I romagnoli Gazebo Penguins escono con una demo di otto pezzi, caratterizzata da una buona varietà compositiva, dove per poco più di venti minuti il punk delle origini si tramuta in un post-punk caotico e rabbioso, marchiato profondamente da ciò che l’elettronica mette a disposizione.
Notevole l’uso degli effetti, sulle voci e sulle chitarre, che forse a volte appaiono più abusati, ma come non ricordare Kurt Cobain e i Sonic Youth quando certe canzoni sfumano in totale disarmonia, sofferenti, in pieno stile grunge.
Lo sforzo dei componenti è buono ed equilibrato in ogni settore, i ragazzi miscelano bene le proprie capacità personali e il risultato è degno di nota, infatti le chitarre graffiano arpeggi combinate a riff violenti, la batteria spinge con precisione e la voce è in perenne agonia tra urla e sussurri.
I titoli dei testi appaiono bizzarri e tuttavia originali : – Comodino: “whattafuck?!” – apre il disco.
Il progetto è valido e i ragazzi hanno buone idee, l’impatto non è immediato in quanto i suoni sono volutamente sporcati e la qualità della registrazione non rende loro sempre giustizia.
Consiglio dunque un ascolto prolungato, evitando di storcere il naso ai primi due ascolti.