“Grazie a Punkadeka, ho avuto modo di comunicare al pubblico del punk italiano le mie diverse uscite discografiche, dagli Andead al PGA (Italian Punks Goes Acoustic), passando per Rosko’s e Rebel Poets.
Proprio su questo ultimo progetto vado ora a concentrarmi perché lo staff del sito ha mostrato interesse rispetto alle tematiche espresse nell’ultimo Ep “Mnà”, uscito l’8 marzo per Ammonia Records.
Voi che siete amanti del punk siete a conoscenza di quanto la componente sociale sia fondamentale per dare solidità ad una proposta artistica; il folk vive delle stesse dinamiche, magari alle volte cambia solo il livello di gain o l’introduzione di qualche strumento tradizionale, ma siamo comunque in un territorio fatto di denuncia, rabbia e voglia di rivalsa.
Per questo Joe Strummer si definiva “un cantante folk con la chitarra elettrica”…
Ringraziando per lo spazio concessomi, ma cercando di no dilungarmi troppo, vi racconto perché ho scelto di parlare di quattro donne irlandesi nelle quattro canzoni che ho registrato a fine 2023.
Il motivo principale risiede nel fatto che attraverso il progetto Andrea Rock & The Rebel Poets io ho il desiderio di fare divulgazione culturale oltre che musica e negli ultimi 10 anni credo che il mio progetto solista abbia strutturato sempre di più le tematiche trattate, passando da un più semplice omaggio ad un Paese che amo fino ad arrivare ad una sorta di trattato di geopolitica sociale, in salsa folk punk.
Per arrivare a questo risultato, negli ultimi due lavori (“True Stories” 2023 e “Mnà” 2024) ho scelto di affidare la quasi totalità della scrittura musicale ai ragazzi della band (Lorenza Vezzaro, Luca Taglietti, Ivan Marconi e Andrea Merlini) per concentrarmi sul lavoro di ricerca, studio e verifica delle fonti che poi avrebbero caratterizzato i testi e il concept degli album.
Il problema più importante che ho affrontato è stato appunto quello di riportare i fatti così come sono avvenuti; sebbene sia chiaro quale sia il mio posizionamento ideologico quando si parla di questione irlandese, ho scelto di non tralasciare nulla, anche quando gli argomenti diventavano scomodi. Ogni conflitto porta con sé una lunga serie di vittime e bisogna averne rispetto sempre, soprattutto se come nel mio caso, racconto di una lotta che non ho vissuto.
Grazie al web oggi reperire informazioni è molto più semplice, ma ad aiutarmi maggiormente sono state le pubblicazioni editoriali e in particolare un podcast “Troubles: una storia irlandese” che mi ha messo in contatto diretto con Michael Philipps, la cui storia è diventata il mio brano “Belfast Boy”.
Sul perché le protagoniste dell’ultimo ep siano tutte donne il motivo è semplice: l’Irlanda ha da sempre un’enorme considerazione della donna, vero e proprio elemento di unione della società irlandese, esempio di tenacia e caparbietà anche nei momenti più buoi della storia del Paese…e allora, mi sono detto, parliamo di queste donne virtuose e facciamolo in un periodo storico dove troppo spesso si parla di disparità tra sessi e violenza di genere.
Facciamolo guardando a coloro che hanno combattuto a testa alta, che hanno amato fino all’ultimo istante delle loro vite o dei loro cari…
Ecco allora spiegate chi sono le quattro donne protagoniste dei brani:
“Constance” è Constance Markiewicz, la contessa di Sligo che rinunciò al suo rango per combattere a fianco della guardia cittadina a sostegno della causa repubblicana; membro del Sinn Féin e del Fianna Fáil fu la prima donna ad esser eletta alla Camera dei Comuni.
“Julie” è Julie Livingstone, una delle giovani vittime dei plastic bullets esplosi dall’esercito britannico nel 1981, durante un corteo di supporto agli “hunger strikers”. E’ notizia recente che la legge, proposta da Boris Johnson, prevede l’immunità per i militari e paramilitari che decidano di collaborare con le autorità limita le indagini sui crimini dell’epoca. Nel testo viene anche riportato parte del poema “The Stolen Child” di W.B. Yeats.
“Bernadette” è Bernadette Devlin, la fondatrice dell’Irish Republican Socialist Party la cui notorietà è legata alla Battaglia del Bogside nel 1969 a Derry, l’evento al quale si associa l’inizio del “Troubles”. Il brano prende spunto dalla sua biografia “Il prezzo della mia anima”.
“Grace” è la cover del brano omonimo scritto nel 1985 da Frank and Seán O’Meara e reso poi celebre da Jim McCann dei Dubliners che racconta la tragica storia di Grace Gifford che sposò il suo fidanzato Joseph Mary Plunkett nella prigione di Dublino, sette ore prima che venisse giustiziato per aver preso parte all’insurrezione di pasqua del 1916.
Storie vere, di donne realmente esistite il cui spirito ancora risplende sui murales di Belfast, Derry, Sligo…
Se ascolterete il disco, fatelo pensando a loro e capirete il perché di certe scelte di suono e vocalità. E soprattutto capirete perché è importante celebrare una cultura, uno spirito, un atteggiamento realmente ribelle come quello dei protagonisti dei brani che ho il piacere di portare sul palco.
Il folk irlandese può essere molto più punk di altre proposte del panorama attuale. Io spero di portarlo a voi con sincerità e dedizione.
Grazie per il vostro tempo
Erin go Bragh”
Andrea Rock
ASCOLTA L’EP: