Daniele Ridolfi ci invita a casa sua per farci ascoltare quello che gli detta un cuore che ne ha passate tante, a volte brutte e altre volte assolutamente fantastiche, situazioni che inevitabilmente hanno lasciato tutte un bel segno più o meno profondo, un segno che lui ha trascritto prima su fogli sparsi, poi gli ha aggiunto le allegre note di un ukulele, uno strumento spensierato che accompagna testi in un certo senso difficili da cantare e far sentire agli altri, testi personali ed introspettivi, che parlano di momenti duri, ma anche di periodi felici e senza alcun pensiero per la testa come il periodo adolescenziale, perché da qualche parte bisogna iniziare a raccontare, e poi parlano del giorno più bello nella vita di un uomo, quel giorno in cui capisce per la prima volta che qualcuno, un giorno, lo chiamerà papà, con tutti i dubbi e le paure che questa semplicissima parola si porta dietro. Emozionante la dedica ai giocatori del Chapecoense, vittime di un disastro aereo come il Grande Torino, e proprio con il Grande Torino Daniele se li immagina che giocano una partita in un campo, lassù, e questo è l’unico pezzo che non parla della sua vita, perlomeno non direttamente. Il ritmo cambia e si alleggerisce l’atmosfera, ed ecco che fischiettando ci racconta di persone malviste che non fanno altro che dare amore nei modi che conoscono, e ancora ragazzi che hanno posato lo strumento elettrico e le borchie ma continuano a scrivere e suonare fino al mattino senza corrente elettrica, solo per la gioia di farlo, senza pretese, se non quella di ricevere un sorriso sincero e non un applauso obbligato. Via Trento è la sua casa ed appena sono entrato, schivando giocattoli sparsi qua e la, sono stato investito da un profumo che conosco molto bene, questo viaggio nella sua anima mi ha fatto capire molto del cantautore lecchese, il suo modo di scrivere spontaneo, semplice ma poetico è piacevole da ascoltare ed è ben accompagnato da ukulele ed armonica, una buona compagnia ed un amico sempre pronto a raccontarti qualcosa davanti ad un Campari.
Registrato e mixato da Walter Sala, che ha, come detto sopra, partecipato attivamente all’arrangiamento con armonica ed ukulele, nel suo studio di Calò. Come dice Daniele, disco che ha visto la luce grazie ad Andrea Grassi, Domenico Petrocca, Elisa Speroni, Mr Vertigo Vynil Records, Folk Beat Vendetta, T.AC. Records, Ink Project, Know Your Rights – Sicurezza sul lavoro.
tracklist:
01. idee confuse
02. per il tuo nome
03. imparerò domani
04. le quattro di notte
05. samba triste
06. giocondo
07. via Trento