Davide Romagnoni cantante dei Vallanzaska nel suo libro ci racconta la trasformazione di un viaggio a Sharm el-Sheikh da vacanza a surreale detenzione
Tutti conosciamo Davide Romagnoni – per gli amici Dava – famoso cantante dei Vallanzaska: uno di quelli che sul palco e fuori mette tutti a proprio agio, dotato di una simpatia e semplicità sconcertanti, uno di quelli con cui fai serata arrivando alla mattina in overdose di buon umore.
Ma Dava non è solo Vallanza, è tanti altri progetti musicali (gli Elegantissimi, Kingstown per citarne alcuni), un illustratore e artista dotato e un autore televisivo; quanta roba fa questo Dava direte voi, beh ne ha fatta un’altra rispondiamo noi perché il nostro amichevole Dava di quartiere ha scritto un libro su quella che potremmo definire una storia incredibile.
Il titolo “Ma quale vacanza d’Egitto?! Arresto accidentale di un cantante” incuriosisce non poco, l’incipit “rubato” dal sito di Prospero Editore lo fa anche di più, eccovelo: “Un reportage che racconta, minuto dopo minuto, sensazione dopo sensazione, un’esperienza autobiografica: la storia di una vacanza sul Mar Rosso finita male. Può capitare a tutti, durante una vacanza in Egitto, di conoscere il paradiso e l’inferno: basta un passo falso. E in un Paese dittatoriale passare dal mondo ovattato e frivolo dei turisti, tra coralli e pesci colorati, al carcere, trascorrendo tre giorni senza acqua né cibo e subendo innumerevoli interrogatori per essere poi scarcerati a poche ore dal volo di ritorno, è una cosa che può succedere davvero.
Scritto tutto al presente e in prima persona, questo libro fa i conti con la sensazione di morte imminente che poteva seguire all’arresto del suo autore“.
Incredibile vero? Quel Dava che dalle prime righe di questo articolo vive di arte e divertimento, successi e soddisfazioni si è trovato con tutte le scarpe (e la giacca di pelle) in una storia dai toni cupi, anzi cupissimi. Diciamo che nel suo essere una questione esagerata il fatto che l’abbia vissuta lui la rende ancora più esagerata perché tutto ciò che gli è capitato in quei giorni non ha mai smesso un solo secondo di essere in stile Dava: dagli interrogatori alla prigionia, all’incontro con uno strano avvocato, passando per i momenti musicali (eh si ha cantato anche in questa occasione) fino alla scarcerazione ha “gestito” tutti gli eventi con astuzia, capacità di adattamento, lungimiranza e una buona dose di ironia, che detta così sembra che stoni in una situazione del genere ma che ancora una volta è dimostrato che può salvarti la mente oltre che il culo.
Sia chiaro la storia non parla di una passeggiata in Egitto tra Umpa Lumpa e tenere carezze, l’Egitto è il luogo più sbagliato in cui essere accusati di un qualsiasi reato ai danni dello stato. Il caso Regeni è ancora una ferita aperta, la prigionia senza fine di Zaky accusato di “istigazione a proteste e propaganda di terrorismo sul proprio profilo Facebook” non trova una soluzione insieme a quella di sessantamila altri prigionieri politici che subiscono torture quotidiane.
Dava ha avuto la buona sorte di non finire in quel girone dantesco da cui il ritorno non è da dare per scontato. Sarà stata fortuna? Capacità personali? O più semplicemente non sono riusciti a trovare/costruire prove pretestuose nei suoi confronti.
Che ci sia andato molto vicino è sicuro e lui lo sa bene, tanto che ad elaborare il concetto e a renderlo un libro ci ha messo un po’. Quel tanto che serve per uscire da un incubo, a metterlo in ordine nella propria testa e, per accontentare un’esigenza, condividerlo con più gente possibile. Noi siamo felici che lo abbia fatto, voi?