DRUNKEN BUTTERFLY: Pornocoma

Che il panorama italiano delle rock-bands abbia prodotto negli ultimi anni un enorme salto di qualità non é un mistero ormai più per nessuno né tantomeno per gli addetti ai lavori; lo stesso dicasi per le etichette nostrane che, partite in sordina negli anni ’80 hanno sfornato durante tutti i ’90 delle produzioni che sono riuscite a valorizzare pienamente le potenzialità di tantissimi giovanimusicisti. La milanese Fridge Records é certamente una di esse, sta facendo un ottimo lavoro in ambito punk (ma non solo…) e tra le sue recenti releases oltre il violentissimo/intransigente Hohle dei milanesi Debord spicca Pornocoma, il debutto del trio marchigiano Drunken Butterfly guidato da Lorenzo Castiglioni ( voce, chitarra,tastiere).La produzione del disco, a cura di Paolo e Marco Bragaglia é davvero notevole, registrazione e mixaggio potenti, nel senso che riescono ad esaltare il sound dei Drunken Butterfly, che é quanto di più complesso si possa immaginare: certo in brani come Crash, Pornocoma,In fuga, L’Ira di Jack l’irruenza grunge incrocia tendenze noise ma anche lo stoner più greve e questo per l’estremo risalto dato alla sezione ritmica, Nicola Angelozzi (basso) e Fabrizio Baioni (batteria), efficacissimi partners di Castiglioni.Ma quando si arriva a Signora Male, Neve, Nostro Signore Dello Spirito lo spettro sonoro si dilata clamorosamente, chitarra e tastiere grondano una solennità quasi mistica trasfigurante il profondo disagio metropolitano/esistenziale espresso dalla voce e dalle liriche di Lorenzo Castiglioni ( sempre in primissimo piano lungo tutto l’album!): ne fuoriesce un affresco sonico dalle fattezze quasi psichedeliche, una violenza espressiva ‘sacra’ con un uso visionario di cghitarre e tastiere/campionatori che raggiunge il culmine con le guglie acuminate di quella incredibile cattedrale sonora che é Nostro Signore Dello Spirito, dolorosa e tesa sublimazione di mille tensioni represse.A sigillo di un disco a mio parere a livello internazionale la cover amara, dolorosa poeticamente iper-urbana di un brano di Rino Gaetano, I Tuoi Occhi Sono Pieni Di Sale:difficile non essere contagiati dalla densa angoscia espressa dalla voce di Sergio Castiglioni…anche quando pronuncia salate parole d’amore!

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