CITY 493: Acque Immobili

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Uno di quei dischi che aspetti come un bambino aspetta il Natale, perché sai che sarà una figata e sicuramente dentro ci troverai qualcosa che hai chiesto… ho conosciuto i City 493 in pandemia nel 2020, hanno allietato quelle giornate tutte giochi infiniti con mia figlia e birrette sul balcone, e finalmente possiamo ascoltare anche su disco quello che hanno da dire sti ragazzi ben noti alla scena streetpunk italiana; destino beffardo vuole che stia scrivendo questa recensione direttamente dalla quarantena, quindi proseguono involontariamente ad allietarmi le giornate, ma questo è un altro discorso, parliamo del disco che è decisamente meglio.
Che la scena streetpunk goda di ottima salute lo sostengo a ragione da tempo, e sti ragazzi provenienti dalla City 493, ovvero la provinciale che collega i loro paesi (non sono così brillante, ho chiesto), non fanno altro che alimentare questa mia convinzione, ma sarebbe troppo semplice chiuderla così, perché sebbene non portino novità o stravolgimenti nel genere, tra le note si può trovare senza cercare troppo quello che tanti musicisti invidiano, quel “core” sul quale il buon Nino Manfredi buonanima e Pippo Franco discutono in apertura, un cuore graffiato e pieno di segni, ma fottutamente pulsante ed inarrestabile “…non è colpa mia se son cresciuto solo, in questo mondo sbagliato che vuole mangiarmi il cuore, non è colpa mia se questa vita vuole prendersi tutto, io non credo più a niente, vi odio solamente…” è una delle strofe che più mi ha colpito, rende bene il senso del concetto che vorrei spiegare e fa parte del mio pezzo preferito “La mia vita”…a testa alta e sempre contro!
Canzoni molto personali e profonde, intrise di rabbia e disagio, che ruotano attorno a difficoltà e situazioni al limite della sopportazione, senza mai perdere la brocca o dare segni di resa sia nella vita quotidiana che sul fottuto posto di lavoro, in una città che fa succedere di tutto senza battere ciglio…conclude una struggente suonata acustica di una bellezza incredibile. Insomma un disco de core, emotivamente coinvolgente e difficile da digerire, che non vuole essere digerito, ma che sicuramente vi lascerà dentro qualcosa.
Prodotto da Ostia Records del grande Andrea Biagioni, registrato e mixato da Valerio Fisik presso l’Hombre Lobo studio, progetto grafico di Digio (Pressa).

Tracklist:
A1. strade deserte
A2. preda
A3. un altro giorno di lavoro
A4. Generazione 493

B1. la mia vita
B2. a capocciate
B3. guardami
B4. la city

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