pasticceria di suo fratello che ripone le paste ordinatamente sui vassoi dorati. E poi la piccola profumeria, la cartoleria storica gestita dalla stessa nonnina che, già vecchia, vendeva le matite a mia mamma. Il ferramenta, il calzolaio, le due banche, l’immobiliare e l’agenzia di viaggi che, contro ogni logica di mercato, sopravvive con la serranda alzata nonostante tutti ormai si organizzino le vacanze su internet.
In mezzo a tutto questo vi è una piccola serranda verniciata male, coperta di scritte e sempre abbassata. Un’insegna quasi anonima e mal illuminata recita “Arci Blob”.
Alle 7 di sera i negozianti del paese rassettano, riordinano e stancamente chiudono la porta delle loro attività e poi, finalmente, abbassano le serrande.
E alle 7 di sera la serranda del circolino invece si apre. Varcarne la soglia equivale a recarsi a Narnia o in un qualche altro posto mistico raccontato in film e romanzi di avventura.
All’imbrunire il circolino pian piano si popola di storie e colori.
Il circolo di Arcore esiste praticamente da sempre.
Esistiamo da prima di Berlusconi e gli siamo felicemente sopravvissuti.
È mai venuto a bere un bianchino con gli anziani o a scroccare i gabinetto ? No, Silvio Berlusconi non è mai venuto al Blob per fare la cacca… ma una volta ha parcheggiato nel nostro cortile per recarsi nell’adiacente profumeria a comprare dei cadeaux per alcune amiche speciali.
Il circolo è stato casa del popolo, casa del fascio, sede di partiti e di differenti circoli Arci.
Il primo aprile 2008 inizia la storia del Blob come lo conosciamo. Il nuovo collettivo del circolo decide di entrare in completa e reale autogestione: i partiti vengono estromessi dal direttivo e si decide di fare a meno di avere un gestore esterno per il bar. Da quel giorno i volontari si accollano anche tutti i turni per tenere aperto il posto. Questo richiede un impegno molto maggiore poiché ai tempi si era aperti 6/7 giorni, dal primo pomeriggio a notte inoltrata, ma permetterà al circolo di fare scelte politiche e artistiche legate a interessi e necessità occupandosi più del fare cultura che del fare soldi e favori agli amichetti.
In questa fase di transizione si inizia a lavorare per creare un gruppo di giovani a cui viene chiesta una partecipazione attiva, sia nel coprire turni bancone che nel partecipare all’organizzazione della vita del circolo. Ed è in questa fase, a fine 2009, che metto piede per la se volta volta al Blob, restandoci impantanato fino a data da destinarsi.
Negli anni dietro a quel bancone sono passati centinaia e centinaia di volontari. Qualcuno è rimasto lì dietro (o comunque in giro per il Blob a fare sbattimenti), qualcuno si è creato skills lavorative che ora si sta spendendo in altri posti per pagare le bollette e qualcuno se n’è andato dicendo peste e corna. Ma la stragrande maggioranza è solo passata dall’altra parte del bancone, creando quella che è la grande famiglia del Blob, gentaccia che ha condiviso sogni, sbattimenti e litigi e che a distanza di anni ha ancora piacere a viversi uno spazio sociale libero.
Siamo passati dall’avere due amari, 3 birre in bottiglia e 2 grappe ad avere 6 spine ed una bottigliera con centinaia di reference e proposte differenti e per tutte le tasche: dal whisky fighetto giapponese alle proposte della lista cheapy, che variano a seconda delle offerte e che permettono anche ai giovani e ai meno abbienti di poter venire a bersi una cosina da noi…
Anche la nostra cucina si è evoluta. Agli inizi era piadina cotto/fontina e baiocchi. Oggi abbiamo un menù di panini e piadine studiato, interessante e con ampio spazio a proposte vegetariane e vegane (tra cui burger handmade sempre diversi) e anche i baiocchi hanno lasciato spazio ai cookies vegani fatti con amore da me.
Confesso che già mi fuma il cervello, ma proseguiamo. Svolgete attività esterne oltre a quelle prettamente legate al locale?
