“Ossa rotte, occhi rossi”, primo full lenght targato Endrigo, seguito degli Ep “Spara” (2013) e “Buona Tempesta” (2015), risultato finale di un percorso di crescita personale e artistica e primo step di una nuova fase, un condensato delle esperienze degli ultimi anni spesi tra lavori saltuari, esami all’ università e concerti (tanti), da quelli su palchi minuscoli a quelli più importanti, talvolta condivisi con band come The Zen Circus, Il Teatro degli Orrori, Fast Animals and Slow Kids, Giorgio Canali, Il Pan del Diavolo, Gazebo Penguins, Nobraino.
Registrato presso la Casa Vacanze Macchione, in piena campagna, ai confini tra Toscana ed Umbria. Risultato? Un disco diretto, sfacciato ed energico. Un disco che racconta semplicemente la merda e le meraviglie che capita di incontrare su e giù dai palchi, da cantare a squarciagola come un grido liberatorio che esce da una cantina, da un club o nella più calda notte estiva, tra zanzare, sudore e idee. Attitudine indie rock, senza fronzoli o sdolcinatezze armoniche, lievità solo apparente, per un album che sa essere aggressivo e ironico, ma anche delicatamente ruvido e melodicamente punk. Musica ribelle. Cuore, tempesta e emozioni.