EASTPAK ANTIDOTE TOUR

Ecco il report, un pò stagionato, della data Bolognese dell’Eastpak antidote tour festival.

 

 

L’immagine che più appropriatamente potrebbe raffigurare l’Antidote Eastpack tour è quella di uno zaino stracolmo di meraviglie che magicamente si sposta da un posto all’altro del globo ad allietare grandi e piccini. Sarà il freddo polare di Bologna, saranno le lucine natalizie, ma sembra davvero che l’arrivo dello zaino viaggiante anticipi di un mese la venuta di quel nonnetto imbiancato che porta doni la notte della vigilia.

I doni di fine novembre si chiamano: Time Again, Skindred, Street dogs e Flogging Molly.

Primo ed unico neo: il concerto inizia troppo presto.

 

E’ vero che i gruppi sono tanti, è vero che è giovedì ed il giorno dopo si lavora, è vero anche che l’abitudine, o meglio il vizio, prettamente italiano di fare sempre tutto con una calma estrema, va se non abolito quantomeno migliorato, ma iniziare alle nove è davvero un disagio, principalmente per i non motorizzati e i poco conoscitori della zona.

Come se non bastasse ad aprire la serata sono i Time Again, a mio avviso nettamente più bravi, più ascoltabili e gradevoli degli Skindred che seguono a ruota. Le creature di Tim Armstrong non deludono e confermano la professionalità dei gruppi Hellcat; suonano poco, purtroppo mi perdo anche i primi pezzi, ma basta Cold Concrete per capire che il gruppo va forte, la presenza scenica è notevole e nonostante i quattro non abbiano decenni di esperienza, sanno ben tenere il palco. Gli Skindred divertono sicuramente, coinvolgono con il loro ibrido sound tra il reggae ed il crossover, puntano molto sul carisma del cantante che anche negli atteggiamenti sembra perfetto per una serata dancehall, ma sinceramente non si sposano benissimo con il genere della serata. Forse è proprio il contesto che li penalizza, metti una sera a cena Sid Vicious e Bob Marley…

 

Gli Street Dogs sono davvero molto attesi, li avevo visti circa quattro anni fa a Milano come spalla dei Millencolin e ora sono i co-protagonisti, il braccio destro dei Flogging Molly.

Pochi dubbi, i cani da strada sono i migliori in campo, sul palco danno l’idea di magniloquenza, di grandezza e l’esperienza si vede. Mike Mc Colgan sembra trasferire l’energia, la grinta e la virilità del suo ex mestiere, il pompiere, nella sua performance: grondante di sudore si arrampica sulle casse, si tuffa sul pubblico e salta da una parte all’altra del palco galvanizzato dal poderoso supporto della gente. Tobey’s got  a drinking problem è cantata all’unanimità, lascia un pizzico di malinconia e di amaro in gola per quanto è bella!

 

Davvero da apprezzare la disponibilità di Mike che prima ancora di centrifugare la camicia lucida di sudore, fa foto con tutti, non risparmia bagnatissimi abbracci e racconta con enfasi il suo passato tra le fiamme.

A questo punto il verde inizia a colorare l’ambiente, magliette dell’Irlanda e mega cappelli Guinness spiccano in ogni angolo ed in pochi istanti si scatena il ciclone

Flogging Molly. C’è poco da dire, gli incontrastati re dell’irish punk propongono uno show completo, impeccabile sotto tutti i punti di vista. E’ un piacere già solo vederli, così diversi tra loro, così eclettici, così sorridenti e ben amalgamati. Esteticamente rendono il senso della propria musica che si fonda su vecchie e nuove tradizioni, su strumenti musicali non consueti, ed è così che banjo e basso elettrico, flauto, violino e chitarre distorte, ben si adattano al look eterogeneo della band.

 

Dave King con quell’aria un po’ da intellettuale genialoide un po’ Woodie Allen, ha la persuasività di un cantastorie, la grinta di un rocker e la simpatia di un irlandese.

Laviolinista colpisce oltre che per la bravura, per la semplicità, per gli atteggiamenti timidi, per un’immagine pura e bella, il resto della band è fatto da punkers scatenati. La scaletta è più lunga ed articolata rispetto ai gruppi precedenti, tra i pezzi più belli primeggia Drunken Lullabies e nella ripresa ecco finalmente Pirate song.

E’ mezzanotte e i regali li abbiam già scartati…un po’ di dj set forse avrebbe completato la serata, in pochi minuti gli stand del merchandise si svuotano e non resta che tornare a casa con una Guinness in mano e con tanta voglia di saltare ancora!

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