Joe Shithead, voce e leader degli instancabili D.O.A. ha riesumato finalmente “The Black Spot”. Il disco della punk-hc band canadese uscì originariamente nel 1995, ma da tempo era impossibile reperirlo a causa della tiratura limitata della stampa originaria.
L’album nacque all’indomani della tragedia in cui perse la vita il batterista Ken Jensen (mori in nell’incendio che distrusse la sua casa, originato da una sigaretta dimenticata accesa). Joe e gli altri del gruppo chiesero aiuto al drummer dei Nomeansno che si unì alla ciurma (composta oltre che dal mitico Joe, da Brian Wimpy Roy Goble al basso, Ford Pier chitarra e voce).
Ne uscì un ottimo disco che dimostrò quanto i D.O.A. non avessero nulla da invidiare alle nuove punk band dei ’90. Punk e HC diretti come non mai, con qualche tono ska qua e là: pezzi grandiosi come l’opener “Blind Men” o la frenetica “Kill Ya Later” o ancora l’inno “Big Boys Like D.O.A.”. Grandi riadattamenti come “Marijuana Mothertucker” di David Peel (cantautore rivoluzionario degli anni ’60-’70) o “Bound For Glory” di Woody Guthrie.
Testi con tematiche sociali e politiche, caustici come nella miglior tradizione dei D.O.A..
Che altro aggiungere, un capitolo dimenticato di una grande band che da fine ’70 mantiene alta la bandiera del punk rock mondiale, come pochi altri sanno fare.
Tracklist:
Blind Man / Kill Ya Later / Order / Marijuana Motherfucker / You’re Paying For Your Body Now / Worries / Road Kill / Get Away / More / Je Declare / Big Guys Like D.O.A. / I Know Who You Are / Bound For Glory (The Nutwrencher Suite) / Unchained Melody (The Nutwrencher Suite) / Cut Time (The Nutwrencher Suite) / Running Out Of Time
Voto 8/10