Dropkick Murphys + Faz Waltz, 18/08/2015, The Jungle, Cascina (Pisa)

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In una minacciosa, meteorologicamente parlando,  serata di agosto va di scena quello che per molti sarà ricordato come il concerto dell’estate 2015: Droopkick Murphys a Pisa. In realtà, cosa che rende ancora migliore l’occasione presentatasi, il concerto si svolge nel parco del The Jungle di Cascina, cittadina del contado pisano di poco più di 45 mila abitanti. Sono passati 4 anni dall’ultima volta che ho visto i DKM (26 aprile 2011, Alcatraz Milano, Loud and Proud Festival con Madball, H2O e Devils’s Brigade) e, ad essere sincero, le mie aspettative non erano altissime: da “The Meanest Of Time” il mio interesse per la celtic punk band di Boston è andato decisamente in calare.
Ma andiamo con ordine.

Ad aprire la serata ci pensano i Faz Waltz, terzetto rock’n’roll di Cantù attivo dal 2007 con un EP e tre LP alle spalle e un sacco di date già accumulate.
Ad essere sincero la presenza del trio mi ha lasciato, almeno inizialmente, sbalordito considerato il fatto che, dal punto di vista musicale, poco o nulla hanno da spartire coi DKM (e i guests del 2011 mi avevano abituato bene…); anche se gira voce che sono stati proprio i Dropkick Murphys a volerli come band di apertura….
Detto questo i Faz Waltz (che avevo già visto all’opera al Surfer Joe di Livorno lo scrso anno) se la cavano egregiamente sul palco con il loro rock’n’roll a tinte glam che è riuscito a coinvolgere un pubblico non proprio amante del genere proposto.
Nonostante non sia proprio la musica che ascolto tutti i giorni, alcuni dei pezzi eseguiti (gli unici che ho riconosciuto sono Kids Are All Wild Move Over) non mi hanno fatto storcere il naso, tutt’altro.
Bella prova dei Faz Waltz. Da vedere, probabilmente, in un contesto differente.

Poco dopo le 22 comincia a piovere e i fantasmi di quel maledetto 21 luglio 2012 riappaiono nelle menti di tutti coloro che erano presenti alla zona fiera di Rho…. In questo caso, per fortuna, la pioggia accompagna il concerto solo per pochi minuti.
Dopo una interminabile intro salgono sul palco i Dropkick Murphys. Della primissima formazione è rimasto solo il buon Ken Casey, ma i vari Al Barr, Matt Kelly e Scruffy Wallace sono da considerarsi DKM a tutti gli effetti.
L’inizio è caratterizzato da The Boys Are Back Prisoner’s Song dell’ultimo album “Signed And Sealed In Blood”, del quale verranno eseguite anche la degna di nota Out Of Our Heads e la mia preferita Rose Tatoo (ballata dalle atmosfere molto malinconiche).
La scaletta attinge, stranamente, da quasi tutti i dischi (eccezion fatta per “Sing Loud, Sing Proud!”, inspiegabilmente non considerato): dell’album d’esordio “Do or Die” vengono suonate le immancabili Barroom Hero e Skinhead on The MBTA, da “The Gang’s All Here” 10 Years of Service, Blood And Whiskey (ricordo dei Dropkick che furono) e la tiratissima The Fighting 69th.
I Dropkick Murphys si dimostrano in ottima forma, anche se Al Barr sembra arrancare in alcuni pezzi. Il frontman e Ken Casey si alternano alla voce in maniera egregia (alternanza di voci che è sempre stato il punto di forza della band, sin dai tempi di Mike McColgan), mentre Matt Kelly dietro le pelli fa il suo consueto spettacolo: un misto rarissimo di tecnica, velocità e potenza.
Su pezzi come Bastards on Parade, Worker’s Song, Your’s Spirit Alive, Captain Kelly’s Kitchen Going Out In Style (secondo me il pezzo più azzeccato degli ultimi 8 anni) la voglia di andare nel mezzo e fare un po di casino raggiunge livelli epici, livelli che vengono mitigati dalla consapevolezza di un ginocchio a dir poco malmesso…
Non mancano le immancabili cover (Iron Chin dei Bruisers su tutte), ma è l’encore che la fa da padrone: I’m Shipping Up To Boston, Kiss Me I’m Shitfaced, Skinhead on The MBTA If The Kids Are United degli Sham 69, accompagnate dalla consueta invasione di palco, rappresentano una più che degna chiusura del concerto.
Una delle pochissime note di demerito l’arrangiamento acustico di Citizen CIA, inascoltabile alle mie orecchie. Per il resto show da 7,5 in pagella.
Momento che arricchisce ancora di più la serata: ad un certo punto della scaletta i Dropkick fanno salire sul palco un ragazzo del pubblico provvisto di cornamusa che, seppur per pochi minuti, dimostra di non sentire il peso di esibirsi dinnanzi a mille persone e più. Complimenti!

Le aspettative della vigilia non erano il massimo, ma alla fine i Dropkick Murphys mi hanno regalato un gran bel concerto: per 2 ore scarse sono tornato un ventenne….

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