Al nostro bancone, sui nostri tavolini e nei nostri cessi è nato di tutto:
la cooperativa sociale Glob, emanazione diretta del circolo e di alcuni volontari che si occupano dello sportello migranti e del corso di italiano per stranieri, Meladailabrianza il primo collettivo Lgbtqi+ della Brianza, band e progetti musicali di successo (circa) o progetti fallimentari… Ci sono gruppi di amici che si sono conosciuti qui e hanno aperto attività commerciali o associazioni di ogni forma e colore, tutte cose che poi dal nostre bancone si spostano a portare cose belle nel mondo reale.
Probabilmente anche qualcuno dei piccoli mostriciattoli a due zampe che ogni tanto pascola in giro è stato concepito qui…
Negli anni abbiamo organizzato di tutto: feste a tema, bungabunga con ballerine minorenni, incontri politici, presentazione di libri, slam poetry, cineforum, cene, grigliate, aperitivi vegani, feste di matrimonio, battesimi blasfemi e mille altre cose. Ma abbiamo anche passato lunghe serate invernali con le chiappe posate a non far nulla sui divani vicino al calorifero e caldi pomeriggi estivi con le palle a mollo nella nostra piscinetta.
In settimana la nostra sala concerti e i nostri spazi sono dedicati ai corsi e ne abbiamo avuti di ogni tipo, tra cui gli storici e rinomati corsi di Tango, il fu corso di Yoga e quello di Chitarra, gestito dall’amico Amos dei Ruers.
Sul territorio abbiamo creato una buona rete con altre realtà associative e con locali che possiamo definire amici come lo storico Bloom, il Libra ed alcuni altri circoli arci della brianza (Area, LoCo e il defunto Acropolis). Abbiamo organizzato eventi con proloco e biblioteca di arcore, ma anche con i ragazzi del collettivo del Boccaccio, il centro sociale di Monza.
Quanto conta per il Blob la musica, oggi è una attività ancor importante o purtroppo è diventato un triste contorno?
Per fortuna arriva il weekend: l’impianto viene accesso a volumi più consoni e si libera dalle sonorità danzerecce per dare il via al milionesimo sudato concerto. Ne abbiamo fatti dei più svariati generi, a seconda del gusto e dei contatti di chi organizza.
I suoni erano di ogni tipo: Stoner, Noise, Folk, Rock, Pop, Hip Hop, Trash e quant’altro. Abbiamo proposto musica sperimentale e cose che neanche ci immaginavamo, abbiamo improvvisato schitarrate in cortile, e organizzato concerti a tema con l’ensable dei musicisti amici. Ma ci teniamo a dirlo, mai una tribute band.
Ah, e ovviamente sempre un sacco di punk.
Narra leggenda che fine anni 90/inizio 2000 ci fosse grande fermento nella scena punk locale e alcuni nomi passati nella nostra sala concerti sembrano confermarlo: Crummy Stuff, De Crew, Gambe di Burro, Atrox, Ragadi, Hniti e soprattutto i compaesani Water Tower.
Io ho iniziato più tardi, organizzando eventi estemporanei per le band mie e di alcuni amici, prima in maniera occasionale e poi sempre più regolarmente, sfociando nella creazione delle mie due rassegne una trash (il LATRIN LOVERS) e una ovviamente punk, il THREESOME #PUNK, serata a cadenza mensile messa in piedi con l’aiuto della mia band Glory Hall.
Dalla stagione appena terminata si sono uniti a noi gli amici Medium Beer.
L’idea di fondo è quella di fare rete, creare aggregazione e momenti di incontro. Abbiniamo band già rodate, più o meno note, con band di giovanissimi che trovano così occasione di mettersi in gioco su un palco e iniziare a respirare l’aria puzzolente di birra, sudore e guai tipica dei concerti punk che piacciono a tutti noi. Tutti quelli che abbiamo fatto suonare nella nostra rassegna sono amici che abbiamo conosciuto sopra o sotto un palco, o al bancone con una birra in mano.
Dico “amici” non perché facciamo suonare solo “i nostri amici” ma perché prima che la band ci devono piacere le persone. Solo poi possiamo pensare a date, concerti, featuring, matrimoni e scambi di coppia…
A questo punto la domanda è doverosa; in tutto ciò quanto conta il punk e come lo vivete? ( confesso un certo timore per la risposta)
Crediamo che il galateo del punk imponga, dopo che qualcuno per qualunque motivo vi ha chiamato a suonare, di ricambiare il favore. E non intendo a noi Glory Hall, ma al movimento: qualcuno si è sbattuto, ha organizzato e ti ha chiamato? Sbattiti, organizza e chiama qualcun’altro a suonare (noi, le band con cui avete diviso il palco o quella del tipo che era preso bene sotto il palco anche se non vi aveva mai sentiti).
