Il 20 Gennaio è uscito “Breakdown”, l’inaspettato album solista di Derek Grant meglio conosciuto come l’attuale batterista dei veterani del punk rock Alkaline Trio, scritto qualche anno fa a scopo, oserei dire, terapeutico, dovendo affrontare un divorzio e altre cosucce della vita come depressione e abuso di stupefacenti mi sembra di aver capito ascoltandolo…
Per quanto riguarda i suoni “Breakdown” è un lavoro molto interessante ed eclettico dato che va ad esplorare diversi territori musicali quali il country, il folk americano, il classic rock con una spruzzata di new wave come in “Lucy”, traccia migliore del disco, che strizza l’occhio a Elvis Costello, mentre tutto il resto è molto più à la Tom Petty.
Il problema fondamentale è che nonostante il disco abbia solo 8 tracce e duri meno di mezzora, risulta essere molto lento, probabilmente a causa della sua scarsa omogeneità che lo fanno sembrare più simile ad una compilation che ad un vero e proprio album.
Tra l’altro la voce dell’artista sembra mutare di traccia in traccia: si passa dalla voce grave e cupa – quasi croon – di “Waiting For The World To End” a quella sussurrata se non sospirata di “Got A Feeling” ed, ancora, a quella più acuta, adolescenziale di “Turn And Walk Away”
L’altro grosso problema sono i testi, molto emotivi e personali certo, ma spesso troppo clichè; prendiamo “Love is a Bad Dream” ad esempio, che inizia con la frase “Every nightmare starts with you back in my arms”, oppure “Good Long Look” che si basa sulla ripetizione fino alla nausea della frase “You should take a good long look at my life”.
In definitiva “Breakdown” si lascia ascoltare, è perfetto come sottofondo, come soundtrack, ma non è di certo nulla di troppo esaltante che lascerà il segno nelle nostre vite.