“Fullblast” è il loro nuovo disco e loro si chiamano High Five Drive. Durante il loro tour italiano abbiamo incontrati i 5 ragazzi di Winnipeg che carichi come non mai dalle prime due date italiane si sono presentati a Punkadeka.it.
Bene ragazzi, prima intervista per Punkadeka per cui a voi l’onore di presentarvi.
Greg: Well…io sono Greg, cantante e chitarrista degli High Five Drive. Oltre a me nella band ci sono Steve al basso, Marty alla chitarra e alla seconda voce mentre Steve alla batteria e ai cori che spero proprio nel prossimo album mi dia il cambio alla voce perché spacca di brutto. Siamo in giro per il mondo da 7 anni e all’attivo abbiamo 3 album, centinaia di migliaia di sigarette e qualche migliaia in più di birre e shots oltre ovviamente a quasi 20 tour dimenticavo tra Canada e Europa. Nella nostra piccola carriera abbiamo avuto modo di dividere il palco con Mad Caddies, Comeback Kid, Belvedere e centinaia di ottime giovani punk band ma questo penso non interessi a nessuno.
In questi giorni avete iniziato il tour italiano. Come sta andando?! Come è stata la reazione del pubblico al vostro nuovo album “Fullblast” pubblicato dalla nostra No Reason Records?!
Greg: Siete grandi ragazzi! Ovunque siamo stati finora siamo stati trattati benissimo, grande cibo prima dello show che ci dà la carica giusta per spaccare sul palco. Finora i concerti sono finiti con crowd surfing da parte nostra ed è stato troppo bello. Dovrebbero trovare il modo per farlo fare anche ai batteristi sennò il povero Steve si ritrova sempre solo come un pirla sul palco(ride). Molti ragazzi ci dicono che gli è piaciuto molto il disco. Ti confesso che secondo me, come ti diranno sempre tutti ovviamente, è il migliore della nostra carriera. Ero molto preoccupato prima dell’uscita per la reazione della gente ai pezzi acustici che invece sono stati accolti alla grande. Alcuni addirittura ci hanno detto che sono i loro pezzi preferiti in assoluto. Lo so che può sembrare un clichè ma non vediamo l’ora di tornare da voi. Grazie di tutto ragazzi!
Adesso parliamo di “Fullblast” vostro ultimo lavoro uscito per un network di label tra cui anche la nostra, lo dico con un pizzico di orgoglio, No Reason sempre attiva sulla scena nazionale ed internazionale. Come siete entrati in contatto con loro?!
Greg: E’ stato un lavoro lungo ma sicuramente soddisfacente. Abbiamo fatto due tour in Europa prima di “Fullblast” e molti li abbiamo letteralmente conosciuti on the road e si sono da subito interessati a noi. Per altri invece è stato un po’ più difficile e abbiamo dovuto usare i vecchi metodi con pistole e minacce. Siamo stati fortunati perché per questi lavori sporchi ci dà sempre una mano anche il nostro amico Chuck Norris che ci ha spiegato come utilizzare la strategia del terrore con i nemici in modo che siano convinti a pubblicare il nostro disco. A quanto pare sembra che abbia proprio funzionato (ride).
Lo dico sempre che con le buone si ottiene tutto. Ha avuto senso pubblicare il disco il due periodi diversi tra Europa/Usa e Japan?! Ormai il vostro disco è online per free download da prima della release date. Ste della No Reason, vostro manager italiano lo ha ascoltato prima online che su cd!
Greg: Ormai siamo arrivati ad un punto che apri la bocca due cm e ti trovi il video su youtube e taggato su facebook o Myspace. Io faccio parte delle schiera di persone che ancora aspetta le date di uscita per andare nei negozi e tenere i dischi tra le mie mani come un piccolo bebè. Sono cresciuto cosi e questa piccola soddisfazione nessuno me la toglierà mai. Non sono uno che perde tempo a caricarsi centinaia di canzoni nell’Ipod per fare il fico. Non fraintendermi, il digitale è sicuramente il futuro per la musica ma nessuno mai potrà togliermi dalla testa che il contatto, anche per via traversa come può essere un disco, diretto con una band è qualcosa di molto più forte rispetto ad una seria di bit.
Avete un sound potentissimo che si ispira per certi versi alla new wave dell’hc melodico, quali sono state le band più importanti per la vostra crescita musicale?!
