Ecco il ritorno del trio australiano che ha fatto del rock’n’roll una ragione di vita, diventati celebri per aver piazzato alla numero 1 delle classifiche della loro nazione ben 17 singoli, per aver suonato con Foo Fighters, Ramones, Red Hot Chili Peppers ed altre grandi band.
Questo disco si discosta dal loro precedente repertorio, i pezzi sono meno scatenati ma rimane comunque un buon lavoro, nonostante rimanga convinto del fatto che a livello di mixaggio qualche sbavatura (forse ovviamente voluta e cercata) c’è.
Il disco inizia leggero, quasi power pop mentre alla fine troviamo pezzi come “Bubble Bath” (che assomiglia ad un omaggio a Kurt Cobain) e “Poorest kids On The Block” che danno spessore al tutto. Già da un primo ascolto salta all’orecchio la raffinata e graffiante “I’ll get Thrush or Something”, caratterizzata da una linea vocale stupenda e che rende giustizia alle capacità di questa band.
Tutto sommato però i ragazzi, dopo vent’anni di carriera, dieci dischi, diciamo che si sono un po’ rilassati, ed infatti tirano fuori pezzi come “The Ballad Of katrin Cartlidge” che trasmette una piacevole sensazione di pace.
Insomma, il disco non è un capolavoro, non farà impazzire i vecchi fan e forse non ne troverà di molti nuovi, comunque rimane un lavoro di un certo spessore come ricerca musicale e qualità degli arrangiamenti.
Dategli un paio di ascolti, come impatto non convince troppo ma sale in seguito, quindi potrebbe rimanere nel vostro stereo per un po’ se accettate di approfondire la conoscenza del disco.
In sostanza tredici pezzi che piaceranno agli amanti del punk rock melodico, minimalista e lento, adatto ai fan di Queers, Ramones, Screaching Weasel e compagnia bella.