Dopo un’estate calda e prosciugata da eventi musicali degni di nota, arrivano le tre serate della Festa di Radio Onda d’Urto a Brescia per rinfrescare anima, corpo e orecchie.
Si inizia (almeno noi due), il giovedì 16, il programma prevede 3 gruppi: Psyconegative, Razzapparte e Adicts. Purtroppo gli orari non sono il nostro forte, essendo abituati ai tira tardi di Torino, arriviamo così quando i viterbesi Razzapparte avevano già suonato, peccato, avevo una grande voglia di vedermi Flavio e company, e da quello che ho sentito dire se la sono cavata alla grande e non poteva essere che così, vista la bravura del gruppo. Iniziamo male eappena arrivati ci becchiamo questi Psyconegative sul palco, alle prese con qualcosa che sinceramente non mi è rimasto molto dentro, qualcosa di melodico/77 e poco convincente. Dopo varie, tante, forse troppe chiacchierate in giro per la festa, è arrivato il turno degli Adicts che ritornano in Italia dopo ben 20 anni dalla loro ultima apparizione nella nostra penisola; è il delirio più totale, già in precedenza li avevo visti, ma in quell’occasione non mi presero più di tanto, questa volta invece, un tripudio di gioia e colore si è impossessato di me, un gruppo davvero travolgente, tosto e carico da far accapponare la pelle anche a me che non sono una grande amante di questo gruppo. La loro performance sul palco è stata davvero indimenticabile, coriandoli, stelle filanti, palle gonfiabili, sembrava di essere al carnevale di Rio.. c’è poco da dire.. viva la Revolution..
Qualche spesa folle del Perno nelle distro e poi di corsa in macchina per tornare a casa; una serata che non è iniziata nel migliore dei modi, ma che si è conclusa alla grande con una sorpresa nel cuore, quella di aver rivalutato un grande gruppo come gli Adicts!
Finalmente arriva sabato e questa sarà (per lo meno per me) la migliore delle tre serate, ci sono grandi gruppi in programma, così con un po’ di furbizia in più si parte un’ora prima e stavolta non ci perderemo proprio nessuno. Si partecon una precisione degna di un orologio svizzero con i D.c.p, un gruppo del bresciano che suona un punk rock con testi molto politicizzati, me ne avevano ben parlato, ma per colpire me ci vuole ben altro. E infatti ci sono i Bull brigade (gruppo nato dalle ceneri della Banda del Rione e dai Bad dog boogie) a farlo, la mia anima da torinese adottata si accende quando Eugenio con la grinta che lo contraddistingue afferra il microfono e inizia a sfornare canzoni su canzoni, non vi sto nemmeno a descrivere il degenero che si forma sotto il palco alle prime note di “Lei” e “Quale destino per noi”, il cuore di tutti si accende, ecco il grande amore per la musica e per i gruppi che io voglio vedere, un brivido mi corre dentro e datemi pure dell’emo, ma gli occhi si fanno lucidi a vedere quelle immagini e a pensare che quel gruppo, la Banda del rione, è solo un lontano ricordo. Un grande complimentone al gruppo torinese, ma ora tocca a Steno e ai suoi nuovi (nuova formazione)Nabat salire sul palco a scaldare questa serata. I pezzi scorrono via veloci ed è un vero piacere vedere Steno in grande forma, urlare e sbraitare sul palco, con una grinta che un ragazzino nemmeno si sogna: “Lavoro”, “Lunga vita ai ribelli oi!”, “Nichilistaggio”, “Troia”, “Laida Bologna”, “Cane malato”, tutti pezzi accompagnati dalle urla dei kids sotto il palco; i ragazzi cambiano ma Steno spacca sempre e comunque, e chi lo stacca più dal microfono? Sono momenti che uno non vorrebbe mai veder finire, ma purtroppo bisogna cedere il posto ad altri e così amaramente anche la loro esibizione volge al termine.
Io sarei sazia anche così, stasera le mie orecchie si sono fatte una scorpacciata di buona musica, adesso tocca al dessert, che però mi lascerà un gusto un po’ aspro in bocca. È il turno degli Sham69, anche se sinceramente, a me che continuino a chiamarsi così, nonostante Pursey non ci sia più, non mi va proprio a genio, e non riesco nemmeno a tollerare chi continua a dire “eh tanto sono comunque gli Sham!”.. eh no, miseriaccia non sono loro! Sapevo che non mi sarebbero piaciuti, il nuovo cantante se la cava bene, manon posso far finta di niente e dire “che bello gli Sham!”; i pezzi sono sempre gli stessi “Hurry up Hurry”, “Questions and answers”, “Sunday morning nightmare” e anche qualche pezzo nuovo di un cd che uscirà a breve per la gioia dei tanti. Non voglio rimanere per “If the kids are united” (l’apice dell’ipocrisia), così prima che finissero me ne sgattaiolo via, verso il parcheggio per concludere una gran bella serata!
Arriva anche l’ultima serata di questa tre giorni di sfrenato punk tra le colline bresciane, stasera si tarda un po’, e per le nove iniziano a suonare i Mess mess mess, un gruppo romagnolo a tre, che suona uno street punk davvero ben fatto, che ha anche un buon riscontro sotto il palco, suonano per una buona mezz’oretta, dopodiché passano il testimone ai belgi Funeral dress che sono sempre una sicurezza. Sono dei mostri questi signori, ma il pubblico mi pare un po’ freddino per lo meno all’inizio, dopo poco almeno nelle prime file si scatena un timido e leggero pogo: “A way of life”, “Cops are no human beings”, e tante altre song capaci di allietare tutti noi; si finisce con l’anthem “If the kids are united”, che vede un fuori programma di Balestrino che sale sul palco e si unisce al gruppo, grande Marco! E ora tocca a loro; quest’anno per una menata o per l’altra mi hanno fatto sempre pacco e io l’ho fatto a loro impossessata dall’influenza maledetta, ma stavolta non c’è scampo, i Casualties sono sul palco e io sono sotto a vedermeli.
Appena mettono piede sul palco, sono invasa da orde di punk crestati che corrono, manco fosse la maratona di New York, sotto al palco, devo addirittura attaccarmi al Perno per non essere abbattuta; non c’è che dire i ragazzi americani sono di un altro mondo, la voce sfonderebbe ogni barriera del suono, e sembrano davvero molto coinvolgenti, non credevo potessero essere così bravi nei live, anche se dopo una mezz’oretta di canzoni ininterrotte, incomincia a farsi sentire la mia noia e la mia stanchezza, insomma non riuscivo a reggerli più di tanto, davvero bravi ma si vede che il mio amore per loro, non va oltre poche canzoni. Dopo un’ora abbondante di “Under attack”, “Kriminal klass”, “Ugly bastards”, “Riot”, “Punx&skins”, “On the frontline”, “Casualties” e altre ancora.. è giunto anche per loro il momento di scendere dal palco e chiudere la serata; facendo poi le solite foto di routine con i fan, e di questo mi hanno sorpreso, visto che prima dei live rimangono segregati sotto terra!
Ancora chiacchiere in giro e poi a casa per fare la nanna, tutto questo via e vai ci ha stancato, ma sono state tre serate davvero fantastiche, sia per la buona musica, che per l‘ambiente, che per i piacevoli incontri e chiacchiere fatte. All’anno prossimo quindi! (Zora)