Autostrada A7 direzione Genova, città che amo, per assistere al concerto “Genova’s Burning”, che vedrà sul palco Ashpipe, Guacamaya, Linea e Rappresaglia.
Arriviamo al Centro Sociale Pinelli piuttosto presto perché odio arrivare a concerto iniziato, forse arrivo un po troppo presto visto che occupanti e musicisti stanno ancora mangiando, ne approfitto per prendere una birra, un piatto di pasta e fare 4 chiacchiere con Roberto e tutta la bella tavolata, poco dopo via i tavoli, inizia ad arrivare gente e salgono sul palco gli Ashpipe per un breve sound-check.
Non li conoscevo gli Ashpipe, ho comprato il loro album “Born Bad” dopo averli visti live in una festa di paese, 2 voci, 1 violino, tantissima energia per uno ska-punk suonato molto bene con testi interessanti, devo dire che confermano quanto visto dal vivo e quanto sentito nel disco, “la Ciurma”, “Genova is Screaming”, alternano canzoni tirate come “Rum&Drum” alla skankeggiante “Tolleranza Zero” per una buona mezz’ora, i ragazzi sotto il palco apprezzano ed iniziano a scaldarsi.
Tocca ai Guacamaya, Combat Punk band in tour per il decennale e per presentare “il Sangue e la Polvere”, breve soun-check ed attaccano con i nuovi pezzi, tutti molto tirati ed urlati dai presenti, poi sarò strano io ma la canzone dedicata a Vittorio Arrigoni mi fa sempre emozionare…..ad un certo punto vedo RobyGrop salire sul palco e attacca una violentissima “Vi Odio”, che fa tremare il Pinelli e fa andare in palla il mio cellulare, quindi niente video. Piccola pausa dove Elena esegue accompagnata solo dalla sua chitarra una splendida “Redemption Song”, dopodiché il concerto si conclude con la classica “Long Kesh”.
Salgono i Linea, anche loro in tour per presentare “Revoluzionado”, l’ultimo concerto con Roby alla voce. Partono fortissimo con i pezzi dell’ultimo album, il primo senza Mauro, ma un ottimo album molto potente che live rende ancora meglio, “le regole del gioco”, “il paese delle caste”, alternati dai classici “luce sul cantiere” e “gas” che fa ballare tutti. Come al solito mai una pausa, mai un momento di silenzio (tranne quando deve intervenire Fulvio) per i Linea che sparano un pezzo dopo l’altro e concludono con “Ossigeno” un ottimo live.
Sudato marcio e con qualche livido mi dirigo verso il bancone in attesa che salgano i Rappresaglia, non li seguo da un bel pezzo, Maurizio attacca subito con tutti i classici della band “sopravvissuto”, “degeneration”, “psicolabile” fino alla splendida “oltre la porta” ed alla violentissima “attack”. Il concerto finisce tardissimo e mi separano ancora un sacco di km dal mio letto, ma sono felice come un bambino quando esco dal Pinelli con la maglietta fradicia e la gola in fiamme!
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