Combo letale per gli amanti del post hardcore con due delle band piu’ rappresentative della scena: Boysetsfire e Hot Water Music in un co-headlining tour. Per me era tanta l’attesa e la curiosità nel vedere i Boysetsfire nel loro ultimo tour (dopo il coming out del cantante che ha deciso di focalizzarsi sulla sua nuova band) e l’ingresso in pianta stabile di Chris dei Flatliners a supporto di Chuck Ragan per gli Hot Water Music che festeggiano con questo tour i 25 anni di carriera.
Ad aprire la serata ci sono i Be Well e i Samiam di cui però riesco a vedere solo l’ultima canzone. Purtroppo per me i Samiam salgono sul palco alle 19:30 (orario normale per le opening band in Olanda o Germania) e non riesco a fare in tempo a vederli. Nonostante siano prossimi ai 30 anni di carriera la band sembra in forma e il pubblico apprezza.
Breve cambio di palco e salgono i BoySetsFire. La prima volta che ho avuto modo di vederli fu nello storico Deconstruction tour del 2003 dove suonavano Thrice, NoFX, Strung Out e Bouncing Souls in quel di Bologna. Il loro genere non è mai stato il mio preferito e prima di quella data li avevo sempre ascoltati distrattamente. Sul palco dell’Arena Parco Nord invece mi stupirono veramente per potenza ed energia. La band ha annunciato che entrerà in pausa perché il cantante Nathan Gray dopo il suo recente coming out (per i dettagli vi consigliamo di leggere questo articolo https://eu.delawareonline.com/story/entertainment/music/2022/10/04/elkton-punk-legend-starts-new-band-discovers-authentic-identity/69499480007/ ) ha deciso di concentrarsi sulla sua nuova band gli “Iron Roses”.
I BoySetsFire partono fortissimo con “Release the dogs” dello storico “Tomorrow comes today” e fanno subito capire che non sono qui per sbarcare il lunario ma per offrire uno show di prima categoria. La band è presissima e si può notare anche un’attitudine diversa di Nathan: alla sua classica energetica rabbia questa volta vi è una luce diversa nei suoi occhi. Infatti a metà concerto prende una pausa e parla del suo recente coming out alla soglia dei 50 anni e di come ora si senta finalmente libero di esprimersi. Si commuove e il pubblico lo “abbraccia” con un caloroso lungo applauso che dura qualche minuto. Il concerto riparte con la recente “One match” che alla luce di tutto questo assume tutto un nuovo significato per la sua portata emotiva e Nathan la canta quasi come fosse un gesto liberatorio. Il concerto continua con i BoySetsFire che tirano fuori i classici da “Tomorrow come today” come “Handful of redemption” e “Eviction article” e After the Eulogy concludendo con Rookie. Grandissimo show per una band che non delude mai!
Veloce cambio di palco ed è già ora per i secondi headliner della serata: Hot Water Music. Ho avuto la fortuna di vedere la band di Gainesville (stessa città di Less Than Jake e Against Me! per capirci) già due volte: nel 2002 al Forte Prenestino con il tour dello storico Caution, album che li portò alla ribalta, e poi nel 2012 con il tour di Exister quando erano in tour con i Bouncing Souls (col quale condividono ora il batterista). In quell’occasione le due band suonarono per mezz’ora sul palco alternando a vicenda i pezzi e fu una cosa epica. Dentro di me ho pensato che fare di meglio sarebbe stato molto difficile ma Chuck Ragan e soci hanno saputo sorprendermi: concerto devastante come ne ho visti pochi in vita mia! Partenza a razzo con “Another breathe” tratta dal recente ottimo “Feel the void”. L’ingresso di Chris dei Flatliners ha dato una nuova energia alla band e la sua voce acre si inserisce perfettamente nel sound della band. Ma badate bene, Chris non è una semplice comparsa o turnista nella band ma è divenuto membro effettivo e in molti pezzi si sostituisce a Chuck Ragan (da brividi la versione di “I was on a mountain” in acustico di Chris). Il live è impeccabile e i ritmi sono tirati per tutta l’ora e un quarto di concerto. La maggior parte dei pezzi (come ovvio che sia) vengono dall’ultimo disco ma non mancano tutti i pezzi storici della band (specialmente da Caution). Niente encore ma due pezzi acustici per rifiatare (uno a testa per Chuck e Chris) e poi si procede verso la fine dove non poteva non mancare la splendida “Trusty Chords” e chiusura con “Turnstile”. Non mi aspettavo assolutamente un live di questo livello, mi sarei accontentato di molto meno e devo dire che l’aggiunta di Chris ha veramente rigenerato la band. Se vi capita nel prossimo tour non perdeteveli!