Descendents + Me First And The Gimme Gimmes + The Manges, 11/06/2017, Carroponte, Sesto San Giovanni (Milano)

Inutile sottolineare che uno dei concerti più attesi dell’estate 2017, se non il più atteso, è quello dei Descendents al Carroponte di Sesto San Giovanni: vuoi perché Milo e soci mancano dall’Italia da circa un ventennio, vuoi perché attorno a questa band si è creato una sorta di vortice che attira a sé la maggior parte degli ascoltatori italiani di punk rock, vuoi perché “Hypercaffium Spazzinate” (nuovo album 12 anni dopo “Cool To Be You”) è stato uno degli album più belli dello scorso anno. Per tutti questi motivi il Carroponte si presenta colmo di gente proveniente da tutta Italia che mai si sarebbe persa l’occasione di vedere dal vivo il gruppo più influente degli ultimi 30 anni.

Arrivati a Sesto San Giovanni è già quasi il momento del primo gruppo previsto. Sto parlando dei Manges, per inciso la mia band italiana preferita assieme ai Derozer. Prima di parlare del loro concerto lasciatemi spendere due parole per il quartetto spezzino: chi mi conosce sa quanto vi sono affezionato e neanche ricordo quante volte ho assistito ad un loro concerto, ma posso garantirvi che ogni volta è come se fosse la prima. Vederli suonare su un palco così importante, in un contesto così, davanti a tante persone (come nel caso della loro apertura a Bad Religion e Anti-Flag di qualche anno fa), mi fa sentire bene.
Per quanto riguarda il concerto, impeccabili come sempre. Un pezzo dopo l’altro, senza mai una pausa. In ordine sparso, pezzi come Barrage of Hate, Another Day, My Rifle, Motion Picture Rest Home, Bad Juju, Havana Affair, I Tried To Die Young, Vengeance is Mine, Stalag 17/Good Morning Campers, Lone Commando (All is Well) e H.E.A.D. si susseguono, quasi come se fossero un’unica canzone. La volete sapere la grandezza dei Manges? Che spaccano il culo sia nel piccolo club, sia sui grandi palchi, ai quali sono arrivati senza chiedere niente a nessuno; conquistandoseli concerto dopo concerto. Grandissimi.

Dopo la punk rock band di Las Pezia giunge l’ora di quei Me First And The Gimme Gimme Gimmes al cui annuncio molti hanno storto il naso. Personalmente avrei preferito un’altra band in apertura, ma quando salgono sul palco membri di Lagwagon, Swingin’Utters (o meglio ex Swingin’Utters) e Bad Religion non si può fare altro che stare zitti ed ammirare.
La formazione che si presenta sul palco del Carroponte non vede la partecipazione del grande Scott Shiflett (Face To Face), né del fratello Chris (No Use For a Name, Foo Fighters) rimpiazzati da Axel Kurth degli Wizo, mentre per il resto abbiamo Dave Raun (Lagwagon, RKL, Good Riddance), Joey Cape (Lagwagon, Bad Astronaut), Spike Slawson (Swingin’Utters) e Jay Bentley (Bad Religion, Wasted Youth, T.S.O.L., Circle Jerks).
A livello di scaletta cominciano con Summertime e continuano con O’ Sole Mio, Uptown Girl, I Believe I Can Fly, Rocket Man (I Think It’s Gonna Be a Long, Long Time), Stop John B ecc ecc facendo divertire e saltare il pubblico. Si tratta di una cover band, è vero, ma, almeno per quanto mi riguarda, ogni volta che li vedo il divertimento non manca mai.

Dopo i Gimme Gimmes ecco arrivare il momento che stavo aspettando dal Groezrock del 2014: salgono sul palco i Descendents. Bill Stevenson, Stephen Egerton, Karl Alvarez e Milo Aukerman si presentano più in forma che mai e sfoderano un concerto da 110 e lode facendo emozionare il numerosissimo pubblico assiepato sotto al palco.
36, ripeto, 36 pezzi formano la scaletta del concerto della storica punk band di Lomita, CA.
Si parte con Everything Sucks (preceduta da una frase del tipo: “cosa possiamo dire? Fuck Trump! E’ bello tornare in Italia e soprattutto svegliarsi ogni mattina e urlare Everything Sucks!“, una cosa del genere) e si prosegue con tutti quei pezzi che hanno fatto dei Descendents una delle band più influenti degli ultimi 30 anni di storia del punk rock: Hope, Rotting Out, Nothing With You, I Wanna Be a Bear, Clean Sheets, Van, Myage, Silly Girl, Weinerschnitzel, Get The Time, No! All!, Coffee Mug, I Don’t Wanna Grow Up, When I Get Old, Coolidge, Suburban Home, Thank You Descendents. C’è spazio anche per “Hypercaffium Spazzinate” con On Paper, Shameless Halo, Victim of Me, No Fat Burger, la splendida Without LoveFeel This Smile, alla fine della quale la frase “Toil away, and at the end of the day. You can look back on a game well played” viene ripetuta dal pubblico in un sing along da pelle d’oca.
Sembra che i Descendents non vogliano mai smettere di suonare: nei due encore, oltre alle già citate Feel This Smile, troviamo I’m The One, Bikeage, Sour Grapes e, per ultima, quella Catalina che sancisce la fine di uno dei concerti più belli a cui abbia mai avuto la fortuna di partecipare. Il livello di empatia tra band e fans raggiunge livelli altissimi durante tutto il concerto e questo non può che essere merito dei Descendents.
Sarebbe troppo banale chiudere questo live report con le parole di Thank You… Ma io lo faccio lo stesso:

I won’t say your name, you know who you are
I’ll never be the same again now, no way
I just want to say
Thank you for playing the way you play
Thank you for playing the way you play
Thank you for playing the way you play

 

Ecco la gallery completa a cura di Matt Murphys.

DESCENDENTS

ME FIRST AND THE GIMME GIMMES

THE MANGES

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