BULL BRIGADE: Il Fuoco Non Si è Spento

Ormai l’avete già ascoltato praticamente tutti questo nuovo disco dei Bull Brigade, e come spesso succede, quando la band in questione è una delle più importanti e rappresentative della nostra scena (che vi piaccia o no l’idea, è così), il lavoro viene anche recensito da fanzine molto importanti, e da persone che di musica ne sanno parecchio più del sottoscritto, quindi cosa volete che vi dica? Che sto disco è la nona sinfonia di Eugenio e soci?
Che è una merda e l’ho butta giù dalla finestra? Ognuno è giusto che abbia la sua idea e ne ho lette parecchie, quello che mi preme dire su sto disco, che considero la nona sinfonia dei Bull Brigade, è ciò mi ha “detto”, ovvero che ha dato agli autori un gran senso di completezza e realizzazione, di voglia di dire “questi siamo noi e del resto non ci interessa”.
E’ innegabile che il gruppo si sia evoluto da “strade smarrite” e ne abbia abbandonato gli spigoli, abbracciando una melodia che aveva già fatto capolino in “Vita Libertà”, con la spezza cuore “Troppo Distanti” per intenderci, e qui in “Il Fuoco non si è Spento” si fa largo senza chiedere permesso tra pesanti bordate streetpunk che sono presenti nei testi e che non smettono di picchiare in poesie nate dal cemento dei vicoli di Motorcity.

Per quanto mi riguarda questa evoluzione è la vera novità ed il fulcro del disco, perché se la penna di Eugenio è da sempre direttamente collegata al suo cuore e da sempre scrive canzoni incredibili, con l’arrangiamento dei brani i torinesi hanno esplorato note più dolci e melodiche, sfruttando finalmente una bella voce e ricercando compulsivamente qualcosa che riuscisse ad accompagnare bene un pensiero o una situazione descritta, scostandosi dallo streetpunk e trovando conforto in un punk rock cazzuto ma piacevole e senza strappi, veloce quando serve, e soprattutto suonato davvero bene. Parlando dei pezzi potrei stare qui ore a scrivere, sono rimasto folgorato da “cuori stanchi” e “ansia”, una combo strappa-anima che penetra insidiosamente nel cervello, ma anche da “sommersi” che per me al momento rimane il pezzo migliore del disco, e poi ovunque c’è lei, Torino amata ma che non li vuole, un filo che lega le tracce e che parla di tutti i cazzi ed i vicoli della loro città e la sua squadra, a tutti gli effetti un canto d’amore ricco di ricordi e aneddoti dentro i quali chiunque la vive in un certo modo ci si ritrova, una presenza costante in ogni strofa.

Prodotto da Fabio Valente (Arsenico HC), registrato presso il One Black Sock studio di Torino da Carlo “Fajo” Girardi, mixato e masterizzato da Maurizio “Icio” Baggio presso La Distilleria – Produzioni Musicali di Bassano Del Grappa, artwork e grafica by Nino – Motorcity Graphics.

tracklist:
A1. Ultima città
A2. Cuori stanchi
A3. Quaranta (feat. Roddy Moreno – The Oppressed)
A4. Il fuoco non si è spento
A5. Ansia (feat. Samall Ali – Slander / Danny Trejo)
B1. Strength for life
B2. Sommersi (feat. Fabio Valente – Arsenico HC)
B3. Partirò per te
B4. Anche se

Vi aspettiamo al release party il 14 Gennaio alla Santeria di Milano!

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