“EDUCAZIONE SKINHEAD” per Crombie Media: l’intervista al fumettista Mattia Dossi

Sono online i primi episodi di “Educazione Skinhead”, il fumetto di Mattia Dossi uscito per Crombie Media – storico blog punto di riferimento per tutti i contenuti legati alle sottoculture punk, mod e skinhead. 10 episodi su monotavola, uno nuovo ogni mercoledì,  su www.blog.crombiemedia.com.

Abbiamo fatto qualche domanda su questo progetto all’autore, Mattia, fumettista e illustratore di Rovereto.

 

Ciao Mattia! Ci racconti com’è nata l’idea di questo fumetto? Che rapporto c’è con Crombie Media e com’è partita la collaborazione con loro?

L’idea nasce dall’urgenza, che avvertivo da tempo, di raccontare e disegnare storie strettamente legate ai miei interessi e alle mie passioni. Avevo in mente questo progetto da circa un anno ma è stato solo durante il lockdown che sono riuscito a trovare il tempo per concretizzarlo e portarlo  a termine. Quando realizzo delle commission in veste di disegnatore raramente ho l’occasione di lavorare su queste tematiche.

Un paio di anni fa, dopo aver letto ITALIA SKINS, mi sono messo in contatto con il suo autore: Flavio Frezza, mia vecchia conoscenza nonché fondatore di Crombie Media, blog che si occupa di sottoculture, musica e cinema di culto. Tutta roba che è decisamente nelle mie corde. E’ stato davvero un piacere per me ritrovarlo dopo tanti anni, ho quindi iniziato a collaborare saltuariamente al blog con qualche illustrazione, per poi arrivare a proporgli di pubblicare gli episodi di Educazione Skinhead. Proposta che è stata accolta a braccia aperte. Mi preme aggiungere che nella squadra di Crombie Media sono presenti anche un talentuoso lillustratore/grafico/tatuatore: Alessandro Aloe (altra mia vecchia amicizia/conoscenza!) e l’eccezionale Letizia Lucangeli, direttore artistico di una rassegna di cinema indipendente.

 

Su cosa si basano le storie che racconti in “Educazione Skinhead”? Sono storie vere?

In alcuni casi si tratta di gags di pura fantasia ma in altri le storie si basano sui miei ricordi e sulle mie esperienze inerenti alla frequentazione della scena tra il 1998 e il 2005. Ho preso quel “materiale” e ho cercato di stravolgerlo attraverso un registro comico/umoristico. In tal senso, Educazione Skinhead, non è da considerarsi un fumetto prettamente autobiografico anche se il mio background ha influito parecchio sulla sua creazione. Il protagonista, dal punto di vista grafico, ha le mie sembianze da giovane.

Se hai presente il primo episodio della serie (lo trovate in fondo all’articolo!), quello della testata, ti posso dire che da ragazzino ero piuttosto mingherlino e uno skin, molto più grande di me, preoccupato dalla mia dubbia capacità di affrontare la strada, mi impartì una vera e propria lezione su come si tira una testata, in caso di necessità. Ovviamente, senza gli esiti tragicomici che ho inserito poi nel racconto..

 

Come descriveresti la scena di quegli anni? Quali ricordi (migliori o peggiori) conservi?

Ricordo quel periodo come uno dei più belli e significativi della mia vita. Ricordo che c’era un gran fermento, soprattutto a fine ’90, concerti quasi ogni fine settimana (almeno qua in Triveneto), un milione di Oi! band, dischi a ripetizione e serate memorabili. Tra i concerti più belli e importanti ricordo i Cockney Rejects in Emilia Romagna nel 2000 (mi pare fosse la loro prima volta in Italia ma posso sbagliare) e il secondo raduno SHARP allo Ya Basta di Vicenza con gli Angelic Upstarts nel 1999.

Ho incontrato persone alle quali sono ancora legato da profonda amicizia. E tutto quel vissuto, quegli anni, quelle esperienze sono cose che non potrò mai dimenticare.

Per quanto riguarda i brutti ricordi preferirei non parlarne ma devo dire che non sono molti.

 

Pensi sia anacronistico oggi parlare o raccontare la scena skinhead? Come pensi sia cambiata?