Non la lavoriamo in scambio data, se vi piacciamo/stiamo simpatici ci fa sicuramente piacere venire a suonare con voi, ma se preferite chiamare la band che abbiamo fatto suonare con voi, siamo contenti uguali. Per loro e per il movimento.
E poi soprattutto se dite di essere punk e volete suonare punk, andate ai cazzo di concerti. Quelli delle band di merda come la nostra e la vostra, non solo a sentire i Greenday e i Nofx.
Ma, soprattutto, se siete dei fasci di merda, o degli ambigui apolitici, non state neanche a chiedervi perché non vi facciamo suonare…
Si capisce che il Blob è vissuto in modo intimo se non addirittura viscerale da te soprattutto, raccontaci qualche aneddoto, curiosità o quello che ti pare, tanto sarà sicuramente caratteristico.
Piccole gioie e fun facts divertenti del punk al Blob? Bhe io ho poche pretese, posso dire che comunque ho condiviso questo palco con una delle band che adoravo in gioventù. Ma non ti dico il nome se no ti monti la testa.
Poi ad esempio abbiamo avuto l’onore di veder presentato qui l’ultimo stupendo lavoro dei Secoli Morti.
E pare che uno dei componenti di un noto duo folk punk abbia trovato l’amore per colpa nostra, a seguito di uno dei loro primissimi concerti tenutosi proprio qui.
Ovviamente il mio diario è pieno di episodi cringe, storie di ubriachezza moleste o momenti da film dell’orrore che meritano di essere ricordati, ma li custodisco gelosamente, mi spiace, dovevate esserci… Però uno posso raccontarvelo. Al primo concerto targato Glory Hall ad un po’ di gente è scappata la mano col bere ed il nostro bassista è finito a fare stage diving sul bancone, spaccando bicchieri e bottiglie. Il barista ci ha giustamente cacciati e poi ha minacciato di non farci suonare qui mai più. Pochi mesi dopo è stato cacciato definitivamente lui (per altri motivi eh) e noi 10 anni dopo siamo ancora qui.
A proposito del luogo. Negli anni avete avuto contrasti con le istituzioni o al contrario vivete di supporto incondizionato?
Probabilmente non siamo amati e ben visti dai nostri concittadini, ma non abbiamo mai avuto grossi problemi con le istituzioni e le forze dell’ordine anche se siamo sicuri che ci pensano sempre e che saprebbero raccontarti molto più dettagliatamente di me quello che abbiamo fatto in questi anni…
I maggiori problemi negli anni ce li han dati gli affezionati clienti del bar di fianco, popolato da tamarri cocainomane che a volte cercano di riversarsi nel nostro cortile.
Abbiamo ovviamente ricevuto la nostra dose di minacce da gruppi di fascisti in occasione di alcuni eventi ma la più grande rottura di cazzo ce la siamo cercata in data 12 giugno 2023 quando, in meno di due ore, abbiamo organizzato il funeral party per il nostro più illustre concittadino. Era ancora caldo e noi avevamo tutto pronto: piscina piena, spumante in fresco, djset e spillette commemorative. E servizio d’ordine organizzato per tutta la settimana successiva, viste le infinite minacce ricevute su ogni nostro social e non solo. Qualche coglione destrorso è passato a trovarci in serata, altri più lontani ci hanno mandato lettere e cartoline e qualche parlamentare ha addirittura proposto di aprire una mozione ad hoc in parlamento. Lo rifarei? Certo, ma non ditelo alla mia mamma…
Chiudiamo con un invito, per quale motivo dobbiamo venire tutti al Blob, convinci i lettori di Punkadeka!
Perché passare? Un tempo le band venivano per poi recarsi in pellegrinaggio a villa san Martino, ora dobbiamo attirarli in altro modo. Ma voi dovreste venire per scoprire la vostra nuova band preferita, per mangiare un boccone o bere qualcosina a prezzi ultra popolari.
Ma il problema poi non è mai il motivo per venire, ma trovare una scusa valida per poi andarsene. Io ad esempio avevo preso una gatta. E pare che ogni tanto abbiano il piacere di mangiare e quindi mi toccava tornare a casa a occuparmene.