Greg: Hai un paio di giorni a disposizione?! Avrei una lista che va dall’inizio degli anni ’80 fino a pochi minuti prima di concludere il master di “Fullblast”(ride). Due band su tutte direi Belvedere e Choke mentre Marty è assolutamente pazzo per gli Against Me anche se non credo che si senta nel disco.
Beh forse nelle tracce acustiche non credi?!
Greg: Forse ma non saprei. Per continuare ti direi A Wilhelm Scream con cui ci dicono tutti, e ne siamo consci, che vi sia una forte similarità per la struttura delle canzoni. Personalmente io ti dico che sono un grande fan dei Moneen.
Mi sbaglio se dicessi che nel vostro background vi è anche una forte influenza metal?
Greg: Penso che ci sia un’influenza metal in chiunque ascolti punk anche se il 99,9% delle persone, come il sottoscritto, non lo ammetterà mai perché non fa assolutamente “punk”. (ride)
Come è nato “Fullblast”?! Ti confesso che in un anno in cui sto maturando delusioni su delusioni per l’hc melodico delle vecchie glorie, il vostro disco mi ha tirato decisamente su di morale e lo considero uno dei migliori dell’anno in corso.
Greg: Per questi complimenti passa dopo a ritirare il compenso al banchetto ma non scriverlo mi raccomando (ride). Ci abbiamo lavorato tanto sopra, forse questo disco è nato proprio nello stesso secondo in cui avevamo finito “From the Ground up”. Siamo cresciuti molto in questi anni e la maggior parte delle canzoni è nata in maniera nuova. Alcune canzoni sono state portate da noi già pronte in studio mentre altre hanno preso vita da un riff nato per caso da qualcuno di noi, oppure da semplici idee random o post-sbronze. Su ciascuna canzone però c’è stato un lavoro maniacale per renderle delle bombe!
Come è stato lavorare con John Peter?!
Greg: Splendido! E’ un mago del suono e penso proprio che pro-tools sia una estensione del suo corpo. Ha una componente creativa fortissima in se e ti fa sentire rilassato e carico al medesimo tempo in studio. Quello che poi mi piace di lui è l’estrema sincerità che ha nel dare giudizi, non si fa problemi a darti se una cosa gli fa schifo anche se te la consideri perfetta.
Ritorniamo a parlare per un attimo delle due tracce acustiche di “Fullblast”. Come e da cosa sono nate?! Personalmente odio questa moda di inserire tracce acustiche in “punk” album ma onestamente devo dire che nel vostro disco ci stanno come il “cacio sui maccheroni”!
Greg: “Never give up” è stata una di quelle canzoni portata in studio già completata. Non era una canzone da High Five Drive per tutti i suoi componenti ma al medesimo tempo pensavamo fosse un peccato non inserirla nel disco. Non ci rimaneva quindi che proporla acustica, ecco il perché. L’altra canzone “The memories that keep” parla invece della morte di mia madre Marlene che mi ha lasciato dopo un lungo e doloroso calvario dovuto al cancro. Concordo con quello che dici che è diventato un clichè e lo detesto anche io personalmente ma come band ci siamo ripromessi sempre di essere sinceri con i nostri fan e di pubblicare solo quello che ci sentivamo. Questa canzone è nata dal cuore e forse è proprio per questo che senti la loro armonia nel disco piuttosto che un corpo estraneo come molte volte succede.
Capisco quello che dici. L’altra canzone è “Never give up”. Mi sbaglio se dico che è stata scritta dopo la vostra esperienza in Ukraina che vi stava portando dritti nelle patrie galere?! Ci puoi raccontare come è andata?!
Greg: Non so se lo fanno con tutti ma ho sentito storie anche di altre band. Ci hanno fermato e mi hanno fatto uscire dal furgone. Hanno iniziato a urlare qualcosa di incomprensibile e mi hanno chiuso nella loro macchina. Ho cercato di trovare un canale di comunicazione ma non c’era nulla da fare perché il mio ucraino non è proprio il massimo. Ricordandomi di storie di altri ragazzi massacrati di botte ho mantenuto la calma e messo il mio miglior sorriso sul mio volto. Alla fine hanno scritto su di un foglio 100$ e non ho esitato a tirare fuori 100€ che li hanno accontentati. A dire la verità non mi hanno fatto neanche la fattura (ride). Dopo questa cosa sicuramente eravamo tutti scossi, sai come è, finire in galera in Ukraina non è quello a cui aspiriamo nella vita. Il concerto di quella sera però ci ha ricompensato di tutto e speriamo di poter tornare presto dalle loro parti.
