La definirei una serata croccante, il “Ceppino on fire vol. 3” è difficile da raccontare se non ci sono delle immagini a documentare la follia di quella notte, lo so che sono (quasi) sempre entusiasta nei miei racconti, ma a sto giro non esagero nel dire che è stata una notte parecchio punk, intrisa di sudore e gente presa bene dappertutto, nessun caso umano che ha rotto i coglioni ed infine, non di certo per importanza, i gruppi hanno spaccato tutte le ossa dalla prima all’ultima nota.
Io ed il mio amico Walter partiamo dalla bassa di buon’ora, il cortile del Black Inside è già pieno e la gente sta ancora mangiando, quindi con una birretta in mano ci buttiamo nel portinariato spinto sperando di racimolare qualche punto scena, diamo un occhio alle distro ed aspettiamo che inizi…c’è già quella sensazione di serata che sta per decollare, quella nebbiolina di ignoranza che aleggia mi fa ben sperare, ma stanno salendo sul palco i Narkan e non c’è tempo da perdere, sono una giovanissima band di Milano e in 3 penso che facciano la mia età, e lasciatemi dire da subito che fanno Hardcore coi controcazzi, chitarra-due voci-batteria, suono che arriva direttamente dal Virus e sticazzi se martellano, i vecchi di merda come me sono tutti a bocca aperta e loro come se nulla fosse si prendono i giusti applausi per un concerto tiratissimo e FabiettoWretched-approved, fossi in loro camminerei a mezzo metro da terra.
Il pit è in mezzo delirio per il concerto appena concluso, il portinariato ed il fisiologico bisogno di pisciare mi fanno perdere mezzo concerto degli IntoTheBabobab, band spaccaculi bolognese che da quel poco, purtroppo, che ho visto ha aumentato la fotta sotto al palco, che inizia ad essere umidiccio e appiccicoso come piace a me, e dopo un piccolo cambio di palco salgono i Plakkaggio. Dunque i Plakkaggio per quanto ho visto in 100 anni di concerti punk sono una delle band più distruttive e coinvolgenti che conosco, oggi in formazione inedita con una sola chitarra e due bassi, ma la sostanza è che potrebbero fare anche i cori gospel che la gente si butterebbe dal sagrato con annessi porchiddii, il disco nuovo suona da pazzi live ed i vecchi cavalli da battaglia fanno tremare letteralmente i muri.
Birretta che adesso iniziano i Rappresaglia, amo i Rappresaglia e sono contento di vederli anche in una serata delirio come questa, il pubblico recepisce la bravura della band e risponde a modo, la scaletta si sa che è sempre ricca di bordate, i milanesi non si tirano indietro e ci regalano uno dei migliori live che ho visto, di sicuro uno dei più partecipati; ultima band della serata, da Bologna il sommo Steno fa brillare gli occhi delle crape lustre, i Nabat sono una potenza e si scatena il delirio totale con gente che salta da ovunque, sia i pezzi nuovi che i vecchi gloriosi anthem sono urlati da tutti in un groviglio di creste, borchie, mutande e smadonnamenti vari, tanto che ad un certo punto non ho capito più una minchia nemmeno io.
Come potete vedere ho sfondato il record di selfie difeso fino a questo momento di Harley Flanagan, il mood della serata mi ha portato a fare una schiera di foto totalmente ignoranti ed inutili, ma che mi hanno fatto crepare dal ridere appena ho aperto la scheda SD il giorno dopo, complimenti a chi ha reso possibile tutto questo, vi siamo tutti debitori.
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