Lavoro dal torrenziale impianto chitarristico questo primo omonimo album solista di Dome La Muerte, ex Not Moving insieme ai Diggers, tutti ottimi strumentisti, dalla chitarra ritmica Matteo ‘basetta’ Gioli al funambolico batterista Emiliano sino alla solida bassista Lady Casanova.
Non poteva essere altrimenti visto il solido background artistico del chitarrista, che nei brani di suo pugno, soprattutto Get Ready e Gimme Some rivela spudoratamente influenze New York Dolls, Stooges, Gun Club producendosi in una serie di soli di pregevolissima fattura.
Un disco di grande e classico rock&roll caratterizzato da venature dark-blues (‘Bad Trip’ blues, Demons), liriche generazionali ribellistiche (Sorry, I’m a digger) e da almeno una ballata in odore Stones (You shine on me), che cresce pian piano e sembra uscita dai solchi di Beggars Banquet.
Tre covers (Fire of love/Gun Club, Heart full of soul/Yardbirds e Cold turkey/John Lennon) a ribadire il saldo legame di Dome La Muerte col passato ed una voce dagli accenti torbidi purtroppo non sempre all’altezza della situazione.
Delle tre covers la più riuscita è senz’altro Cold turkey, eseguita con tosta convinzione e dal finale psichedelico.
Ad affermare il carattere internazionale del disco la partecipazione di un guru del garage, Rudi Protrudi, che si esibisce con rabbia all’armonica in Blue stranger dancer.
Ancora grande rock dalla Go Down Records in collaborazione con Area Pirata.