Dimmi la verità però, se fossero state quattro gnocchi ucraine alte 1,80 m, bionde con occhi azzurri non l’avresti raccontato la storia nello stesso modo!
Greg: Quello purtroppo succede solo nei film. Sono un grande appassionato del genere e spero proprio di avere una esperienza come quella nel Cv prima o poi. Non so perché, ma quei film, hanno sempre l’happy end alla fine (ride).
Oltre a questo piccolo incidente in Ukraina penso ci siano anche centinaia di scene divertenti. Ce ne puoi raccontare qualcuna?!
Greg: Ti dico quella che è successa un paio di giorni fa. L’altro giorno Ruffi dei Rentokill è salito sul palco con una fascia con scritto “I love High Five Drive”. Mi sembrava doveroso ringraziarlo per cui sono salito sul palco come mamma mi ha fatto per dimostrarli la mia riconoscenza.
Avete fatto centinaia di date in Canada e due tour in Europa. Come mai invece negli Usa non siete ancora mai stati?! Lo zio Sam non vi ama?!
Greg: Sembra di no, nessun etichetta si è dimostrata interessata e non abbiamo grandi contatti in Usa. Ci siamo impegnati nello stesso modo per la promo e la comunicazione sia per gli Usa che per l’Europa solamente che feedback positivi li abbiamo ricevuti solo da qui. Non saprei dirti perché sinceramente, solo una questione di caso.
Provenite da Winnipeg, città famosa per avere dato i natali ai mitici Propagandhi. Li conoscete personalmente?! Che influenza hanno avuto per la vostra crescita musicale?!
Greg: Sono dei ragazzi fantastici e chiunque a Winnipeg in qualche modo li conosce. Con il loro nuovo chitarrista Dave ci lavoravo al Value Village anni fa. Sono state una delle prime punk band che ho iniziato ad ascoltare e ho scoperto solo dopo che erano di Winnipeg come me. Oltre che l’influenza musicale ti posso dire che sono stati determinanti per avvicinarmi al mondo vegetariano e ad approcciarmi in maniera critica alla società e alla politica. Li vado sempre a vedere quando posso e trovo sia fenomenale come nonostante tutto e gli anni che passano, tutti quanti gli chiedano ancora di suonare “Ska Sucks”. Con tutte le belle canzoni e “intelligenti” che hanno fatto la gente è innamorata ancora di quel pezzo. Quella scena per me è come vedere Shakespeare invece che recitare un pezzo di Hamlet si metta a fare la pubblicità per l’offerta 3×2 di un nuovo Shampoo. Ogni loro nuovo album è meglio del precendente e “Supporting Caste” è splendido!
Voi siete dei musicisti a tempo pieno o siete costretti anche ad avere un lavoro, per cosi dire, “normale”?! E’ possibile per voi sopravvivere come musicisti indipendenti?!
Greg: Per la seconda domanda la risposta è assolutamente no. Io sono un sound engineer e faccio questo lavoro da oltre 10 anni. Un giorno spero sinceramente di poter vivere di questo lavoro ma ora come ora è veramente difficile Il governatorato di Manitoba ha programmi che aiutano a coprire parte delle spese di quando siamo in tour ma ora non vi possiamo più accedere. Ti confesso che in parte è dura quando torni distrutto da un tour magari di due mesi in Europa e trovi a casa tutte le bollette da pagare e non sai se hai i soldi per pagarle. Sicuramente le esperienze, le persone e i momenti che passiamo in tour con i fan ci ripagano di tutto. Non vogliamo lamentarci per questo e anzi siamo veramente devoti a tutti coloro che ci sostengono.
Bene ragazzi questa lunga chiacchierata è giunta al termine. Spero che le vostre speranze di tornare presto in Italia si tramutino in realtà e che ci facciamo un’altra bella chiacchierata. Per concludere a voi il microfono.
Greg: Nostro piacere Punkadela! Un grazie alla No Reason, grandiosi Ste e Demi e non vedo l’ora di rivedervi tutti la prossima volta! Italy rules e di sicuro ci vediamo presto!