Cattive Abitudini: o le ami o le odi. Nonostante le critiche (spesso ingiustificate) ricevute negli anni rimangono una delle poche band “punk” italiane in grado di riempire locali, vendere dischi, avvicinarsi alle nuove generazioni.
Migliaia di kids attendevano ormai da tempo questo disco, un’attesa che non lascerà delusi.
Semplicemente perchè la band di Treviso rimane salda ad un genere (“flower-punk”???) del quale sono i capi fondatori.
13 pezzi spediti ed energici, alcuni più convincenti (Oktobeer Fest, Il cappellaio matto, Qualcosa mi fai) altri più sobri (Signorina sambuca, Vorrei vedere).
Qualcosa di diverso ci offre il brano “Stabilità”, dove il ritmo cala e nonostante un inizio non convincente riesce a sfociare in una power-pop song un po’ alla Succo Marcio dei vecchi tempi…
Tecnicamente ineccepibili per la proposte musicale in questione, melodicamente travolgenti, cori a manetta, tanta simpatia, testi festaioli (ragazze, bevute, concerti, ecc.). Il sottofondo perfetto per una serata alcolica in un centro sociale…
Giusto per non farsi mancare nulla hanno inserito anche un brano in dialetto (trevigiano presuppongo) intitolato “Mi me sento casa”, che non so perché mi ricorda un pochino gli Ska-p…quasi uno scioglilingua…esperimento riuscito…
Gli ingredienti sono questi da anni, funzionano e con la lenta scomparsa dalle scene di Derozer e Porno*Riviste rimangono una delle poche band con una storia decennale (considerando ovviamente l’esperienza Peter Punk) ancora attiva (con la “A” maiuscola visto che “Gemini Pt.1” sarà seguito tra un anno da “Gemini Pt.2” che è già in cantiere).
Voto: 7/10