Cosa ci fa “Father of All Motherfuckers” su punkadeka.it? Cosa c’entra?
Sono sicuro che molti di voi non saranno d’accordo né sulla recensione in sé, né tanto meno sullo spazio che il nostro sito dà alla band di Berkeley: i Green Day sono una band punk rock che ha fatto un album non punk rock.
Sia chiaro che il tredicesimo lavoro dei Green Day non è e non sarà mai la punta di diamante della loro discografia, ma non siamo davanti alla tragedia che molti fans, ex-fans e haters in generale spiattellano sui social.
I singoli li conoscete già tutti e danno già l’idea di cosa dobbiamo aspettarci dall’album: suoni garage, strutture rock’n’roll e linee vocali spesso in falsetto, quasi da non riconoscere Billie Joe.
Ma chi critica a prescindere senza addentrarsi nell’album si perde Meet me on The Roof, pezzo pop rock che si stampa immediatamente in testa, la successiva I Was a Teenage Teenager, ballata tutta 4/4 e downstroke e, soprattutto, Sugar Youth (unico pezzo riconducibile ai “veri” Green Day, tirato, melodico e punk rock) e la conclusiva Graffitia, pezzo a metà tra Billy Bragg e “I Fought The Law”.
L’unico vero punto bassissimo dell’album è rappresentato Junkies on a High, ovvero 3:06 che non c’entrano veramente niente coi Green Day (ricordate Nightlife di “Dos”?), mentre si salvano Stab You in The Heart e Take The Money and Crawl, pezzi garage/r’n’r molto FHT-style.
Non è un album punk rock, ok. Ma sono i Green Day e rifiuto l’idea che un vero fan della band nata al 924 di Gilman Street non riesca a trovare qualcosa di veramente buono in “Father of All Motherfuckers” (sicuramente non la grafica di copertina….).
I Green Day hanno sempre agito così, hanno sempre fatto quello che li pareva e niente è più punk rock di questo.
Tracklist:
Father of All…
Fire, Ready, Aim
Oh Yeah!
Meet Me on The Roof
I Was a Teenage Teenager
Stab You in The Heart
Sugar Youth
Junkies on a High
Take The Money And Crawl
Graffitia