Anacronistico ed emozionante. Sono questi i due aggettivi che si accompagnano ai miei ricordi del concerto dei CCCP – Fedeli alla Linea dello scorso 26 luglio. Anacronistico perché non credo esista qualcosa di più in contrasto con il tempo di un concerto della band reggiana, sotto moltissimi punti di vista che, magari, approfondiremo più avanti. Emozionante perché, per un fan come il sottoscritto, l’emozione di sentire dal vivo determinate canzoni è stata molta.
Anacronismo ed emozione si sono fuse per più di due ore di concerto in un contesto splendido come il Parco Mediceo di Pratolino (in provincia di Firenze), e già questa location (accompagnata dalla scenografia con tanto di maxischermo a led) segna il primo punto fuori-dalle-cronache, in quanto l’aura che ha da sempre accompagnato i CCCP – Fedeli alla Linea si scontra con la maestosità quasi borghese dello spazio dove si è svolto il concerto, uno spazio adibito a festival, nuova frontiera della musica dal vivo. Anacronismo, appunto.
Giovanni Lindo Ferretti, Fatur, Massimo Zamboni e Annarella, accompagnati da violinista, tastierista, batterista, bassista e percussionista, si muovono su di un palco immenso, riproponendo movimenti, travestimenti e disposizioni sceniche che ho sempre visto in rete e che hanno suscitato in me più di un sorriso e un ricordo dei tempi delle scuole superiori che furono, quando cercavo di capirne i significati; cosa che, tutt’oggi, in parte cerco ancora di fare.
Il tutto inizia con Depressione caspica e termina con Amandoti e nel mezzo una scaletta che propone tutti quelli che sono i miei pezzi preferiti dei CCCP – Fedeli alla Linea: Tu Menti (chissà cosa prova GLF quando canta questo pezzo, alla luce di tutte le uscite poco CCCP degli ultimi anni, ma lungi da me aprire questa polemica inutile…), Per Me Lo So, Morire, Stati di agitazione, Madre, Oh Battagliero!, Punk Islam, C.C.C.P., Curami, Emilia Paranoica, Spara Jurij e Annarella (in una bellissima versione acustica già ammirata durante il Premio Ciampi del Teatro Goldoni di Livorno).
Ha senso una reunion dei CCCP – Fedeli alla Linea? Probabilmente no, come una qualunque reunion del resto, ma questa, forse, ha meno senso delle altre. Nonostante questa presa di posizione, non ho esitato un attimo a decidere di assistere al concerto (ci ho portato anche mia nipote sedicenne al suo primo concerto punk, e la cosa mi riempie di gioia) sia perché i CCCP – Fedeli alla Linea, nonostante tutto, sono stati una pietra miliare della mia adolescenza, sia perché non credo (e spero) che ci siano tante altre occasioni di vederli live, sia, infine, perché penso che il patrimonio musicale in senso stretto e culturale in senso lato che accompagna la band sia un vero motivo di vanto per la musica italiana.
Il tour estivo dei CCCP – Fedeli alla Linea partito da Piazza Maggiore a Bologna si chiama “In Fedeltà la Linea C’è”: mi piacerebbe chiedere loro cosa li abbia spinti a dare questa denominazione, cosa intendano per fedeltà, da che punto di vista la inquadrino, ma meglio rimanere col dubbio e col bel bagaglio di ricordi e di emozioni (e di anacronismi) che i CCCP mi hanno regalato. E non solo a me.
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