Non voglio avere la pretesa di raccontare la scena skinhead in toto, non ne sarei in grado e non è il mio scopo, come ti dicevo prima la serie, in parte, si basa su esperienze personali e se c’è una lezione che credo di aver imparato (ma è anche probabile che io non abbia capito un tubo!) dal Punk e dall’Oi! è ridere in faccia a tutto e a tutti, a volte anche a se stessi.

Non mi pongo il problema se raccontare ciò sia anacronistico, avevo l’esigenza di farlo e l’ho fatto. Tutto qua.

Ad essere sincero non ho un’idea precisa di come sia la scena al giorno d’oggi perché non la frequento assiduamente da anni.

 

A proposito di musica – cosa ne pensi degli ultimi dischi usciti, partendo dai Ghetto 84 o i Klasse Kriminale che non vogliono invecchiare, le nuove leve Lion’s Law e perché no, i nostrani Stiglitz che tengono il passo portando anche aria fresca (thanks Matt Murphys).

Devo essere sincero: ho ascoltato solo l’ultimo lavoro dei Klasse e l’ho trovato di un’energia pazzesca, una bomba.

Autentico e genuino rock’n’roll skinhead. Erano considerati quasi vecchi anche 20 anni fa, ed è proprio per questo che ci sotterreranno tutti! Li adoro, credo di averli visti…boh, 20 volte?

Conosco i Lion’s Law ma non così bene da poter esprimere un giudizio serio. I brani che ho avuto l’occasione di ascoltare non mi sono dispiaciuti. Per quanto riguarda gli Stiglitz ammetto la mia lacuna, non li conosco, ma finita l’intervista provvederò all’ascolto. Promesso.

 

Parlaci dei tuoi lavori: ci sono altri progetti in corso legati alla musica? Hai mai pensato di far uscire i tuoi lavori su carta stampata?

Nel corso degli anni ho realizzato copertine per varie band legate alle sottoculture e ai circuiti underground dal Thrash Metal all’Oi!, dal Garagee Punk all’Hardcore melodico.

Uno dei miei ultimi lavori, in campo musicale, è la copertina dell’ultimo disco dei veronesi Feccia Rossa. In passato ho disegnato locandine per concerti e fumetti e illustrazioni per varie fanzine.

Come disegnatore lavoro molto con le caricature, inoltre realizzo strips e illustrazioni, design per t-shirt, toppe e adesivi, per contesti e committenti che non hanno nulla a che fare con le sottoculture.

Nel 2007 ho pubblicato lavori usciti in edicola per If Edizioni e nel 2008 mi sono autoprodotto un’albetto intitolato K.F.C. che fu recensito sui periodici Scuola di Fumetto e Tattoo Energy.

Recentemente ho esposto i miei lavori presso la Beatsider Art Gallery di Rovereto (la mia città) con una serie di illustrazioni dedicate agli eroi del Jazz Funk. Il titolo della mostra era Jazzfunkartoon.

Per quanto riguarda Educazione Skinhead, il progetto prevede anche la stampa su cartaceo, se continuerete a seguire la serie su Crombie Media, tra qualche tempo, troverete aggiornamenti  a riguardo.

 

Quali sono le tue influenze in questo campo?

Al primo posto metto sicuramente Cattivik nella versione di Massimo Bonfatti che considero uno dei più grandi fumettisti umoristici italiani di tutti i tempi. Poi adoro i fumetti della Ec comics (weird science, Tales from the crypt, ecc…), l’americano Charles Burns e il gigantesco Magnus e Akira Toriyama (soprattutto il suo Slump e Arale). Aggiungerei un fumettista legato alla scena internazionale, il francese ALTEAU, ammiro moltissimo il suo lavoro. Ci sarebbe molto altro ma mi fermo qui perché rischierei di fare un elenco interminabile.

Ti ringrazio per l’intervista.

 

Grazie a te Mattia! Un saluto anche a Flavio di Crombie Media.

Condividiamo il primo episodio della serie “Educazione Skinhead”, per aggiornamenti e per il resto della serie continua a seguire Crombie Media, anche su Instagram, Facebook e gli altri social.

 

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