Con deprecabile ritardo ci accingiamo a parlare di “Thoughts and Prayers”, il nono album da studio dei veterani del punk californiano Good Riddance.
L’album si forma di 12 pezzi di quel punk hardcore a cui Russ Rankin e compagni ci hanno sempre abituato: melodico e allo stesso tempo aggressivo, con liriche incazzate con il mondo e urlate in faccia senza mezzi termini.
L’album segue un livello molto buono in tutta la sua interezza: ottime Rapture, scheggia di 45 secondi ricca di melodia, la doppietta di singoli Don’t Have Time e Our Great Divide e Precariat, piccola genna hardcore melodico.
La seconda parte del disco non è da meno rispetto alla prima e annovera pezzi bellissimi come la tiratissima Who We Are e la successiva No Safe Place, il cui cadenzato ti farà saltare sin da subito.
L’album si conclude con la traccia metà in spagnolo metà in inglese Lo Que Sucede (ammirabilissima soprattutto per il testo che lancia un encomiabile messaggio no borders) e Requisite Catastrophes, pezzo più punk rock dell’intero album.
“Thoughts and Prayers” ci può far benissimo affermare che tra tutte le band storiche del punk rock californiano (penso a Nofx, Pennywise, Bad Religion e compagnia bella) i Good Riddance siano quella che abbia mantenuto sempre un altissimo livello per quanto riguarda i lavori da studio. Grandi.
Tracklist:
Edmund Pettus Bridge
Rapture
Don’t Have Time
Our Great Divide
Wish You Well
Precariat
No King But Caesar
Who We Are
No Safe Place
Pox Americana
Lo Que Sucede
Requisite Catastrophes