Tornano a due anni di distanza dalla loro ultima uscita discografica i rockers del New Jersey Gaslight Anthem…a due anni di distanza da quel “59 sound” che li aveva lanciati come “la miglior nuova band che ascolterete nel 2008”, secondo le parole di Kerrang.
Dopo l’uscita di quell’album fu un’escalation di successi fino a dividere il palco col Boss Bruce Springsteen in persona chee li indicò come una delle migliori nuove bands in circolazione votando “59 sounds” al 79esimo posto della classifica dei migliori album di tutti i tempi.
Tutti questi collegamenti col Boss non si esauriscono solo qui, ma hanno nella musica il loro punto principale: il cantante della band Brian Fallon abitava a poche case da quella di Springsteen e il suo modo di comporre e di fare musica sicuramente ha risentito dell’influenza che il suo ex vicino di casa ha avuto su di lui. Non a caso all’inizio della recensione ho chiamato i Gaslight Anthem “rockers”, perchè il punk è solo uno dei “colori” che compongo il sound della band. Nella loro musica ci sono tracce di Springsteen ovviamente, dei Social Distortion e dei Clash, ma anche di Cure e del classico rock a stelle e strisce…questa particolarità emerge prepotentemente in questo nuovo album, che diminuisce leggermente il lato punk e fa emergere di più quello rock e melodico, con melodie memorabili come quella di “The spirit of jazz”, un pezzo che avrebbe potuto scrivere il loro concittadino Bon Jovi se avesse preso un po’ più anfetamina, avesse cacciato il tastierista e non fosse invecchiato.
Il rock dei GA è quindi fortemente caratterizzato dalla geografia, risente parecchio del “new Jersey sound”, e questo non può fare che bene, questo album infatti è un ulteriore passo avanti nella carriera di una band che sicuramente di passi ne farà molti altri, ora fatene uno voi nella loro direzione, se ancora non l’avete fatto.